‘Ballano’ 3 milioni. I ‘soliti’ 3 milioni.
Sono quelli che serviranno per far tornare a vivere e prosperare compiutamente la comunità di Baiso e mettersi definitivamente alle spalle una catastrofe sfiorata: quella della frana di Ca’ Lita.
Nella bagarre... a Baiso la Comunale riapre
Da una parte c’è il lavoro ‘di campo’, con gli operai e le imprese locali che si sono rimboccate le maniche e che hanno lavorato pancia a terra (in regime di somma urgenza, cioè anticipando loro i soldi) per ‘mettere tranquilla’ la frana attiva più grande d’Europa (parola del geologo Giovanni Bertolini) e ripristinare il passaggio su una strada – la Poggio del Bue -Levizzano – chiusa dal fango argilloso che ha inondato la carreggiata oltre due mesi fa.
“Avevamo promesso che l’avremmo riaperta e così abbiamo fatto – sottolinea il sindaco Fabrizio Corti -. Venerdì sera, ben prima delle 20, sono stati tolti i dissuasori metallici ed è stato ripristinato il passaggio. Per ora sta andando tutto secondo i piani, criticità non ve ne sono dal punto di vista del transito e questa è già un’ottima cosa”.
Dall’altra, ad un piano superiore, si litiga. Sui finanziamenti che sono stati stanziati e che non arrivano. La Regione e il Governo.
E intanto, brutto da dire, la faccia (e la credibilità) ce la mettono gli amministratori locali che stanno ‘boots on the ground’, fianco a fianco con le imprese: “Siamo in balia degli eventi – riprende Corti -. Non fa piacere sottolinearlo, anzi. Ma questo è".
La 'road map' a Ca' Lita è chiara: "Il lavoro che ci attende, adesso, è quello di continuare a monitorare la frana (che è praticamente ferma, muovendosi in termini di millimetri, ndr) e di iniziare a lavorare all’interno della piana e abbassare lo spessore della ‘punta’. Ma il problema dei soldi c’è, e resta”.
Ecco appunto: “Ci sono le imprese che hanno lavorato in somma urgenza e devono ancora ricevere quanto hanno anticipato. Non dico che siano esasperate, ma ancora oggi non si vede la sblocco dei finanziamenti. Gli imprenditori con cui parlo, che hanno subito dei danni, chiedono spessissimo se sono arrivati i soldi... Stanziarli? Quello è il primo passo, importante. Ma non è sufficiente, ovviamente”.
“La realtà di Baiso è comunque circoscritta grazie a Dio – chiosa il primo cittadino -. Ma ci sono altre amministrazioni, penso soprattutto ai Comuni pesantemente alluvionati in Romagna, che hanno ricevuto danni ingentissimi e che se non arriveranno i soldi, rischiano il dissesto. A questo rischio non voglio pensare. Alla fine, si tratta di avere pazienza e le coperture verranno irrogate come garantito”.
Priolo: “In collina e Appennino situazione complessa”
“L’impegno è massimo e si sta lavorando senza sosta per ripristinare condizioni di sicurezza dei fiumi nei territori colpiti- commenta Irene Priolo, vicepresidente della Regione, con delega alla Protezione civile, in una nota diramata lunedì da Viale Aldo Moro, per fare il punto sui cantieri aperti in tutta l’Emilia-Romagna -. I cantieri aperti su fiumi e torrenti emiliano-romagnoli, dal valore complessivo di circa 116 milioni di euro, fanno parte del pacchetto di 400 milioni per opere di somma urgenza già segnalate come assoluta priorità al Governo, e per le quali attendiamo al più presto il trasferimento delle risorse”.
“Gli interventi in corso- prosegue la vicepresidente- significano la presenza di imprese operative, operai all’opera, professionisti in campo per coordinare gli interventi: tutti attivati in somma urgenza, cioè prima di disporre delle somme necessarie per pagare i lavori, ancora da trasferire al commissario Figliuolo. Siamo in attesa, appunto, della pubblicazione del relativo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”.
“Serve fare in fretta perché l’autunno è alle porte e non si può perdere tempo, ecco perché dobbiamo lavorare anche per pianificare gli ulteriori interventi urgenti che ancora non hanno una copertura finanziaria. La situazione- conclude Priolo-, soprattutto in collina e Appennino, è complessa”.
Il dettaglio degli interventi in Regione
Attualmente sono in corso 22 cantieri in provincia di Ravenna, per un investimento complessivo di circa 41 milioni di euro; 14 nel forlivese-cesenate, per 13 milioni e 600mila euro; 26 nel bolognese per un totale di circa 54 milioni di euro. E ancora: 9 somme urgenze riguardano la provincia di Rimini, per circa 4 milioni; 6 si stanno realizzando nel modenese, con lavori per circa un milione di euro; due nel reggiano, per 3 milioni, che sono appunto le attività riguardanti la frana di Ca’ Lita.