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Forse si può tornare a parlare di famiglia

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Riceviamo e pubblichiamo

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“Veniamo da anni in cui il parlar bene della famiglia tradizionale incontrava non di rado contrarietà ed insofferenza,  né mancava talora una qualche frecciata di  sarcasmo, quando non irrisione, in nome del modernismo contro le arretratezze, dando l’idea a chi credeva ancora in tale   ‘istituzione’ -  e in principi  affini, definiti anche come non negoziabili - che la scala dei valori si fosse per così dire capovolta (o andata all’incontrario volendo mutuare un efficace concetto che pare  stia  incontrando non poca attenzione).

 A ben vedere, e ad onor del vero, più di un elemento sembra dirci che nel corso di questi decenni la nostra società ha visto un rilassamento piuttosto diffuso,  se non indifferenza o noncuranza,  nella salvaguardia  di valori che a mio avviso avrebbero invece  meritato una difesa più convinta  e risoluta,  anche da parte di quanti  avevano  il ruolo per poterlo fare, mentre hanno forse reagito in modo abbastanza tiepido ed esitante, e sta di fatto che nella sfera dei nostri comportamenti  sono subentrati nuovi e diversi modelli di vita e di costume.

 Nuove usanze e consuetudini che sono andate via via a sostituire in copiosa misura le precedenti, salvo che oggi pare cogliersi un qualche ripensamento, col riavvicinarsi ad es., quantomeno mentalmente,  al tipo di famiglia che  i meno giovani hanno conosciuto, e con la quale sono cresciuti, perché ci si è verosimilmente accorti che la famiglia concepita alla maniera di una volta  può tornare  utile, e preziosa, a fronte delle difficoltà ed incognite che semmai ci  riserva la nostra quotidianità, e che paiono in crescendo per svariate ragioni.

 FAMIGLIA QUALE PRIMO MATTONE DELLA SOCIETÀ

 C’è chi  ha inteso la famiglia di un tempo  come una scatola vuota, di sola apparenza,  e sostanzialmente retorica, e in verità  non era perfetta, e poteva anche deludere le aspettative in essa riposte, ma nella pluralità dei casi si configurava quale contenitore di pregi e buoni propositi, volti a mantener saldi i legami parentali, come premessa per unire le forze e darsi al bisogno reciproco aiuto, e del resto si è sempre detto che la famiglia è il primo mattone della società, il che mi sembra aver trovato conferma  nel corso dei secoli.

 Poi abbiamo forse pensato  - anche in totale buona fede, pur se non per tutti è stato così  - che vi fossero altri strumenti, espressione  diretta o delegata  della mano pubblica,  capaci di sopperire in larga dose al ruolo della famiglia tradizionale, ma ci si  sta  probabilmente accorgendo di  spazi ed aree  dove la famiglia è insostituibile, e tale riscoperta pare anche avvertibile nel “fermento”  suscitato in  questi giorni da una pubblicità che, pur controversa,  sembra interpretabile come accorato  invito alla ricomposizione di un nucleo famigliare.

 Difficile dire quale seguito potranno avere i segnali cui sopra accennavo, ancorché possano  guardarsi come lo specchio di una situazione in movimento, e  se della famiglia si è sempre parlato, e quindi anche in questi decenni, i termini sono stati non di rado poco “benevoli” verso la sua forma e versione tradizionale, e io vedo già come un buon risultato il fatto che se ne riparli evidenziando aspetti e risvolti  a lungo  trascurati, o minimizzati e banalizzati  (e che ora paiono invece via via rivalutati e sulla strada  di  “riprendere quota”)”

 P.B. 

 

14 COMMENTS

  1. I termini sono stati poco benevoli verso la forma della famiglia tradizionale? quando mai si è attaccato un ragazzo e una ragazza che vogliono mettere su famiglia! Non penso sia mai successo. Penso che Lei sia vittima di un lavaggio del cervello – una narrazione ben precisa di una certa parte politica che vuole vittimizzare la famiglia tradizionale, gli eterosessuali, le persone con la pelle bianca, insomma, vuole fare passare per minoranza chi minoranza non è, per attraccare le vere minoranze. Che fastidio le dà una famiglia composta da due uomini o da due donne? La loro esistenza limita lo sviluppo della famiglia tradizionale? Non si poteva parlare di famiglia tradizionale per colpa loro? Evidentemente c’è un problema di fondo che deve risolvere Lei con sé stesso. Cordiali Saluti.

