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Manifestazione per la diga di Vetto

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Lino Franzini, presidente della Municipalità di Ramiseto

Una manifestazione in supporto alla costruzione della diga di Vetto è stata organizzata per mercoledì 16 agosto al Taglione - Stretta di Vetto d’Enza. I promotori dell'evento invitano il pubblico a partecipare numeroso per sostenere l'iniziativa che mira alla costruzione rapida dell'invaso e alla salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini.

L'obiettivo principale della manifestazione è promuovere l'accelerazione del processo di costruzione della diga, che prevede un volume complessivo di 180 milioni di metri cubi (150 milioni per usi plurimi e 30 milioni per laminazione). L'idea è di affidare i lavori a un commissario e di finanziare il progetto attraverso il modello di "project financing", coinvolgendo anche investitori privati.

L'evento avrà inizio alle 10 del mattino con una partenza a piedi dal parcheggio Lido di Vetto, per raggiungere il Taglione - Stretta di Vetto d’Enza. Si consiglia di indossare scarpe adeguate per l'escursione. Alle 10:30, è previsto un intervento da parte di Lino Franzini, presidente della Municipalità di Ramiseto e membro del Comitato per la Diga di Vetto. Sarà inoltre presente Marco Mastacchi, consigliere regionale della Rete Civica, che parteciperà con un suo intervento. Durante l'evento, sarà possibile porre domande e intervenire per esprimere opinioni e considerazioni.

L'organizzazione ha previsto un momento di pausa alle 12:30 per un pranzo presso il ristorante Lido di Vetto. Coloro che desiderano partecipare al pranzo sono invitati a prenotare chiamando il numero 333/4918206 (Orlando). Per ulteriori informazioni sull'evento, è possibile contattare il numero 328/2776268 (Lino).

4 COMMENTS

  1. Grazie a Redacon per aver dato visibilità a questo evento commemorativo che si tiene da anni; il 16 agosto ricorre la data della sospensione di lavori della Diga di Vetto; un evento che non possiamo dimenticare se pensiamo alla grande ricchezza che quest’opera avrebbe portato non solo alla Valle dell’Enza, a Reggio Emilia e Parma ma all’Italia intera: voglio ricordare che a quest’opera fu data ufficialmente “Valenza Nazionale” in quanto i suoi benefici non si limitavano a dare acqua pulita all’agricoltura, ai rubinetti, alle industrie, ad eliminare i pericoli di esondazioni, a produrre energia pulita, a ridurre il prelievo di acqua di falda e da Po, ma sarebbe stata in grado di garantire un minimo di acqua al Po in caso di secca e ridurre la risalita del cuneo salino dal mare tramite il Po, oltre a garantire lavoro, turismo, sviluppo e un futuro ai paesi montani di questo Appennino Reggiano/Parmense.
    Purtroppo tutti questi benefici andavano in contrasto con altri interessi e il 16 agosto i lavori furono sospesi per la redazione del VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) non obbligatorio quando iniziarono i lavori, ma i lavori non sono mai ripresi, nonostante la redazione del VIA e la lettera del Ministro dell’Ambiente, Carlo Ripa di Meana, del 5 novembre 1992, di cui abbiamo copia, che comunicava alla Regione e ad altri Enti che i lavori potevano ripartire, previ alcuni adempimenti a carico del Consorzio e alcuni a carico della Regione.
    Per noi “Dighisti” così veniamo definiti, il 16 agosto è la data dove il male prevalse sul bene, come spesso avviene, ora sembra che il bene possa avere una nuova chance, finalmente si torna a parlare della necessità di quest’opera, visto quanto successo in Romagna, a Lentigione nel 2017 e cosa stanno combinando i cambiamenti climatici e i maggiori fabbisogni idrici in termini irrigui e idropotabili e le necessità energetiche.
    Nel comunicato di Redacon si parla di un invaso da 180 milioni di metri cubi, di cui 150 di disponibilità idrica più 30 di riserva per trattenere la piena millenaria in caso di alluvione e salvare i paesi a valle da eventuali esondazioni; una capacità idrica superiore a quanto previsto dal Progetto Marcello, ma è giusto così, se si riparte da uno “Studio di Fattibilità” si deve ripartire dalla potenzialità che la Stretta di Vetto e dall’analisi “Costi Benefici” in termini di resa; dimenticando che i 130 milioni di metri cubi previsti dal Progetto Marcello erano frutto di un compromesso al ribasso per accontentare certe frange di oppositori, oggi non avrebbe più alcun senso parlare di un invaso da 130 milioni di metri cubi quando ne può essere fatto una da 180 milioni di metri cubi. ad un costo quasi identico, ma che in termini di resa economica cambierebbe totalmente, specie per la produzione di energia pulita e di durata dell’invaso nei secoli, considerando che l’Enza a Vetto ha un forte apporto di inerti e che annualmente ne riduce la capacità idrica. Nell’occasione di questo evento sarò a disposizione per fornire tutti i chiarimenti tecnici a chi lo desidera, spero che in questo giorno si lascino perdere le ideologie e si parli di cose concrete.

