Ritorna prepotentemente in auge il tema della Asp Don Cavalletti e la situazione gestionale ed economica che ha infiammato l'estate politica in Appennino.
Il gruppo di opposizione in Consiglio comunale ‘Carpineti Civica’ con un lungo comunicato fa il punto sugli ultimi sviluppi: “Siamo molto preoccupati. E lo abbiamo espresso con fermezza in consiglio comunale – attaccano quelli di Carpineti Civica -. Abbiamo detto spesso che un ritardo di anni nella decisione definitiva è costato alle casse dei comuni circa 400.000 €. Ora, col passaggio in ASC Teatro, per sei mesi si è creata una situazione identica. Se prima si è aspettato per decidere, ora si è aspettata l’estate per seguire il piano economico che regolava il passaggio e che avrebbe reso nullo o trascurabile il disavanzo, grazie alle differenze normative fra ASP e ASC. La conseguenza è che ci saranno di nuovo dei soldi a carico dei comuni, denaro pubblico che ancora una volta si poteva evitare di spendere. Una situazione di cui per tempo e più volte abbiamo segnalato la criticità”.
‘Carpineti Civica’, evidentemente a seguito di uno studio delle carte e degli atti, evidenzia i costi legati all’assunzione del personale nella cooperativa – “quello più costoso per l’azienda” – e mette in luce il fatto che: “L’appalto per il servizio pasti è scaduto a fine gennaio ed è in proroga da 8 mesi. Solo a fine luglio si è deciso di fare un bando, che conteneva errori evidenti secondo il nuovo codice degli appalti. Abbiamo segnalato l’errore immediatamente, senza un riscontro di nessun genere e a oggi sembra che l’assegnazione del servizio pasti sia ancora in alto mare”.
“Durante la discussione in consiglio comunale il sindaco Borghi ha stimato che il disavanzo dei primi sei mesi sarà al massimo 40.000 euro – prosegue il gruppo di opposizione carpinetano -. Basandoci anche sul costo del personale crediamo che si tratti di una previsione molto ottimistica. La realtà potrebbe essere più del doppio ed è davvero incredibile che dopo oltre sei mesi di gestione non esista un valore reale e ci si debba basare sulle stime”.
In ultimo, Carpineti Civica pone l’attenzione sul fatto che: “Il passaggio del Don Cavalletti in ASC è stato fatto per ragioni economiche. È noto che i sindaci della montagna non hanno nessuna intenzione di dividersi in sette un disavanzo annuale di circa 100.000 euro e la legislazione sulle ASC consente di risparmiare dal punto di vista fiscale quello che serve. È vero che il passaggio del servizio porta con sé delle cose da aggiustare, ma il piano economico con cui doveva svolgersi era puntuale e noto a ottobre, tre mesi prima che accadesse ed è oggettivamente incredibile che non sia stato seguito nei suoi punti più importanti, come è incredibile che non ci sia stato il controllo politico dei sindaci, Carpineti in testa, con una situazione così importante e delicata”.
“Non siamo mai stati d’accordo con il fatto che si occupino di minori e centro per le famiglie, ma ASC Appennino reggiano ha un giro d’affari superiore ad alcuni comuni e gestisce servizi essenziali per la nostra comunità, bambini, anziani. Deve essere un’azienda moderna, in linea con l’importanza e la delicatezza dell’incarico, in cui la gestione del teatro Bismantova è diventata residuale – conclude Carpineti Civica -. Se non riesce a stare al passo con le incombenze che questi servizi richiedono, lo faccia sapere ai soci. E se lo ha già fatto, i sindaci della montagna provvedano a dare quello di cui hanno bisogno”.