    • A me pare lei debba acquisire un concetto primordiale: e cioè che la propagazione dell’ uomo segue leggi della natura e non di un colore politico. Sulla base di questa non conoscenza, si cerca di equiparare ciò che è regolato dalla natura, da quello che non è regolato dalla natura. In questo si, c è una grossa forzatura. Buona domenica.

      (Morelli Azio)

  2. Circa il “lavaggio del cervello” di cui sarei vittima, mi sembra di ricordare che un tale sistema vigesse nei cosiddetti “Campi di rieducazione” – di cui è noto il luogo – e che la cosa non abbia alcunché da vedere con l’italica parte politica cui Lorenzo pare riferirsi.

    Quanto alla famiglia tradizionale, ben più di una volta mi sono sentito dire, allorché nel ragionare capitava di sottolinearne il valore, che il parlarne così configurava di fatto una sorta di discriminazione verso altre forme del relazionarsi e dello stare insieme.

    Se il problema non esistesse, secondo la tesi di Lorenzo, a meno di averlo frainteso, non sarebbe verosimilmente successo che qualcuno, molto più importante di me, ritenesse di trattare l’argomento (e se ciò è avvenuto un qualche motivo doveva pur esservi).

    Rimango poi dell’avviso che una società, pena il “liquefarsi”, debba avere valori cui far riferimento, frutto della propria storia, e delle proprie consuetudini e tradizioni, senza pretesa alcuna che tutti siano tenuti ad attenervisi (ma i valori dovrebbero restare tali).

    Infine, ho talora l’impressione che siano casomai visti come vittime del lavaggio cervello quanti si discostano dal “pensiero politicamente corretto”, ma se Lorenzo la pensa a suo modo me ne farò una ragione, come diceva un altro sempre molto più importante di me.

    P.B. 30.09.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  3. Già il fatto di nascondersi dietro l’anonimato non ha molto senso, P.B., il resto che hai scritto sono parole vuote…ognuno di noi ha avuto, ha tuttora una famiglia e ha dei figli con una famiglia e prova a gestire meglio che può la propria situazione… fortunato tu che hai trovato le soluzioni!!!¡

    Enzo Scaglioni

  4. Gent.le Sig.P.B,la famiglia è una cosa seria!!!l Dio e Patria sono una cosa seria.
    Il Rosario è una cosa seria!!!
    Il suo ( legittimo e democratico ) arzigogolato esercizio di retorica,
    appartiene a un collaudato metodo di propaganda su temi profondi e delicati,che molti maneggiano ( a livello di politica nazionale ) con azzardo e approssimazione ,utilizzando simboli e tematiche solo a fini elettorali.
    E i risultati sono sotto gli occhi di tutti !!!!!!
    Seregni Gianluca.

  5. Stento francamente a credere che possa essere il mio presunto anonimato ad irritare sino al punto di far desistere dal leggere Redacon, anche perché di anonimato non si tratta affatto, essendo ben note alla Redazione le mie generalità, e poi c’è sempre maniera di “lasciar perdere” tutto ciò che porta la firma P.B.

    E’ forse più probabile che l’Autrice del commento, direi abbastanza acido, si aspettasse di non veder ospitate su Redacon le mie opinioni, secondo una logica selettiva che mi sembrerebbe piuttosto elitaria e non molto democratica (a meno che il modo con cui mi esprimo risulti insopportabilmente sgradevole).

    Ma del resto, salvo omonimie, mi par trattarsi della stessa lettrice che in un articolo del novembre 2019, dal titolo “Una storia dal cuore in gola”, si chiedeva se il Presidente della nostra Regione amasse le storie, non essendo laureato, al che io ebbi a ribattere pur da posizioni politiche diverse da quelle del Presidente.

    Passando a Seregni Gianluca, che mi addebita un “arzigogolato esercizio di retorica”, se volesse casomai significare che le mie parole erano contorte e cervellotiche, nonché astruse, e dunque poco comprensibili, c’è invece chi le ha intese piuttosto bene, vedi il primo commento, visto che le ha contestate in più punti.

