Dalla Romania a Reggio Emilia, da Reggio Emilia a Carpineti. Aurica Cioca è una donna forte e determinata che ha saputo superare le difficoltà e trovare il suo posto nel mondo. Ha ottenuto la cittadinanza italiana pochi giorni fa, la sua storia è un esempio di integrazione e di speranza per tutti gli immigrati che si trovano a vivere in Italia.
Aurica puoi raccontarci la tua storia e come sei arrivata in Italia?
Sono arrivata in Italia oltre vent'anni fa, avevo già alcuni fratelli che vivevano qui, mentre io ero rimasta da sola in Romania. Non mi sentivo a mio agio lì, così ho deciso di seguirli. Loro lavoravano nel modenese, e io ho trovato impiego a Reggio Emilia, precisamente a Villa Salus. È stato così che ho fatto il mio ingresso in Italia. L'esperienza nel paese mi ha affascinata: tutto era nuovo e stimolante. Sono una persona curiosa, sempre pronta ad apprendere, e quindi mi sono adattata rapidamente. Successivamente, ho incontrato mio marito, italiano, e abbiamo condiviso vent'anni insieme, fino al 2019 quando è venuto a mancare a causa di gravi problemi di salute. Proprio a causa della situazione di salute di mio marito nel 2010, abbiamo deciso di lasciare la città. Abbiamo acquistato una casa, un rudere, e l'abbiamo completamente ristrutturata. Da quel momento, Carpineti è diventata la nostra residenza, e ci siamo trovati molto bene. Oggi, questa è la mia casa, il mio angolo di paradiso.
Come ti senti ora che hai ottenuto la cittadinanza italiana? Cosa significa per te questo passo importante?
La cittadinanza italiana rappresenta per me un traguardo di grande importanza. Mi fa sentire pienamente integrata nella società italiana e più vicina agli altri. Mi riempie di onore e orgoglio essere ora cittadina italiana.
Hai mai sperimentato una sensazione di 'non appartenenza' o di essere in una sorta di limbo tra la tua terra d'origine e quella adottiva?
All'inizio, durante i primi anni in Italia, ho effettivamente avvertito questa sensazione di 'non appartenenza' tra due mondi. Con il passare del tempo, ho superato questa fase e ho ottenuto un senso di integrazione completo. Un aneddoto che mi ha fatto comprendere quanto fossi integrata: una volta, al ritorno da una vacanza in Romania, subito dopo aver varcato i confini italiani, ci siamo fermati in un Autogrill per fare rifornimento e prendere un caffè. Mentre sorseggiavo il caffè italiano, ho pensato: "Sono finalmente a casa."
Quali sono stati i momenti o gli incontri che ti hanno aiutato a sentirti a casa in Italia?
Ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie che mi hanno aperto le porte della loro vita e mi hanno fatto sentire a casa. Ho avuto l'opportunità di conoscere persone di tutte le classi sociali che mi hanno accolto a braccia aperte e mi hanno sostenuto. Queste esperienze sono state fondamentali nel farmi sentire veramente a casa in Italia.
Di cosa ti occupi attualmente?
Dopo aver abbandonato il lavoro per assistere mio marito, ho scelto di dedicare il mio tempo al volontariato. Sono una persona energica e il volontariato è diventato il mio modo per dare un senso alla mia vita. Sono attiva come volontaria nell'associazione Auser e faccio parte della Protezione Civile. In passato, ho seguito anche un corso presso la Croce Rossa, sebbene abbia dovuto interromperlo a causa di problemi di salute. Loro hanno bisogno di volontari e io ho il tempo da dedicare agli altri, cerco di dare il mio contributo come posso.
Cosa vorresti dire ai giovani immigrati che stanno iniziando il loro percorso in Italia?
Il mio messaggio per i giovani immigrati è di mantenere la fiducia in se stessi, di non cedere alla disperazione e di rispettare le leggi e le persone in Italia. Cercate con determinazione opportunità di lavoro e integratevi nella società italiana, poiché questo è di vitale importanza. Ricordate che esiste la possibilità di ricevere aiuto, quindi non demoralizzatevi e non lasciatevi scoraggiare. Il vostro impegno farà davvero la differenza.