Da diversi paesi europei alla scoperta del progetto Life agriCOlture che si svolge nel comprensorio di produzione del Parmigiano Reggiano. Si tratta del progetto europeo che volge al termine e sperimenta tecniche di agricoltura conservativa in 15 aziende dell’Appennino reggiano, parmense e modenese. Unite a una corretta regimentazione dei suoli, queste scelte agronomiche dovrebbero consentire agli agricoltori di contenere le spese e, parimenti, di stoccare carbonio nei terreni con riflessi ambientali oggetto di studio.
“Questo progetto coinvolge gli agricoltori in maniera partecipata. La Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano dove si svolge è stata capace di mettere assieme gli enti che collaborano alla buona riuscita del progetto” ha affermato Michele Bove responsabile del settore agricoltura del Parco del Ticino, con riferimento ai titolari del progetto: Consorzi di Bonifica dell’Emilia Centrale e Burana, Parco nazionale dell’Appennino, Crpa.
“Life agriCOlture si occupa della salute del suolo da cui, per altro derivano benefici ambientali come lo stoccaggio del carbonio nel suolo medesimo. È attuato nel mondo del Parmigiano Reggiano di montagna e, così, aiuta alla tenuta della redditività in Appennino. Un modello basato sulla qualità da esportare” ha affermato Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia e responsabile suolo di Legambiente Nazionale
"La chiave di riuscita del progetto è nell’unire la conoscenza teorica dei ricercatori all'esperienza degli agricoltori" ha osservato l’austriaca Nina Kovacs della Biosphärenpark Wienerwald.
"Ho ricevuto questo invito per monitorare il progetto in quanto valutatore del comitato di gestione – ha aggiunto il polacco Mateusz Ciasnocha Ceo European Carbon Farming -. Questo progetto dimostra che è possibile cambiare, assieme, con esperienze di aziende leader nella sperimentazione"
"In tal senso – ha dichiarato ospite del magazzino della Latteria Fornacione Arian Merolli project manager di TBR Ohrid-Prespa Watershed Pogradec & Ohrid tra Albania e Nord Macedonia - da questa esperienza auspichiamo possano nascere collaborazioni di valore europeo. Siamo qui per imparare".
"È infatti possibile contrastare il cambiamento climatico anche con tecniche applicate all'agricoltura" ha concluso Eirini Stogioudi di Hellenic Forestry Service Mount Olympus Biosphere Reserve (Grecia).
Nel corso dell’intesa due giorni dimostrativa nei luoghi del progetto la delegazione straniera ha potuto ammirare i campi prova e i campi testimoni nelle aziende La Fattoria di Tobia (Villa Minozzo), Azienda agricola Giavelli (Viano), Azienda agricola Castellari di Nicasio e Damiano (Castelnovo ne’ Monti).