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LE VOCI DELLA POESIA

Ricordi, conchiglie e poesia

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I ricordi costruiscono la nostra identità, ricordi che possiamo chiamare con altri nomi: gioia, tristezza, rimpianto, nostalgia, malinconia, desiderio, paura. Quando le memorie si accumulano, perché il tempo scorre, capita di tornare a rivivere quelle esperienze. Ogni volta che ci posiamo sullo stesso ricordo, la mente ricrea la felicità o la pena, l’ondata di calore della soddisfazione o la stretta del rammarico: il nostro corpo reagisce fisicamente alle immagini che la psiche ci propone. 

Il sonetto 30 nell'edizione in Quarto del 1609

Nel Sonetto 30, Shakespeare descrive proprio questo tornare nel passato, a vivere nuovamente i momenti della vita che ci hanno segnato. Ciò che il poeta costruisce nei primi tre versi è il respirare dei pensieri che portano i ricordi, usando l’allitterazione e la ripetizione dei suoni consonantici s e th, che fluiscono come l’aria del respiro. mentre nel quarto verso la ripetizione del suono w rende l’effetto del pianto:

Sonnet 30, 1609

Sonetto 30

When to the sessions of sweet silent thought

Quando agli incontri col dolce silente pensiero 

I summon up remembrance of things past,

Convoco la memoria di cose passate,

I sigh the lack of many a thing I sought,

Sospiro per la mancanza di tante cose desiderate,

And with old woes new wail my dear time's waste:

E con antichi dolori lamento nuovamente lo spreco fatto di tempo prezioso:

Then can I drown an eye, unus'd to flow,

Allora gli occhi si bagnano, anche se non soliti a farlo,

For precious friends hid in death's dateless night,

Per gli amici cari nascosti nella notte senza tempo della morte,

And weep afresh love's long since cancell'd woe,

E piango nuovamente per dolori d’amore che pensavo dimenticati,

And moan th' expense of many a vanish'd sight;

E mi dolgo per la perdita di tante cose svanite;

Then can I grieve at grievances foregone,

Allora mi capita di dolermi per torti ormai nel passato,

And heavily from woe to woe tell o'er

E ripercorro con intensità da un dispiacere all’altro

The sad account of fore-bemoaned moan,

Il triste conto di lamenti già lamentati in precedenza,

Which I new pay as if not paid before.

Che pago nuovamente come se non li avessi pagati prima.

But if the while I think on thee, dear friend,

Ma se poi penso a te, mio caro amico,

All losses are restor'd, and sorrows end.

Tutte le perdite sono ripagate, e i dolori cessano.

 

Con un linguaggio di tipo legale e monetario (‘summon up’, citare, ‘account’, conto) Shakespeare ‘convoca’ col pensiero il ricordo di cose passate, quasi a fare un elenco dei crediti e dei debiti della sua vita: allora si trova a piangere per tutto quello che avrebbe voluto avere ma non ha, per lo spreco di tempo prezioso, la morte di cari amici, a lamentarsi nuovamente per pene d’amore che pensava ormai lontane nel tempo, per la perdita di tante esperienze ora lontane, per torti e dispiaceri che pensava dimenticati. Nel tornare alle sofferenze passate, queste vengono vissute nuovamente come se fossero presenti ora, come se il tempo non avesse guarito proprio nulla. E’ davvero spesso incredibile come un pensiero qualunque ci riporti indietro negli anni ad un’avvenimento che credevamo di aver messo nel cassetto delle cose dimenticate e da dimenticare, e che invece torna prepotente con le stesse emozioni del tempo. 

La poetessa irlandese Jean Bleakney

Per Shakespeare, il modo per combattere questo sentire doloroso è rivolgere il pensiero al caro amico la cui presenza rende anche i ricordi penosi meno opprimenti. Per la poetessa irlandese Jean Bleakney (Newry, 1956), d’altra parte, i ricordi servono a organizzare il presente, a dare un ordine a ciò che si vive ora. Le memorie sono identificate nelle conchiglie che lei ed i bambini erano soliti raccogliere sulla spiaggia di Inishkeel, un’isola in Irlanda, dove abitava con suo figlio e sua figlia. I bambini sono ormai grandi, non abitano più con lei, ma le conchiglie, che erano come un tesoro per i figli, sono ancora lì, a ricordare il tempo vissuto insieme a raccoglierle:

Consolidation, 2003

Consolidamento

 

