Nel panorama sempre più articolato delle politiche sanitarie, emerge un nuovo protocollo d'intesa tra la Regione Emilia-Romagna e Federfarma che promette di rivoluzionare il ruolo delle farmacie. L'accordo biennale, denominato "Farmacia dei Servizi", si pone l'ambizioso obiettivo di rafforzare la presenza delle farmacie come punti focali per l'erogazione di servizi di salute e assistenza di alto livello, contribuendo così a migliorare il benessere delle comunità locali.
Il protocollo prevede un ventaglio di iniziative che spaziano dai servizi cognitivi all'assistenza farmacologica, dal potenziamento della telemedicina alla somministrazione di vaccini. L'aderenza alle terapie farmacologiche, spesso problematica per molti pazienti, sarà monitorata con attenzione attraverso la raccolta dati, mentre le informazioni riguardanti l'assunzione corretta dei farmaci e la segnalazione di eventuali reazioni avverse saranno fornite in maniera esaustiva.
Il dott. Marco Tondelli, farmacista di lunga esperienza e figura autorevole all'interno del settore, è intervenuto per fare con noi il punto della situazione e per spiegare i molteplici vantaggi che tale accordo comporta per le farmacie e per la popolazione a cui esse prestano servizio.
Quali sono le sfide principali che le persone nelle aree interne, come quelle appenniniche, affrontano nell'accesso alle cure mediche?
Le persone che abitano in zone interne sono sicuramente svantaggiate rispetto a quelle che abitano nei pressi di grandi centri urbani, soprattutto dopo che la recente pandemia ha reso più complicato l'accesso agli ospedali e prolungato le liste d'attesa… La sfida principale è proprio quella di avere cure mediche il più possibile vicine, sia per quanto riguarda la dispensazione dei farmaci che per quanto riguarda esami o altro.
Come la distanza dai centri medici può influenzare la salute e il benessere della popolazione anziana in queste zone?
Secondo la mia esperienza la popolazione anziana si trova in difficoltà ogni qualvolta deve spostarsi; per questo sarebbe importante garantire una dispensazione del farmaco nelle farmacie territoriali mentre adesso per molti farmaci il ritiro è effettuato presso le farmacie ospedaliere, con gravosi problemi logistici e, conseguentemente, economici. Allo stesso modo spesso osservo liste di esami bloccate senza la disponibilità di effettuare esami anche semplici negli ospedali vicini, il che causa un grave disagio per la popolazione.
Come il protocollo d'intesa tra la Regione e le Associazioni di categoria delle Farmacie può contribuire a migliorare la situazione?
Il protocollo di intesa è sicuramente un importante passo in avanti, perchè getta le basi per un maggiore impegno delle farmacie territoriali nel garantire ai cittadini diversi servizi; quando questo protocollo si tramuterà in realtà, le farmacie potranno lavorare in sinergia con il sistema sanitario nazionale per assicurare cure mediche come elettrocardiogrammi, holter oppure per seguire maggiormente i cittadini con il monitoraggio dell'aderenza terapeutica e la ricognizione della terapia farmacologica, fornendo le indicazioni al paziente sulle corrette modalità di assunzione di farmaci. Con questi ed altri servizi la situazione potrà senz'altro migliorare, garantendo ai cittadini un trattamento tempestivo e di qualità.
Queste iniziative stanno contribuendo a colmare il divario lasciato dalla scarsità di medici di base?
La scarsità dei medici di base è sicuramente un problema a livello nazionale e locale; quello che noi però vogliamo fare è lavorare in sinergia con i medici di base, senza andarci a sostituire a loro ma lavorando insieme per assicurare una migliore e rapida cura dei pazienti. Per esempio, dato che il tema è ultimamente molto sentito, potremmo effettuare in farmacia test per comprendere la natura di una infezione respiratoria, in modo che il medico di base possa essere aiutato nella prescrizione di antibiotici,
Nelle comunità montane, il ruolo delle farmacie spesso va oltre la distribuzione di farmaci. Come immagina che il ruolo della farmacia possa continuare a evolversi?
E' vero, infatti moltissime persone entrano ogni giorno in farmacia per un consiglio, una rassicurazione o semplicemente una parola di conforto. Penso che la farmacia non debba disperdere queste qualità che la rendono un punto di riferimento per tutta la comunità, aggiungendo un sempre maggior coinvolgimento nel sistema sanitario nazionale tramite i servizi al cittadino. Ritengo che l'evoluzione sia proprio questo coinvolgimento, come indicato nel protocollo di intesa, senza dimenticare però quello per cui siamo nati ossia la dispensazione del farmaco.