Come prevedibile, la notizia divulgata dall’Ausl sul parto prematuro, che ha visto coinvolta una mamma di 33 anni, residente a Villa Minozzo, ha suscitato la forte reazione anche dal punto di vista politico.
In particolare quella della consigliera di minoranza di Castelnovo ne’ Monti, Nadia Vassallo del gruppo Castelnovo ne’ Cuori che da sempre si batte contro la chiusura del punto nascite a Castelnovo e in altre zone dell’Appennino.
In particolare Vassallo punta il dito sul fatto che l’Ausl, termini la sua nota raccomandando che “la nascita avvenga in un centro perinatologico di secondo livello, come l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio, dotato di Terapia intensiva neonatale per garantire al neonato l’assistenza ed il supporto più appropriati”.
“Questa – sottolinea la consigliera in una nota – per i residenti in montagna non è una raccomandazione. Ma un obbligo. Dopo che la Regione ha chiuso il punto nascita e l’Ausl ha trasferito le risorse umane ginecologich, ostetriche, pediatriche in pianura, è vietata ogni forma di assistenza ai casi di emergenza-urgenza in gravidanza, condannando madre e bambino al trasporto a Reggio. Se poi il bimbo muore durante il trasporto com’è avvenuto a maggio, nessuno può eccepire, neanche la magistratura: è stato rispettato il protocollo previsto”.
“Ma questa regola vale anche per i residenti a Montecchio o solo per i montanari?”, domanda Vassallo.
Verso coloro che sottolineano che anche in passato la situazione era simile, Vassallo risponde: “Nel punto nascita di Castelnovo nella eventualità di sofferenza di neonato causata da evento avverso imprevisto veniva attivato il medico Rianimatore presente h24 nella struttura, una figura e un reparto inesistenti negli altri ospedali della provincia, salvo quello di Reggio. Così come veniva attivato contemporaneamente il Neonatologo reperibile della Terapia Intensiva Neonatale dell’ASMN (presente solo a Reggio) che provvedeva al trasporto in sicurezza del neonato presso l’Hub provinciale”.
“Oggi? – conclude Nadia Vassallo -. Oggi occorre avere fortuna. Perché tutto questo (ossia di tutto ciò di cui era dotato l’ospedale Sant’Anna di Castelnovo, ndr), oggi è stato sostituito con una raccomandazione dell’Ausl ed un elicottero”.
Ormai il reparto è chiuso…la fortuna era necessaria anche prima…e per il resto ben vengano le raccomandazioni dell’ASL e la presenza dell’ eliambulanza !
Giancarlo Fabbiani
Fortuna per fortuna penso che tante partorienti correrebbero meno rischi se tornassero a partorire in casa come ai miei tempi, con l’aiuto della “Levatrice”; provo ad immaginare al calvario che una futura mamma deve affrontare, elicottero compreso, per andare a partorire a Reggio Emilia; ma questa è la realtà, su tutto il nostro Appennino non esiste più un punto nascite.
Sempre più spesso penso che questo faccia parte di un progetto che prevede che in montagna l’uomo e la donna devono solo morire e non nascere, visto che queste terre saranno solo territori di lupi e cinghiali; la cosa che dispiace è, a mio avviso, che la colpa è tutta di noi montanari che crediamo che i coccodrilli volano.
Grazie a Nadia che con competenza non perde l’occasione di fare presente questa carenza, in montagna avevamo un servizio, un servizio che ora non c’è più
Lino Franzini
Mi limito a segnalare che da oltre 20 anni si raccomanda il trasferimento della gravida ad un centro con la Neonatologia per non mettere a rischio il neonato prematuro
Sarebbe andata così anche con PN aperto e pienamente efficiente
Al S Anna erano previsti solo parti a termine anche con l”organizzazione descritta. Correttamente aggiungerei
Non è questo il caso utile a scatenare polemiche
Carlo Boni
Caro Carlo, era prassi anche 20 anni fa fare diagnosi di parto prematuro al telefono?
Gianni Marconi
Mi correggo
Da circa 20 anni la raccomandazione è inserita in specifici protocolli
La raccomandazione semplice c’è da sempre direi
Carlo Boni
Sulla chiusura del punto nascite di Castelnovo Monti e dei nosocomi montani in genere ormai si è detto e scritto molto,
io mi limito a riportare tre articoli della Carta Costituzionale, che dovrebbero fare rifletter tutti, in primo luogo i nostri rappresentanti politici.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 31.
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Con la soppressione dei punti nascita, ma anche con le riduzione di altri servizi fondamentali per la vita dei cittadini, presenti in montagna si viene a creare quella Disuguaglianza di trattamento che a mio modesto parere va contro quanto contenuto nella nostra Costituzione.
massimo
Cara Vassallo,forse lei non ricorda che tutti i parti prematuri non sono Mai stati effettuati a Castelnovo, anzi, si andava direttamente a Reggio. Perché sempre deve polemizzare su tutto, forse non ha ancora capito che NON verrà più riaperto il Punto Nascite. Le faccio presente che, grazie all’azienda USL, esitono a Castelnovo e provincia, Automendica, Autoinfermirerstica, con infermiere altamente specializzato, Ambulanze con personale sempre più preparatore, Elicottero di Parma, Pavullo e Bologna per i voli notturni. Cosa vuole di più??? Si metta il cuore in pace e interagisce con discorsi costruttivi non polemici. Secondo lei perché stanno costruendo il Mire???
