Il tema è alquanto interessante. Gli ‘under 35’ impiegati nelle pubbliche amministrazioni sono sempre meno.
La situazione assolutamente non rosea dal punto di vista occupazionale, all'interno delle pubbliche amministrazioni, è stata evidenziata da una ricerca, condotta da Openpolis, e quello che emerge fa alquanto sobbalzare.
Nella provincia di Reggio, ben 11 comuni hanno lo 0% (ossia nessuno) di persone impiegate nell’apparato comunale sotto i 35 anni. Tra questi, si registrano alcune realtà della nostra montagna o aree pedemontane come Vetto, Viano, Canossa, e Carpineti. Per contro, sempre secondo la medesima ricerca, l’Amministrazione che vanta il maggior numero di ‘giovani’ tra le file dei suoi dipendenti è Baiso con il 21% (non certo una percentuale esaltante, stiamo sempre parlando di poco più di 2 dipendenti su 10).
IL ‘CASO’ VIANO
Il caso del Comune di Viano è illuminante, per comprendere le difficoltà che oggi incontrano le amministrazioni comunali che operano sul territorio nel trovare giovani interessati ad intraprendere un percorso professionale ‘nel pubblico’ e che presentino, al contempo, una preparazione adeguata.
“Il problema di fondo è che da tempo le assunzioni sono bloccate, ma questo è la legge nazionale che lo stabilisce – sottolinea il sindaco Nello Borghi -. Non possiamo assumere più personale di quanto la norma preveda. Quindi, i posti si liberano o per mobilità (ossia un cambio da parte del dipendente, ndr) o per pensionamento”.
“Va aggiunto che abbiamo avuto e abbiamo diversi tirocinanti e anche dipendenti a tempo determinat. In quel senso non abbiamo mai esitato a ‘chiamare’ dei giovani”, prosegue il primo cittadino.
Eppure: “Al momento, noi come Comune di Viano, abbiamo l’opportunità di assumere persone per due posizioni aperte. Una per pensionamento e l’altra per mobilità. Una è quella di geometra e l’altra una figura apicale all’interno dell’organigramma comunale. Ebbene, non siamo riusciti a compilare una graduatoria di possibili candidati”.
Il Comune di Viano, nello specifico, si è ‘accodato’ ad un bando promosso dall’Unione che cercava dei tecnici da inserire negli organici: “Ma alla fine, espletate tutte le fasi del concorso, non siamo riusciti a formare una graduatoria. Siamo dovuti andare al ripescaggio di quelli esclusi”.
“Vuole un altro esempio? – prosegue Borghi -. Per un bando promosso dall’Unione, a fronte di 140 candidature, in fase di pre selezione ne sono rimaste 60, al termine della duplice prova (scritto e orale, ndr) erano rimasti in 11. Così è veramente difficile per noi…”
La diagnosi di questa crescente ‘aridità’ del bacino di professionalità potenziali, giovani, cui attingere è effettivamente difficile, anche per chi vive quotidianamente l’ingranaggio comunale: “Siamo in grossa difficoltà. Non solo il comune di Viano, questa è situazione che accomuna tante amministrazioni del territorio – prosegue il sindaco -. Io penso che il primo elemento sia l’aspetto economico: probabilmente il ‘pubblico’ in questo senso non risulta più attrattivo. Unito al fatto che mentre quasi tutte le professioni richiedono un impegno di cinque giorni alla settimana, noi ne chiediamo ancora sei. Questo combinato disposto, sorprendentemente, oggi, fa sì che quello che un tempo veniva considerato come un elemento che faceva la differenza (il posto fisso nelle strutture pubbliche, ndr) oggi non sia più qualcosa che attiri un giovane. Ci troviamo di fronte a una forte rottura, anche ‘culturale’, con il passato in cui è difficile adattarsi”.
“Poi, per contro – conclude Nello Borghi -. Vi è l’altra faccia della medaglia. Ossia che spesso e volentieri, la scrematura ‘a monte’ nei concorsi avviene anche per scarsa preparazione da parte di un giovane diplomato. Sono due cose che si tengono tra loro, poca attrattività del ‘pubblico’ – preparazione del candidato non sufficiente, ma che creano questa enorme difficoltà nel trovare giovani da assumere nei nostri organici”
Si consoli Sig Sindaco Borghi, i giovani sono attratti dagli influencer, dai portali rosa azzurro ecc ecc, vogliono guadagni facili, di certo non vogliono sudare o alzarsi alla mattina, non sono vocati al lavoro prediligono lo spriz, la polverina bianca, l’apericena ecc ecc.
Come dice un vecchio saggio, non sanno cosa costa il sale, ma non si preoccupi a breve dopo la fine di questo effimero miraggio, rimarranno solo coloro che hanno i calli alle mani e sanno usare il cervello.
Per ultimo il comparto privato, soffre degli stessi problemi del pubblico, non è un problema di denari, ma è un problema di cultura.
Come esclamava Marchione oggi è solo l’epoca dei diritti, ma non dei doveri e questa politica ha generato una generazione di molli.
cordialmente
Il tema è effettivamente interessante, come si dice all’inizio di queste righe, posto che viene di fatto aperta una finestra su una materia portata non di rado sotto i riflettori per la sua indubbia importanza, ovvero il lavoro giovanile, ancorché nella fattispecie si tratti di un settore soltanto, cioè quello del pubblico impiego nelle amministrazioni locali.
Per poter interpretare il “fenomeno” in maniera più compiuta, e documentata, mi aspetterei di poter sentire altre voci al riguardo, vedi quelle delle Organizzazioni sindacali e di Categoria, o altri Organismi comunque in grado di fornire ulteriori elementi e dati che vadano ad integrare quanto qui rappresentato (che peraltro è già significativo).
P.B. 09.10.2023
P.B.