    Franzini Lino

    • Firma - Franzini Lino
  2. basterebbe leggere quanto scritto da Franzoni per capire che manca la volontà politica di chi amministra questa Regione; se la sinistra ora ha cambiato idea rispetto al passato, lo dimostri, dicendo che a Vetto se sarà realizzabile un invaso da 200 milioni di metri cubi, sarà fatto da 200 milioni; questa sarebbe serietà, ma non credo lo dirà mai, dirà che sarà lo studio di fattibilità a decidere le dimensioni.
    Siamo alle solite, il lupo perde il pelo ma non il vizio, è come se si affidasse uno studio di una casa ad una società di progettazione e gli si dice che si vuole una casa di due piani; la società progetterà una casa di due piani; così sarà per le dimensioni dell’invaso di Vetto; in regione diranno di si ad un piccolo laghetto che in estate sarà sempre vuoto e in pochi decenni sarà pieno di terra e ghiaia.

    Davide

    • Firma - Davide
  3. Personalmente sono sempre stato favorevole alle opere utili, anche se impattanti. Sono favorevole ai tunnel ferroviari ero e sono favorevole all’alta velocità ferroviaria ed al miglioramento della viabilità. Cio nonostante noto un accanimento ideologico attorno alla costruzione della diga di Vetto che a mio parere non contribuisce a fare chiarezza. Difficilmente, data la mia età, se la diga sarà effettivamente costruita, o riuscirò a vederla ultimata. Nel frattempo la val d’Enza avrà pagato un alto prezzo. Auspico che il confronto costi benefici venga depurato da paragoni strampalati e persone veramente competenti sappiano illustrare le reali problematiche. Io auspico ad esempio che gli studi geologici che certamente saranno stati effettuati, vengano resi disponibili alla consultazione, per fugare le perplessità relative alla stabilità dei versanti.

    Giuliano

    • Firma - Giuliano
  4. Egr. Sig. Giuliano, forse la sua età non è molto diversa dalla mia; ho vissuto le grandi contestazioni contro le infrastrutture di cui parla, ma grazie a governi di destra o di sinistra sono state fatte, opere necessarie a portare un concreto beneficio al territorio, come credo fermamente farebbe la Diga di Vetto, il mio impegno e il mio sacrificio di tanti anni è mirato solo a quello, il mio è un sacrificio come fatto da tanti italiani sull’Ortigara, sull’Adamello o sul Grappa per migliorare questa nostra Italia, loro hanno fatto molto di più di me, tanti di loro hanno dato la loro vita. Credo fermamente in questo progetto che risolverebbe il destino di un attuale abbandono dei nostri territori montani e di tanti agricoltori, che oggi non sanno se domani avranno l’acqua da irrigare; spero sempre in una Volontà Superiore che orienti la mente di chi ha il potere verso il bene, ma dopo 34 anni dalla sospensione dei lavori, mai fatti riprendere da una politica coalizzata con i NO a tutto, inizio ad avere molti dubbi che questa Volontà Superiore esista.
    Ora l’indifferenza politica deve cedere il passo alla cittadinanza che comprende che la Diga di Vetto sia indispensabile, ma non ammetterà mai l’errore di tanti anni, e con una malizia inimmaginabile, come ultima rivincita, lotterà per limitare le dimensioni dell’invaso; questo sarà lo scenario su cui ci dovremo misurare, una politica che lotta contro il bene comune per apparire vincente e ottenere il plauso di qualcuno.
    Da parte mia non c’è mai stato nessun accanimento ideologico, ogni mio commento è sempre stato supportato da dati tecnici rilevati da progetto, Lei si auspica che gli studi geologici siano stati effettuati, lo sono stati, tenga conto che sono in possesso della relazione fotografica di 5000 metri di carotaggi, numerati e catalogati e inviati ai laboratori Nazionali Italiani più importanti di allora, il Consorzio di Bonifica di allora non badò a spese.
    In questi anni mi sono convinto che se un’opera pubblica non porta benefici nelle tasche di qualcuno, perde di interesse e i NO a tutto possono farne una loro facile battaglia, e chi non ha la capacità di valutare le cose, li segue, e i risultati di come è ridotto questo paese Italia lo vediamo in TV o sui giornali.

    Franzini Lino

    • Firma - Franzini Lino