Andrea
Dimenticavo Cara Vassallo, che la signora in 12 minuti è arrivata a Reggio grazie all’elicottero, in ambulanza sarebbe arrivata alla Gatta, si e no. Poi sarebbe arrivata a Castelnovo, in 30 minuti, minimo, poi vista la situazione, inviata a Reggio, 45 minuti. Totale 12 minuti di Elisoccorso contro i 75 minuti se fosse passata da Castelnovo. A lei le conclusioni.
Andrea
Tranquilli, la costituzione la guardano solo quando fa comodo a loro.
Franchini Luciano
Nel leggere, in uno dei commenti, che “non è questo il caso utile a scatenare polemiche”, mi viene abbastanza naturale esprimere l’opinione che tali parole sembrano difficilmente applicabili alla consigliera del gruppo Castelnovo né Cuori, visto che da parecchi anni a questa parte sostiene la tesi della riapertura del Punto Nascita montano.
Una riapertura che, se non ricordo male, faceva parte di un impegno elettorale di chi sta guidando la nostra Regione, talché l’intervento della Consigliera può essere casomai inteso quale rinnovata esortazione a rammentare, o non dimenticare, quell’impegno, che veniva di fatto a convalidare le ragioni a lungo sostenute dalla Vassallo.
Si può naturalmente, e legittimamente, non essere d’accordo con l’azione fin qui condotta dalla consigliera Vassallo, e con l’obiettivo perseguito, ossia la riapertura del PN montano, ma credo vada comunque riconosciuta la coerenza di detta azione, e mi parrebbe altresì non appropriato il definire queste sue righe come uno “scatenare polemiche”.
P.B. 04.09.2023
Gentile P.B. grazie per le sue parole.
In questi anni non ci ha mai lasciato sole in questa impari lotta con il sistema locale che pretende di avere l’esclusiva sia nel prendere decisioni sia nel rappresentare la critica, il malessere per mantenere il consenso popolare, cercando di isolare e spesso biasimare tutto ciò che non proviene da sé stesso.
Sul punto nascita questo sistema ha fatto e detto tutto ed il contrario di tutto mettendo in scena una babele di affermazioni e personaggi che rappresentano il contrario della coerenza.
Anche in questi pochi commenti su una vicenda di evidente marasma per la gestione della sicurezza causata prima dalla chiusura del punto nascita da parte della Regione e poi dalla soppressione della guardia ginecologica h24 e divieto di intervento sulle emergenze urgenze disposto dall’Ausl, che ha portato in maggio alla morte di un bambino e in settembre ad una diagnosi telefonica di parto prematuro con intervento di elisoccorso, si possono ascoltare sia le bacchettate del dottor Boni in difesa dell’Ausl sia le parole di scherno di chiara matrice maschilista che ci intimano di tacere.
Nel nostro piccolo, noi non abbiamo mai mancato di far sentire la nostra voce a difesa dei diritti delle donne e dei bambini ed è proprio questo che disturba questo sistema che tutto vuol tenere sotto proprio controllo.
Ed in questo, gentile P.B. ci assomigliamo: continuiamo a far sentire la nostra voce.
Ancora grazie.
Nadia Vassallo
Il punto nascita di Castelnovo era, dopo quello di Reggio, il più attrezzato perché oltre a disporre di tutti i servizi richiesti per un punto nascita di primo livello poteva contare anche su un reparto di terapia intensiva i cui medici erano stati addestrati per un primo intervento neonatale, mentre nessun altro ospedale territoriale ha mai disposto di terapia intensiva. Numerosi i casi di madri e bimbi salvati in extremis proprio grazie alla presenza sul territorio del punto nascite, al quale le gravide si rivolgevano sia per i parti normali che per le visite preparto o per sofferenze insorte. Se è vero che da sempre si cerca di far partorire il prematuro presso l’Hub di Reggio con la TIN (Terapia Intensiva Prenatale), era la stessa AUSL di Reggio a spiegare l’istituzione dello STEN (Servizio di Trasporto d’Emergenza Neonatale) fatto inviando gli stessi medici della TIN per trasportare in sicurezza i bambini in condizioni critiche ed instabili. L’AUSL spiegava infatti che “anche nella migliore organizzazione delle cure perinatali, non sempre è possibile prevedere la nascita di un neonato “patologico” o “critico””.
Se la donna di Villa Minozzo fosse stata di Montecchio, molto probabilmente si sarebbe rivolta al punto nascita attivo all’ospedale del paese, il quale con cognizione di causa avrebbe fatto diagnosi e avrebbe stabilito se trasportare la donna a Reggio con il protocollo STAM, se mantenerla in osservazione a Montecchio, se farla partorire a Montecchio e poi usare lo STEN per portare il neonato a Reggio.
Invece, per la montagna si va un tanto al braccio: la gravida di maggio la si è mandata a Reggio in ambulanza nonostante le condizioni disperate del bambino che infatti è morto durante il trasporto, questa di Villa invece con l’elicottero e ha partorito due ore dopo.
E’ per questo che trovo osceno il cercar di chiudere la bocca alla critica dicendo: tanto lì non avrebbe potuto partorire.
E’ sempre l’Ausl a parlare: ogni anno c’erano 40-50 parti in provincia che poi necessitavano il ricovero del bimbo in TIN, e di questi almeno 20 necessitavano di STEN.
Ora che sono chiusi tutti i punti nascita territoriali tranne Montecchio, quanti bimbi abbiamo perso nel silenzio dell’AUSL?
https://www.ausl.re.it/progetto-interaziendale-per-la-realizzazione-del-servizio-di-trasporto-demergenza-neonatale-sten
Gianni Marconi