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Vite d’Appennino

Lo scienziato Bonaventura Corti

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Durante il Settecento italiano, la scienza subì cambiamenti significativi che portarono a importanti scoperte e innovazioni. Questo avvenne dietro l’impulso dell’illuminismo e della diffusione delle idee scientifiche in Europa, che segnarono una svolta epocale nella storia della scienza italiana e non solo. Sono di quest’epoca le invenzioni del barometro, del termometro e dell'oculare. Come non citare poi la pila elettrica di Alessandro Volta, gli studi botanici di Giuseppe Monti e le opere dello scandianese Lazzaro Spallanzani, noto per i suoi studi sui microrganismi e sulla fecondazione artificiale.

Tra i grandi scienziati reggiani del XVIII secolo compaiono il già citato Lazzaro Spallanzani, il botanico Filippo Re, il medico Antonio Vallisneri e il presbitero e scienziato Bonaventura Corti, nato proprio tra le colline di Viano nel 1729.

Figlio di un ricco possidente della zona, perse i genitori che era ancora un bambino. Il piccolo Bonaventura fu dunque affidato alle cure di un parente ecclesiastico, che lo avviò alla sua medesima carriera nel 1740, presso il seminario gesuita di Reggio Emilia. Divenuto sacerdote nel 1754, divenne titolare della cattedra di Metafisica e di Geometria nello stesso seminario che aveva frequentato qualche anno prima, iniziando a interessarsi anche di meteorologia e fisica.

Il suo interesse per la fisica portò Bonaventura Corti ad insegnare tale disciplina presso l’Università cittadina nel 1768, in sostituzione del suo coetaneo (e quasi conterraneo) Spallanzani, che si era trasferito a Modena. La scienza del Settecento era una scienza illuminista e fortemente empirica, senza le distinzioni vere e proprie che conosciamo oggi, e gli scienziati erano essenzialmente naturalisti. Essa si occupava della natura come un tutto, che comprendeva anche l’uomo e gli altri esseri viventi.

Come da “prototipo” del poliedrico scienziato settecentesco, Corti si interessò anche alle scienze biologiche, con notevoli risultati. Oltre a dedicarsi allo studio dei funghi, di alcuni microrganismi ciliati e delle alghe, nel 1774 pubblicò Osservazioni microscopiche sulla Tremella e sulla circolazione del fluido in una pianta acquajuola dell'abate Bonaventura Corti professore di fisica nel collegio di Reggio, che si pone come una delle basi per lo studio della teoria cellulare, ripresa a metà Ottocento.

Parallelamente, lo scienziato vianese portò avanti anche la sua carriera ecclesiastica come Rettore della chiesa dei Santi Nazario e Celso e come confessore della duchessa di Modena e Reggio Maria Teresa Cybo-Malaspina. Si spense nel febbraio 1813 nel capoluogo reggiano.

Marco Capriglio