E' quanto ci rammenta un lettore che osserva come fino al mese scorso di parlava di alluvioni ed ora si inizi già a temere la siccità.
"L'Enza al Ponte di Bazzano, comune di Canossa, è ormai ridotto quasi ad un ruscello - fa notare Ennio - che va a seccare giorno dopo giorno..."
La riflessione dell'attento lettore va "ai 400 milioni di metri cubi di acqua purissima passata qui, sotto questo ponte, e andata a mare nell'incuria generale e senza alcuna utilità, né agricola, né energetica."
Ed Ennio conclude citando la cicala e la fornica... "favola eternamente attuale".
Questa è la realtà, dalla dorsale appenninica da Piacenza a Forlì scendono decine di miliardi di metri cubi di acque limpide di montagna, miliardi di metri cubi non regimentati da Dighe a monte o da vasche di espansione a Valle, dove non è possibile realizzare dighe a monte. In Emilia Romagna negli ultimi decenni non mi risulta siano state fatte ne le une ne le altre e i danni da esondazione ne abbiamo visti tanti; da quelli recenti in Romagna, a Parma con il Baganza, a Lentigione con l’Enza, a Bettola con il Nure, a Bastiglia con il Secchia, ecc. li abbiamo visti; ma visto che nessuno paga, neppure quando ci sono delle vittime, va bene cosi, il businnes dei danni probabilmente paga bene.
Miliardi di metri cubi di acqua che avrebbero prodotto miliardi di kW di energia pulita, ridotto il prelievo delle acque da Po, evitato decine di milioni di euro per il pompaggio delle acque verso monte o da falda, evitato miliardi di danni da esondazione, creato lavoro e sviluppo sui paesi montani, ma fare queste opere avrebbe comportato perdere i voti di quelli che si definiscono “ambientalisti”, che il sottoscritto definisce “finti ambientalisti” in quanto il vero ambientalista pensa a come ridurre lo spreco delle acque, a ridurre lo spreco di energia, a migliorare il clima, a regimentare le acque e a mille altre cose.
Ai danni da esondazione ora si potrebbero aggiungere i danni da siccità, i danni dall’abbassamento delle falde e i danni dalla subsidenza; ma in Emilia al peggio non c’è limite, sull’Enza non si propone un invaso da 130 milioni di metri cubi come da progetto Marcello, meglio sarebbe da 180; ma un invaso da 30 o 60 milioni di metri cubi, che a Vetto in estate si avrebbe sempre un lago vuoto con versanti rocciosi e spogli, fondo fangoso e alberi morti, una vista lunare spaventosa, senza produzione di energia, senza laminazione delle piene, senza turismo e sviluppo per i paesi del crinale. Ma per gli Emiliani e per tanti suoi Amministratori va bene così, in attesa di una prossima esondazione e di eventuali vittime.
Franzini Lino
concordo pienamente con quanto da lei scritto.
MB