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LE VOCI DELLA POESIA

Donne in Autunno

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Umberto Saba

Si capisce che l’autunno è arrivato dall’odore dell’aria. L’olfatto, più che la vista, è il primo messaggero del mutamento. Una mattina ti svegli, esci e senti che non c’è più la fermezza sicura, ripetuta giorno dopo giorno, dei profumi che il caldo estivo sprigiona. Ti accorgi di aver varcato una soglia, di essere entrata in una stagione di passaggio, che ti rimanda un’aria con aromi diversi, quelli che presiedono alla fine di un ciclo. L’autunno porta pensieri di morte che non sempre trovano sollievo nella certezza di una rinascita. La metafora della natura, che simboleggia le stagioni della vita umana, diventa spesso scomoda realtà dell’esistenza che si allontana. Il poeta triestino Umberto Saba (1883-1957) intreccia un dialogo con la moglie che abbina il cambiare della stagione al cambiare dei sentimenti della donna:

Autunno, 1931

Che succede di te, della tua vita,

mio solo amico, mia pallida sposa?

La tua bellezza si fa dolorosa,

e più non assomigli a Carmencita.

Dici: “È l’autunno, è la stagione in vista

sì ridente che fa male al mio cuore”.

Dici – e ad un noto incanto mi conquista

la tua voce –: “Non vedi là in giardino

quell’albero che tutto ancor non muore,

dove ogni foglia che resta è un rubino?

Per una donna, amico mio, che schianto

l’autunno! Ad ogni suo ritorno sai

che sempre, fin da bambina, ho pianto”.

Altro non dici a chi ti vive accanto,

a chi vive di te, del tuo dolore

Che gli ascondi; e si chiede se più mai,

anima, a dove e a che, rifiorirai.

D’autunno o di eternità?

Linuccia e Lina Saba

La donna sente il dolore dell’autunno, si fa pallida, non è più identificata con la passionale Carmen, e anche se la sua voce ancora incanta il poeta, tuttavia, in prima persona riafferma la sua pena. Eppure è lei stessa a chiamare l’autunno “ridente”, ad osservare che l’albero in giardino ancora non muore, anzi, le sue foglie, colorandosi di rosso,  diventano preziose come rubini. Ma proprio questa stagione di apparenti tesori fa sentire ancor più la sofferenza dell’inevitabile distacco, un distacco prefigurato nelle due parole che rimano “schianto” e "pianto". Il poeta non conosce appieno il dolore della donna, ci sono cose che lei gli nasconde, forse perché è una pena compagna di vita da tanto tempo, dall’infanzia, una pena difficile da affrontare, che si risveglia ad ogni autunno, perché tutti i dolori si assomigliano, si richiamano uno con l’altro, e la morte della stagione riaccende la paura. Così il poeta si chiede se la donna mai rifiorirà come la stagione: ci sarà una primavera che porterà ad un nuovo autunno, o sarà l’eternità ad avvolgerla in un autunno perpetuo?

Anche l’irlandese W.B.Yeats (1865-1939) intreccia un dialogo con la donna amata, immaginandola nell’autunno della vita:

When You Are Old, 1892

Quando sarai vecchia

 

When you are old and grey and full of sleep,

Quando sarai vecchia e grigia e piena di sonno,

And nodding by the fire, take down this book,

E col capo che ciondola assonnato vicino al fuoco, prendi questo libro,

And slowly read, and dream of the soft look

E leggi piano, e sogna il morbido sguardo

Your eyes had once, and of their shadows deep;

Che i tuoi occhi avevano una volta, e le loro ombre profonde;

 

How many loved your moments of glad grace,

Quanti hanno amato i tuoi momenti di grazia lieta,

And loved your beauty with love false or true,

E hanno amato la tua bellezza di amore falso o sincero,

But one man loved the pilgrim soul in you,

Ma un uomo ha amato in te l’anima pellegrina,

And loved the sorrows of your changing face;

E ha amato i dolori del tuo viso mutevole;

 

And bending down beside the glowing bars,

E chinandoti verso il bagliore del camino

Murmur, a little sadly, how Love fled

Mormora, un po’ tristemente, di come l’Amore è fuggito

And paced upon the mountains overhead

E se n’è andato in alto sulle montagne

And hid his face amid a crowd of stars.

E ha nascosto la sua faccia in una folla di stelle.

A differenza di Saba, Yeats non fa parlare la donna, anzi, immagina il sentire di lei, in un malinconico ricordo di ciò che è stato e non è più. Alla vecchia, grigia figura appannata nell’intelletto, e che riscalda col fuoco gli acciacchi dell’età, tornano in mente i fasti passati grazie ai versi del poeta stesso, che l’ha resa immortale con la sua poesia. Allora, forse, la donna capirà che un uomo solo l’ha veramente amata, che solo lui è riuscito a comprendere la complessità del suo essere mutevole e vagabondo. Questa realizzazione riempirà la donna di tristezza per aver fatto fuggire l’amore, il vero Amore, quello con lettera maiuscola, che è ora diventato una stella tra le altre nel cielo.

Maud Gonne McBride

Questa donna si chiamava Maud Gonne McBride, un’attrice e combattente per l’autonomia dell’Irlanda, che più volte rifiutò di sposare il poeta. I rifiuti della donna cementano e sostengono questi versi, riflettendo sentimenti di amarezza nel poeta rifiutato, ma che si immagina che Maud comprenderà solo troppo tardi quanto il suo amore fosse l’unico per lei. I poeti, seppur grandi, sono esseri umani e perciò non esenti da piccineria: se la donna di Saba ha una sua identità piena e autonoma, quella di Yeats è raffigurata in modo da soddisfare l’ego ferito dell’autore, e così la forte e volitiva Maud diventa una vecchia che ha solo il fuoco a riscaldarla e un libro delle poesie di Yeats a rammentarle ciò che ha perso, oltre al fatto che è famosa grazie a lui. 

Purtroppo è vero che Maud Gonne, donna coraggiosa e di forte carattere, è ora conosciuta soprattutto come ‘musa’ di Yeats, mentre pochi sanno della sua lotta a favore dell’indipendenza dell’Irlanda, per la quale fu anche incarcerata e vide il marito, John McBride, condannato a morte a seguito della rivolta della Pasqua del 1916. 

William Butler Yeats

In letteratura spesso le donne sono viste attraverso gli occhi degli uomini, anzi sono addirittura ‘costruite’ con gli occhi degli uomini e, di conseguenza, vivono tramite loro. Così la complessità del sentire femminile, come di ogni sentire individuale, si perde in una visione  distorta che tende a possedere, controllare, più che capire. Il mistero di ogni persona, uomo o donna, è quello del dolore che, come dice Saba, ‘si asconde’, che nascondiamo agli altri, per ritrosia, diffidenza, paura, timore di non essere capiti.  E proprio nella consapevolezza di questo mistero, la comprensione arriva attraverso il rispetto, quel rispetto che traspare dall’uso della parola “amico” nei versi di Saba: la forma maschile per definire una donna precisa la relazione tra i due, che condividono un’amicizia che si può solitamente immaginare solo tra uomo e uomo, prefigurando un sentire universale che va oltre le definizioni di uomo e donna, maschile e femminile, rompendo la grammatica per rompere i pregiudizi.

 

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