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Proposta della consigliera Gibertoni

Un’Università per l’Appennino: la discussione si apre

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Giulia Gibertoni (Gruppo Misto)

Nell'ambito delle molteplici prospettive di sviluppo e valorizzazione delle aree montane, la consigliera Giulia Gibertoni pone in risalto un'importante questione rivolta alla Giunta regionale. La sfida riguarda la possibile creazione di un'“Università della Montagna” o di un'“Università dell’Appennino” anche nel contesto emiliano-romagnolo. L'intento sarebbe quello di adottare un modello simile a quello realizzato a Edolo e di collaborare con le Università presenti nella regione per promuovere un maggiore scambio e diffusione di opportunità formative, corsi professionalizzanti e tavoli di lavoro dedicati alle tematiche montane.

Il progetto Unimont, con la sua sede operativa situata a Edolo, emerge come un esempio concreto di successo. Avviato dall'Università Statale di Milano, in collaborazione con enti territoriali quali il Comune di Edolo, il Consorzio dei Comuni B.I.M. di Valle Camonica, la Provincia di Brescia, l'Unione dei Comuni Alpi Orobie Bresciane e la Comunità Montana di Valle Camonica, l'iniziativa si focalizza sulla formazione e la ricerca relative alle sfide montane.

Il centro Universitario d’Eccellenza “Università della Montagna” opera con l'obiettivo di analizzare le complessità connesse alle aree montane. L'Università offre un corso di laurea triennale in “Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano” e un “Centro studi applicati per la gestione sostenibile e la difesa della montagna”, impegnato nella ricerca scientifica applicata al territorio montano.

La consigliera sottolinea l'importanza di avvicinare l'università ai territori, nonché di promuovere il dialogo e la collaborazione con le comunità locali. Ritiene che solo attraverso una strategia di decentralizzazione e valorizzazione delle peculiarità dei territori si possa evitare il declino di intere aree regionali e la conseguente perdita di conoscenze e opportunità.

La proposta di estendere il modello di Unimont all'Appennino emiliano-romagnolo trova riscontro nel già esistente progetto Alfonsa. Coordinato dall'Università di Modena e Reggio per l'Appennino, AL.FO.N.S.A. mira a promuovere l'Alta Formazione e l'Innovazione per lo Sviluppo Sostenibile dell'Appennino. Questo programma prevede la creazione di percorsi formativi mirati, in collaborazione con vari attori privati e pubblici, al fine di fornire competenze specifiche a supporto dello sviluppo sostenibile delle aree appenniniche.

L'interrogazione proposta dalla Consigliera Gibertoni apre la strada a interessanti scenari e opportunità per l'Appennino reggiano. I modelli di sviluppo su cui si è basata la società moderna hanno trovato terreno fertile soprattutto nelle città, grazie alla loro accessibilità e alle reti consolidate ma questo scenario sta attraversando un processo di trasformazione.

Le sfide coinvolgono anche i territori montani, che presentano problematiche specifiche. Lo spopolamento rappresenta una delle principali preoccupazioni, poiché riflette la salute di queste comunità. È essenziale adottare modelli di sviluppo che si allineino alle caratteristiche uniche di queste zone, valorizzando il capitale umano, l'innovazione e la collaborazione.

Per abbracciare questa nuova prospettiva, è necessario adottare un approccio differente, è fondamentale smettere di considerare le aree montane come destinatarie di assistenza e invece investire nelle idee e nella visione dei giovani. I giovani rappresentano un terreno fertile per l'innovazione, e assistiamo a un processo spontaneo di cambiamento che è nostro compito agevolare e promuovere. Oggi, la parola chiave anche per le regioni montane è "innovazione".

2 COMMENTS

  1. Si potrebbe attivare un corso di laurea a Ventasso o Villaminozzo. Ma perché un solo corso di laurea? Magari uno a Cervarezza, uno a Busana, uno a Ligonchio, uno a Ramiseto e uno a Collagna…

    Mi scuso per il paradosso, ma è per segnalare che l’attivazione di corsi di laurea in tante sedi è un modello di organizzazione dell’Università che mostra diverse crepe, tra cui i costi e la limitata presenza di ricercatori e docenti nelle sedi decentrate. Soprattutto, tradisce il concetto stesso di università, che significa presenza continuativa di ricercatori e studenti che assieme fanno ricerca, assieme sviluppano nuova conoscenza, assieme apprendono. Molte sedi universitarie decentrate sono in realtà aule remote che danno ai giovani che le frequentano solo la frettolosa presenza di un professore di passaggio anziché una autentica esperienza di università.

    Non conosco il caso concreto di questa esperienza dell’Università di Milano a Edolo, che certamente è lodevole e avrà richiesto un grande impegno, un impegno che un grande ateneo come UNIMI è stato in grado di assicurare. UNIMI tende a fare le cose bene, quindi se l’iniziativa UNIMONT è sopravvissuta significa che qualcuno ci ha investito molto negli anni.

    Penso che come montanari dovremmo (anzi dovremo) batterci per mantenere aperte le scuole elementari nelle frazioni, ottenere il tempo pieno e impianti e laboratori di qualità in tutti i livelli della formazioni primaria e secondaria, puntare sul sostegno alla qualità della formazione superiore nelle scuole superiori di Castelnovo, anche promuovendo navette per portare in Appennino studenti per indirizzi specialistici di qualità (penso alle esperienze in ambito agrario in tempi di Covid del Mandela, che certo sono state invidiate dagli studenti delle scuole superiori di città).

    Per la formazione terziaria, forse sarebbe plausibile pensare ad una struttura per ospitare Scuole Estive / Scuole Invernali (eventi formativi di 1-2 settimane, residenziali), con spazi e infrastrutture audio/video di qualità per aule e sale convegni. Forse presso gli alberghi delle stazioni sciistiche? Sarebbero investimenti che si sommano a tanti già evidenziati come necessari.

    Per gli studenti universitari della montagna si dovrebbe esigere dalla regione e dallo stato un concreto supporto per il diritto allo studio, con sistemazioni a loro riservate nelle sedi universitarie della regione ed esonero dalle tasse universitarie, ovviamente correlato con il percorso regolare negli studi.

    SC