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La campagna social diventa virale

Se son solo 10 secondi non è reato e il fatto non sussiste

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Da qualche giorno sui social sta spopolando la campagna #10secondi.

Vogliamo capire cosa ha spinto tanti ragazzi e ragazze a intraprendere questa campagna.

Intanto proviamo a contare... 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10.

Partiamo dalla fine, dalla sentenza del Tribunale di Roma del 6 luglio 2023, presidente Bonaventura, chiamato a giudicare un collaboratore scolastico, accusato di violenza sessuali ai danni di una studentessa minorenne.

Nell'aprile del 2022 la studentessa diciassettenne sale le scale dell'istituto scolastico che frequenta insieme ad una compagna di classe, quando sente che i pantaloni le stanno calando e che una mano le si infila dentro gli slip, la palpeggia e poi, afferrando gli stessi slip, la sollevano. La ragazza si gira e vede che a compiere l'azione è proprio il collaboratore scolastico, che le si rivolge (immaginiamo con un simpatico sorriso) dicendo «Amo’, lo sai che scherzavo».

Sul momento la studentessa non dice nulla. Rientra a lezione.

1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10.

Poi racconta l'accaduto ad un insegnante ed inizia l'iter giudiziario

La vittima ha denunciato, ma la sentenza lascia senza fiato. Leggiamo: "Le dichiarazioni della persona offesa sono apparse pienamente credibili, in quanto dettagliate, prive di contraddizioni, logiche, coerenti, nonché prive di alcun intento calunnioso nei confronti dell’imputato". Lo stesso imputato ammetteva di aver toccato la ragazza, ma solo "per scherzo".

L'azione, dice la sentenza, è stata repentina, "senza alcun insistenza nel toccamento, da considerarsi quasi uno sfioramento".

L'azione, quindi, non può essere considerata un atto libidinoso. Abbiamo riletto più volte: non può essere considerata un atto libidinoso.

Quindi lo cataloghiamo uno scherzo, un simpatico omaggio alla bellezza, un gesto di affetto di simpatia?

1,2,3,4,5,6,7,8,9,10.

"Nel caso di specie, le sopra descritte modalità dell’azione lasciano ampi margini di dubbio sulla volontarietà nella violazione della libertà sessuale della ragazza, considerato proprio la natura di sfioramento dei glutei, per un tempo sicuramente minimo, posto che l’intera azione si concentra in una manciata di secondi, senza alcun indugio nel toccamento".

Per questo motivi il collaboratore scolastico è stato assolto in quanto "il fatto non costituisce reato."

L'hashtag #10secondi  è stato  ripreso da tantissimi personaggi famosi, come l'attore e comico Paolo Camilli, ed il reel  è ora virale.

10 secondi sono un tempo infinitesimale, se le attenzioni che si ricevono sono gradite. 10 secondi sono 10 secondi di troppo, quando non sono richieste.

1,2,3,4,5,6,7,8,9,10.

 

2 COMMENTS

  1. Alcuni commenti alla vicenda.
    Uno di poca importanza è come la giustizia italiana impiega il suo tempo.
    Ben più importante invece è e è il fatto che da oggi bisognerà ideare una specie di cronometro da applicare ai glutei o alle tette o ad altre parti anatomiche di donne (ma anche di uomini per pari opportunità) per avere le prove del reato in modo che la giustizia faccia il suo corso. Una sorta di tachigrafo come hanno i camionisti. Quindi ingegneri spremete le meningi perché il business potrebbe essere miliardario.!!! Anche per gli avvocati potrebbe essere un risvolto economico non indifferente, perché prima o poi la finiranno di denunciare i medici solo per portare a casa qualche soldo e quindi potranno lanciarsi in questo nuovo business. E poi attenzione perché se la cosiddetta molestia superasse i 10 secondi senzache il/la molestata si ribellasse potrebbe configurarsi anche il concorso di colpa. A mio modestissimo parere invece di scomodare la legge sarebbe stato meglio sdoganare certe manovre vecchie come l’uomo ovvero un bel ceffone oppure un calcio dove non batte il sole. Reazione rapida, efficacie ed indimenticabile.

    Dott. Cavana

    • Firma - Cavana