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“Diga e acqua per il territorio” si presenta

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“Per risolvere il problema idrico in Val d’Enza è indispensabile la realizzazione di una diga con un relativo invaso da oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua capaci di soddisfare il bisogno idrico degli usi plurimi necessari per l’ulteriore sviluppo sostenibile ed ecologico dell’intero territorio di riferimento”.

E’ questo il punto centrale del programma della coalizione “Diga e acqua per il territorio” presentato questa mattina, nella sede di Confcooperative Terre di Emilia: un programma per il governo di Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale, in vista delle elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione dell’ente per il quinquennio 2023 2028.

Altri punti del programma della colazione riguardano: la gestione semplificata e trasparente (il contenimento dei costi legati al personale , lo snellimento dei processi tecnico – amministrativi dell’ente? e la sicurezza e tutela del territorio.

La lista numero 2 “Diga e acqua per il territorio” è formata da Confagricoltura Reggio Emilia, Confagricoltura Modena, Confagricoltura Parma, Confcooperative Terre di Emilia Val d’Enza, Unindustria Reggio Emilia e Terra Viva.

 

“Il nostro programma è molto ambizioso – spiega Marcello Bonvicini, candidato alla Presidenza –Noi abbiamo bisogno di invasi e di invasi di grandi dimensioni, in particolare la Val d’Enza ha bisogno di risolvere ormai il problema dell’approvvigionamento idrico e noi abbiamo bisogno che questa infrastruttura venga fatta al più presto. Pensiamo a invaso di oltre 100 milioni di metri cubi che possano naturalmente servire a soddisfare quelli che sono gli usi plurimi: quindi il servizio del mondo agricolo, idropotabile, all’industriale, per la produzione di energia elettrica. Questo è il nostro obiettivo, senza dimenticarsi dalla parte importante del territorio che è la Pianura reggiana, quella modenese e la nostra montagna che ha bisogno di continua manutenzione e difesa del suolo e difesa soprattutto dal punto di vista idraulico”.

Da non sottovalutare poi, ha sottolineato Bonvicini “l’aspetto turistico, la realizzazione della diga potrebbe anche dare un respiro in termini economici; soprattutto nelle zone di montagna che continuano a spopolarsi. Basta guardare quelle realtà regionali dove le dighe sono presenti”.

Alberto Lasagni, responsabile Confcooperative settore agroalimentare, sottolinea che “da tempo abbiamo preso posizione sull’argomento più importante ed è questo che ci contraddistingue dalla lista numero 1. Chi è che non parla di governo corretto dai territori, del coinvolgimento degli Enti consorziati all’interno della Bonifica, quello che ci differenzia è il fatto di volere un invaso di dimensioni importanti 100 milioni di metri cubi d’acqua, forse anche di più, che di una risposta seria alle esigenze che in questi anni sono emerse sul territorio”.

 

Luciano Catellani rappresentante del Comitato della diga di Vetto ribadisce “l’importanza di fare questa diga presto, motivo per cui proponiamo un commissario ad hoc per poter arrivare alla realizzazione in tempi brevissimi, nel giro di 4 5 anni. Non possiamo più perdere tempo”.

 

Filippo Gazza, in rappresentanza di Unindustria. “Ci presentiamo per appoggiare il progetto della lista Diga in quanto riteniamo molto importante sia per il territorio che per l’attività agroindustriali che ci sia la possibilità di avere una disponibilità e una quantità continuativa delle risorse d’acqua. Dopo tanti anni che se ne parla pensiamo che il progetto della diga di Vetto sia un progetto che vada portato avanti, fondamentale per la crescita del territorio”.

2 COMMENTS

  1. Ci siamo; se questa Lista n° 2, Diga e Acqua per il territorio, composta da persone che conosco personalmente e di cui rispondo, in quanto da anni lottano contro il potere ideologico e politico del NO alla diga di Vetto, vincesse le elezioni, la Diga di Vetto si farebbe; per la Val d’Enza, per i paesi montani, per l’agricoltura tornerebbe una speranza di un futuro; i montanari devono sapere che la Diga di Vetto è l’ultimo treno che passa per questi paesi, non ne passeranno altri, se perdiamo anche questo, la fine è certa; sarà la vittoria di chi ha sempre detto di No, di chi ha votato contro la Diga di Vetto come da lavori iniziati, di chi vuole la fine di queste terre, di chi vuole che questi territori montani diventino una riserva per lupi e cinghiali.
    Sta agli lettori decidere, decidere se dare un futuro ai loro figli, un valore alle loro case e alle loro terre montane, o dire: a me non importa nulla e non andare a Votare; o votare come gli viene detto dal partito o da altri, che dei paesi montani non importa nulla.
    In questi giorni il destino dei nostri territori montani è nelle mani degli elettori, se la lista n° 2 vincerà avremo una speranza, a mio avviso una certezza, che la Diga che serve si farà, se non vincerà ogni elettore risponderà alla propria coscienza, la mia sarà a posto.
    La Diga di Vetto che serve è quella dei lavori sospesi il 16 agosto 1989, quella che formerebbe un lago navigabile e balneabile, quella che migliorerebbe la viabilità in valle, che darebbe soldi ai Comuni montani per le royalty, per i sovracanoni BIM e che darebbe lavoro e turismo; tutto questo non lo farebbe una diga da 27 milioni di metri cubi da costruirsi alla Stretta delle Gazze o alla Stretta di Vetto, come da tempo qualcuno sostiene, una diga di queste capacità in pochi decenni perderebbe gran parte delle sue capacità idriche per l’inertizzazione; molto meglio non fare nulla; sarebbe solo la vittoria di chi ha ridotto i paesi montani allo spopolamento e al dissesto, dicendo di no alla Diga di Vetto e alle fondovalli Val d’Enza e Val di Lonza. La Lista n° 2 non dice che a decidere le dimensioni dell’invaso saranno i tecnici incaricati, da chi ???, dice che la diga che serve è quella da oltre 100 milioni di metri cubi.
    Ora sta ai lettori decidere a chi consegnare le chiavi del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale, potranno consegnarle a chi vuole dare l’acqua agli Agricoltori, eliminare i danni da esondazione a Valle, a chi vuole produrre energia pulita e non sprecarla pompando le acque del Po da valle verso monte, a chi vuole ridurre l’uso delle acque del Po per irrigare frutteti, ortaggi, mais e prati stabili, a chi vuole ridurre il prelievo di acqua di falda; gli elettori dovranno decidere, ora tocca a loro; da parte mia Vi posso assicurare che i componenti della lista n° 2, Diga e Acqua per il territorio, faranno tutto questo, semplicemente perchè da anni stanno lottando per questo e non lo dicono solo ora perchè ci sono le votazioni in ballo.

    Franzini Lino

    • Firma - Franzini Lino