Some sunny, empty afternoon

Qualche pomeriggio assolato e vuoto

I’ll pool our decade’s worth

metto insieme il decennio 

and more of cowrie shells

e più di conchiglie cipree

gathered from that gravel patch

raccolte sui ciottoli

on Inniskeel and stowed, undated,

a Inniskeel e riposte, senza data,

in jars, wine glasses, bowls, tins,

in barattoli, bicchieri da vino, scodelle,lattine,

sandwich boxes, sandwich bags,

contenitori per i panini, sacchetti per i panini,

shorts’ pockets and car boot recesses …

tasche di calzoncini e angoli nascosti del bagagliaio della macchina…

 

now that none of us remembers

ora che nessuno di noi ricorda

which year, who found the biggest,

quale anno, chi trovò la più grande,

the smallest, whether the day

la più piccola, se il giorno

was balmy, or mizzly, or windswept;

era dolce, o piovigginoso, o era spazzato dal vento;

whether we were bucketless, shoeless;

se eravamo senza secchiello, senza scarpe;

if there were jellyfish, a sloop at anchor;

se c’erano delle meduse, o una barca a vela ancorata;

whether we went beyond and braved

se ci siamo spinti oltre e abbiamo sfidato

nettles, thistles and cowpats

le ortiche, i cardi e lo sterco di mucca

to turn pilgrim among

per diventare pellegrini tra

church ruins and rudimentary angels

le rovine di una chiesa e angeli rudimentali

carved on grave slabs; whether

incisi sulle pietre delle tombe; se

– heads down like crazed prospectors –

– a capo chino come cercatori folli– 

we left it almost too late

ce ne siamo andati quasi rischiando

to beat the tide …

di essere sorpresi dalla marea…

 

They are the unstrung beads

Sono le perline sfilate

of a frayed timeline, and if

di una cronologia sfilacciata, e se

on a visit home you find me

venendo a farmi visita mi trovate

sitting at the conservatory table

seduta al tavolo della veranda

school ruler in hand, arranging

col righello in mano, mentre sistemo

rank on rank of cowrie shells

una fila dopo l’altra di conchiglie cipree

now by size, now by colour

ora per dimensione, ora per colore

– a flesh to grey spectrum –

– in una gamma che va dal rosa carne al grigio – 

looking for the point at which

cercando il punto dove

warmth gives way to ashen

il calore lascia il posto al cinereo

(I think I’ll leave a gap there),

(penso che lascerò uno spazio vuoto qui),

don’t think me too maudlin.

non pensate che sia troppo sentimentale.

It is simply a nod towards

E’ semplicemente un cenno verso

jigsaws and crosswords past,

i puzzle e le parole crociate del passato,

to redd-ups and redd-outs.

a riordinare e rimettere a posto.

 

For these emblems of integrity

Perché questi simboli di integrità

– survivors of swell and storm –

– sopravvissuti di ondate e tempeste – 

can surely bear the weight

possono sicuramente sopportare il peso

of symbolism, metaphor,

del simbolismo, della metafora,

memory and this rejoinder,

del ricordo e di questa replica,

this late thought: only from

di questo pensiero arrivato tardi: solo dal

disorder can order be harvested.

disordine si può raccogliere ordine.

 

Conchiglie cipree

Le conchiglie rispecchiano tutti gli avvenimenti della vita della poetessa coi figli: queste conchiglie vanno dal rosa al cinereo come, appunto, le vicende della vita che possono essere  felici o tristi, calde o del colore della cenere. A volte sono anche incomprensibili, e qui si lascerà uno spazio vuoto perché certi avvenimenti sfuggono ad una precisa comprensione.  Le conchiglie, preziose perché nel passato venivano ritenute simbolo di fecondità e ancora oggi indicano fortuna, sono state raccolte in momenti diversi, luoghi diversi, tra le ortiche, i cardi, gli escrementi delle mucche, nei cimiteri e tra le onde di marea, a riflettere gli eventi più diversi della vita, per essere poi riposte nei contenitori più inimmaginabili; sono come le perline cadute da una collana col filo rotto, e non è per sentimentalismo che la poetessa avverte il bisogno di riordinarle. Queste conchiglie sono forti, hanno superato le vicissitudini del mare, proprio come si attraversano quelle dell'esistenza, e quindi possono sopportare anche il fatto di diventare metafora del vivere, nella consapevolezza che solo dal disordine può nascere ordine, solo riordinando ciò che abbiamo vissuto possiamo trovare un senso, possiamo ‘consolidare’, ecco il motivo del titolo, cioè rafforzare, le fondamenta del nostro vivere.

La necessità di riordinare ciò che ci pare caotico esprime il bisogno profondo di dare un senso al caos, di credere che la nostra vita non sia stata solo un succedersi di eventi casuali, fortuiti, dei quali non vediamo il fine preciso, e di pensare che le sofferenze e le gioie facciano parte di uno schema, di un disegno che possiamo ricostruire. La nostra vita deve avere uno scopo, dobbiamo sapere che non è stata inutile, così possiamo immaginare di raccogliere i nostri ricordi come conchiglie preziose, di riordinarli come le perline di una collana, trovando uno schema che riassuma il nostro vissuto, soprattutto attraverso i legami affettivi, perché, come per Shakespeare e per Bleakney, che dedicò la poesia al figlio e alla figlia, nel ricordo delle persone che amiamo o abbiamo amato: “All losses are restor'd, and sorrows end”, “Ogni perdita è ripagata, e il dolore cessa”.