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il nuovo parroco

Quattro Castella accoglie don Sergio

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Ore 17.30: l’attesa è finita. La chiesa è gremita. Per la prima volta si accoglie il nuovo parroco come “moderatore” dell’intera unità pastorale “Quattro Castella”.

Don Sergio Pellati è sul sagrato a salutare vecchie e nuove conoscenze e a ricevere i saluti di benvenuto delle autorità militari e del vicesindaco, il quale sottolinea che la nostra comunità non è perfetta ma è “ricca”, ricca di relazioni, di persone laboriose e impegnate nel volontariato, anche se restano tante sfide e perciò si è attenti e pronti ad ascoltare per collaborare e a farsi carico delle proprie responsabilità al servizio delle persone.

Don Sergio in replica tocca subito i suoi “temi”: “Ringrazio e posso dire che nella mia storia, nei rapporti sia con le autorità comunali che con le associazioni, ho cercato collaborazione, soprattutto con riguardo ai ragazzi ed ai poveri e alle solitudini. Spero di fare un buon servizio”.

Argomenti che richiamerà anche nell’omelia e, soprattutto, nel saluto finale in cui ha ribadito, in risposta all’invito ricevuto dal Vescovo di ritornare ad essere parroco, che a lui interessa come stanno le persone, la loro vita. Gli preme che le Comunità siano Comunità belle, dove la gente è contenta di fare la vita cristiana, in pochi o in tanti non interessa. Il messaggio “ama il prossimo tuo come te stesso” va quindi mandato a memoria. E intanto ha voluto precisare che le offerte raccolte durante la Messa sarebbero andate alla Caritas interparrocchiale.

Un ottimo punto di partenza per iniziare assieme una nuova esperienza di “pastorale” ampia e “in uscita”, per usare le parole care a Papa Francesco.

Da parte nostra possiamo garantire disponibilità e voglia di fare e di migliorarci.

Don Sergio nell’omelia ha fatto sua l’indicazione del Vescovo di “andare a cercare chi non viene, creare le condizioni perché ciascuno possa ricevere la chiamata. Questo è il compito dei cristiani. Non desiderio di conquista, ma fascino della condivisione di essere discepoli di Gesù”.

Poi, citando il biblista don Bruno Maggioni, si domanda che cosa vuole insegnarci Gesù con la parabola della vigna e, tra le diverse possibili interpretazioni, sottolinea questa: “I primi sono stati pagati non per ultimi ma come gli ultimi. È un’ingiustizia? Il Regno di Dio donato anche a coloro che hanno lavorato poco genera invidia in coloro che si credono giusti, quindi, la parabola ci insegna come i giusti devono accogliere la giustizia di Dio, e cioè senza invidia. Ma qui, tra voi che non conosco, c’è invidia? Siamo capaci di godere del bene delle comunità vicine a noi?”.

Belle domande, don Sergio. Stimolanti per fare verità in noi e tra noi gruppi parrocchiali dell’unità pastorale. Ora si apre un capitolo nuovo e il solco è tracciato in modo chiaro: i nostri doni non sono qualcosa da difendere ma un bene da condividere in comunione.

Non ci resta che mettersi alla prova, tutti assieme, con la curiosità anche di conoscere il nuovo parroco, descritto dal vescovo Giacomo come una persona buona, della cui bontà e della cui capacità relazionale dobbiamo approfittarne (oltreché delle capacità culinarie…).

Alla fine della celebrazione, come da copione, ci si è ritrovati nell’area adiacente la chiesa per il classico e gratificante rinfresco di benvenuto.

Pier Giuseppe Fontanili (da La Libertà)