Riceviamo e pubblichiamo ___
I due recenti articoli pubblicati su Redacon, uno a firma del sindaco di Villa Minozzo Elio Sassi (“La montagna si spopola? Abbiamo bisogno di aiuto”, del 17 luglio) e l'altro di Angela Addorisio (“Spopolamento: il rischio di perdere l’identità delle comunità locali”, del
6 Luglio) ci restituiscono un quadro complessivo che non presenta novità rilevanti rispetto
a quanto già conosciuto.
Nei comuni di Villa Minozzo e Ventasso il calo demografico non accenna ad arrestarsi; la diversità fiscale per i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti non sembra essere fra le priorità del Governo centrale; la viabilità è ferma a più di 20 anni fa e non favorisce certo l'incremento delle attività turistiche; i servizi per i residenti ogni anno perdono pezzi.
Angela Addorisio così sintetizza: “L'invecchiamento della popolazione, il profondo svuotamento del capitale sociale e la riduzione della popolazione attiva rappresentano una minaccia reale per l'Appennino Reggiano”. Il sindaco Elio Sassi, nel suo articolo, sottolinea quelle che a suo avviso sono le priorità per contenere la deriva del territorio e di chi lo abita: lavoro a distanza e mantenimento dei servizi (in primis le scuole); diversità fiscale e viabilità; sviluppo del turismo, dell'agricoltura con la destinazione di risorse adeguate.
Vista la gravità della situazione denunciata dai fatti e tenendo conto che interventi sporadici e non organici non possono produrre alcuna inversione di tendenza, appare evidente che si rende necessaria una maggiore "professionalità culturale" per elaborare progetti risolutivi di largo respiro.
Entro aprile, doveva essere pubblicato il “Progetto per lo sviluppo turistico dell'Appennino reggiano” a cura dell'Unione dei Comuni. Ad oggi, di questo contributo tanto atteso non vi
è traccia né sul web né sui social. Vedrà mai la luce? Ci piacerebbe saperlo.
Gli ultimi tre decenni ci insegnano, e dovrebbero averlo insegnato anche alla politica, che le amministrazioni comunali e gli enti preposti al governo del territorio, da soli non ce la fanno: mancano di competenze imprenditoriali e antepongono gli interessi della politica alla cura del territorio e dei cittadini. Se questi soggetti non si aprono e non si confrontano
con le comunità, con le imprese in generale e con quelle vocate al turismo in particolare, con il mondo dell'associazionismo e del volontariato e con le risorse culturali, non vedranno mai la luce progetti seri per un rilancio dell'Appennino reggiano.
L'associazione onlus Obiettivo Natura Valsecchia di Ventasso, dal 2017 non chiede altro che di collaborare fattivamente con le amministrazioni e gli enti preposti al governo del territorio. Sicuramente anche altre Associazioni e piccole e medie imprese sarebbero disponibili a dare il loro contributo.
Perché sprecare queste risorse e non dare ascolto alle idee, alle istanze e alle proposte di chi il territorio lo vive con fatica tutti i giorni? Ci aspettiamo una risposta dai Sindaci di Ventasso e Villa Minozzo.
Augusto Bellesia
A nome della San Rocco cooperativa di comunità di Ligonchio, sottoscrivo quanto riportato da Augusto Bellesia.
Anche noi come cooperativa di comunità siamo attivi sul territorio e cerchiamo sempre collaborazione col comune di Ventasso.
Ad onor del vero, abbiamo già sperimentato l’ efficacia della collaborazione fra il Comune, il Parco e la ns Cooperativa di Comunità in occasione del Bando dei Borghi del PNRR.
La collaborazione molto attiva e stretta, ha avuto un’ esito straordinario, il comune di Ventasso ha vinto il bando Borghi del PNRR ed accede a finanziamento di 1.800K€ + ulteriori circa 700K€ sempre relativi al bando Borghi che andranno a progetti attinenti il Bando di aziende del solo territorio di Ventasso.
Questi sono risultati concreti.
Auspichiamo si possa proseguire con queste proficue collaborazioni, anzi ne devono venire tante altre e le istituzioni devono davvero approfittare di chi si mette a disposizione, peraltro a titolo gratuito, con l’ obiettivo del solamente del bene delle ns comunità.
Saluti Vittorio
Vittorio Bigoi
Le aziende e i comuni sono un’opera collettiva che riesce tanto meglio quanto più numerose sono le intelligenze che collaborano, gli occhi che vigilano, le informazioni che circolano e quanto è più forte la motivazione di tutti verso la meta!
Ad Maiora
Antonio Casanova
Il mettere intorno ad un tavolo quante più rappresentanze possibili, secondo i propositi di queste righe, potrebbe effettivamente aiutare il rilancio dell’alto Appennino, ma io credo che nel sedersi al tavolo occorrerebbe aver già maturato idee e proposte abbastanza precise, concrete e realistiche, da sottoporre al confronto, mentre, a meno di mie sviste, quelle che ho visto fin qui circolare a me sembrano essere piuttosto generiche, ivi compreso il dire che bisogna cambiare strategia, senza tuttavia aggiungere come, ossia in quale nuova direzione procedere o quantomeno incamminarsi.
Mi rendo conto che può non essere facile il concepire ed elaborare proposte del tipo che poc’anzi dicevo, ma non vedo francamente a quali soluzioni possa portare il dire, ad esempio, che occorre mantenere i servizi, in primo luogo le scuole, istanza senz’altro legittima e condivisibile, ma che tale resta, ossia una istanza o richiesta, cioè qualcosa di ben diverso dall’avanzare proposte, o dall’indicare soluzioni in grado di rilanciare l’alto Appennino (nel senso che il limitarsi a fare “l’elenco della spesa” a me sembrerebbe un modo di “passare la mano”, lasciando di fatto decidere ad altri).
E del resto c’è chi si astiene dar dire la sua, ritenendo che spetti ai livelli “superiori”, vedi Regione, Governo nazionale, Istituzioni europee, il compito di trovare la maniera per frenare lo spopolamento di cui soffre la montagna, e possibilmente invertire un tale andamento, né manca chi pensa che il fermarsi alla segnalazione dei problemi sia come l’appuntarsi immeritatamente una medaglia, visto che si rimane sulla superficie dei problemi stessi, senza contare quanti restano in silenzio ritenendo che andranno a determinarsi spontaneamente condizioni tali da riportare abitanti in questi luoghi.
Con tutto il rispetto per l’Autore di queste righe (il quale mi sembra peraltro cogliere nel segno allorché esprime la tesi secondo cui “interventi sporadici e non organici non possono produrre alcuna inversione di tendenza”) non scorgo neppure qui, a mio sommesso vedere, un “disegno” che possa superare la suddetta sporadicità, ma vedo invece sottolineare che “la diversità fiscale per i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti non sembra essere fra le priorità del Governo centrale”, il che suona abbastanza come una sottile “frecciatina”, o punzecchiatura, verso il centro destra
Si dimentica infatti che la legge di bilancio per l’anno in corso ha destinato una cospicua quota delle risorse disponibili al contenimento delle bollette energetiche, questione affatto secondaria che non avevano i Governi passati, e poiché quello della defiscalizzazione per le aree montane è tema a me molto caro ho presente di averne fatto cenno sulle pagine di Redacon già nel maggio 2016, per non dire nell’ottobre 2014, mentre non ricordo, salvo errori di memoria, che nel frattempo i decisori politici locali abbiano insistito su questo “tasto” (per sollevarlo ora con un Governo di centro destra).
P.B. 28.07.2023
P.B.