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Vite d’Appennino

Il carabiniere Leone Carmana

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La Medaglia d'oro al valor militare è la più alta onorificenza italiana per i militari che si sono distinti in azioni di eccezionale valore durante il servizio sul campo. Questa altissima onorificenza venne istituita nel 1793 e oggi è concessa dal Presidente della Repubblica su proposta del Governo. L’Appennino reggiano vanta alcune Medaglie al valor militare, in particolar modo concesse per le azioni avvenute durante la Resistenza: durante la Prima guerra mondiale, invece, spicca il nome del carabiniere Leone Carmana.

Nato a Villa Minozzo nel 1894, poco più che vent’enne, nel 1915 Leone Carmana fu richiamato alle armi e prese servizio nel 7° Reggimento fanteria “Cuneo”. Passò un primo periodo al Passo del Tonale, per poi essere inviato al Monte Podgora, dove fu ferito due volte.

Nel maggio del 1916 fu destinato alla Legione dei Carabinieri di Genova. Dopo la fine del conflitto, qui divenne effettivo e si trovò ad affrontare il cosiddetto “biennio rosso”, ovvero quel periodo di agitazioni e scontri nei due anni successivi alla fine della guerra. Il 4 giugno 1920 respinse un attacco anarchico alla polveriera di Vallegrande, nei pressi di La Spezia. Come si può leggere sul volume La Benemerita. I Carabinieri a Scandiano, Casalgrande e Viano di Marco Montipò e dello scrivente, venne proposto dalla prefettura di La Spezia stessa per un giusto riconoscimento perché «senza l'intervento e la condotta ammirevole del carabiniere Carmana, il tentativo criminoso avrebbe avuto ben diverso risultato. I rivoltosi procedevano in silenzio, sarebbero riusciti ad occupare la polveriera, ove si contenevano ingenti quantità di esplosivi, con quale pericolo è facile immaginare. Il carabiniere va premiato con un’alta ricompensa al valore».

La richiesta della prefettura fu accolta e al carabiniere reggiano fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: «Piantone all'ingresso di una polveriera, scorto l'avvicinarsi di una settantina di rivoltosi che già si erano impossessati di fucili di due corpi di guardia e intendevano impadronirsi della polveriera stessa, ordinava la chiusura della porta dietro di sé, pur sapendo di precludersi così ogni via di scampo, rispose a colpi di moschetto al fuoco dei ribelli, mantenendosi saldo al suo posto, da solo, benché ferito, dando così tempo al sopraggiungere di rinforzi, coi quali concorse poi a fugare i facinorosi, sventando in tal modo il criminoso tentativo esempio mirabile di eccezionale presenza di spirito, di coraggio e di altissimo sentimento del dovere».

Nel 1923 si congedò dall’Arma e tornò nella sua Villa Minozzo, dove lavorò la terra fino a quando morì prematuramente, nel 1926. In suo ricordo, vennero intitolate le Caserme provinciali dei Carabinieri di Reggio Emilia e di Savona e le Sezioni dell'Associazione Nazionale Carabinieri di Reggio Emilia, Savona e La Spezia. Nella sua cittadina d'origine, Gazzano di Villa Minozzo, fu intitolata una piazza con il suo nome nell’agosto 1966. Inoltre, una targhetta commemorativa posta dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Villa Minozzo ricorda le Medaglie d’oro Leone Carmana e Domenico Bondi, quest’ultimo caduto durante la Resistenza.