    Dipoi, i quattro valori da lui citati sono indiscutibilmente una cosa seria, anzi molto seria, ma non basta elencarli perché andavano anche difesi nel corso di questi anni, il che è poco o nulla avvenuto, e ben venga chi oggi cerca di riproporli (non credo che Seregni possa sapere se siano solo manovre e tattiche elettorali).

    Io sono altresì dell’idea che siano anche valori identitari, come credo di aver scritto in altre occasioni, e sappiamo bene quanto il senso di identità ed appartenenza sia stato visto come l’anticamera del nazionalismo o del sovranismo, e dunque poco benvoluto, per usare un eufemismo, da una determinata parte politica).

    P.B. 02.10.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  6. Vedo che anche Enzo Scaglioni è salito sul carro dell’anonimato – ancorché di anonimato non si tratti affatto – ma al di là di questo particolare, e venendo alla sostanza, ossia a ciò che più dovrebbe interessare, io non ho trovato soluzioni, anche perché “ognuno sa di casa propria”, secondo un notorio detto, nel senso che ciascuno di noi affronta come può e riesce la rispettiva situazione in campo sentimentale, e familiare (e non soltanto).

    Tutt’altra cosa è invece il fatto che una società – o comunità di popolo, come si usa anche dire – abbia propri valori di riferimento, che si è data nel corso delle generazioni, ai quali potersi attenere ed “ancorare”, e non a caso Gianluca Seregni ne ha indicati quattro, e qualche altro potrebbe probabilmente aggiungersi, ma è successo, almeno questa è la mia impressione, che siano stati poi disattesi, e per un tempo non breve..

    A quest’ultimo riguardo io ho giustappunto parlato di rilassamento piuttosto diffuso – nella difesa di detti valori – che ha cioè riguardato molti di noi, fors’anche aiutato, sempre a mio vedere, dalla “noncuranza” di talune forze politiche dimostratesi, a differenza di altre, piuttosto scettiche e fredde nei confronti dei valori in causa (c’è da rallegrarsi se adesso tali forze hanno cambiato idea, ma ciò non cancella il loro precedente atteggiamento).

    P.B. 03.10.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  7. Nel leggere l’ articolo e i quattro commenti scritti dal signor P.B. in tre giorni, verrebbe da pensare che il signor P.B. abbia molte cose da dire.
    Peccato che siano sempre le stesse cose che ripete da anni.

    Per quanto riguarda poi l’anonimato, in rete si trova tutto: dall’indirizzo al telefono di casa per finire con il codice fiscale.

    Giovanni Annigoni

  8. Leggo che Giovanni Annigoni mi trova molto ripetitivo, il che comunque rappresenta già un passo in avanti rispetto a quando, nel Febbraio 2020 – a commento di un mio articolo titolato “La lettera di PB: Area Mab è prioritaria la salvaguarda dell’esistente” – trovava abbastanza “indigesto” o suppergiù il mio scrivere su Redacon.

    Nelle tante volte in cui ho espresso il mio pensiero su Redacon, a me pare di averlo fatto in ordine a svariati argomenti, tra loro di differente natura, il che rende oggettivamente piuttosto difficile il ripetersi, dal momento che cambia sempre l’oggetto volta a volta in causa, salvo tematiche come valori, tradizioni, identità (e similari).

    In effetti, può benissimo essere che nel corso degli anni io abbia insistito o perseverato su dette tematiche, ed altre affini, per me non secondarie, e se così fosse mi andrebbe quantomeno riconosciuto di essere coerente, anche a rischio di diventare o apparire “monotono” (pur se spererei di poter evitare quest’ultima eventualità).

    Ovviamente Giovanni Annigoni può contestare la frequenza e ripetitività dei miei commenti, e scritti, e altro ancora, ma dovrebbe anche entrare nel merito delle materie trattate, mentre qui non ha speso una sola parola sulla Famiglia, quando invece lo fa il primo commento, che, al pari suo, non è stato di certo tenero nei miei confronti..

    P.B. 04.10.023

    P.B.

    • Firma - P.B.