L'interpellanza presentata da Giulia Gibertoni, consigliera regionale del Gruppo Misto, riguarda la richiesta di norme per la detenzione dei cani da parte dei privati, al fine di garantire loro una condizione di benessere e di detenzione in spazi adeguati a un paese civile.
Alla consigliera ha risposto in aula l'assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.
Secondo la capogruppo del Misto non "si deve più dare un contentino alla lobby dei cacciatori. Esiste una metratura minima della gabbia per il cane: nelle strutture pubbliche è di 9 metri quadrati, il privato, invece, può fare ciò che vuole. La giunta deve emanare disposizioni specifiche che, al 2023, non ci sono. Nel 2022, l'assessore Donini disse che era iniziata la revisione delle norme per la tutela degli animali da compagnia. Sono 8 anni, però, che tutto è lasciato al criterio individuale del proprietario del cane. Contesto che la Regione debba aspettare i decreti attuativi del governo. A tutt'oggi, solo per il settore sanitario, sono ben 57 i decreti attuativi mancanti e 347 quelli mancanti in totale. Questa è una manovra dilatoria e la giunta non vuole ottemperare alla normativa, nascondendosi dietro la mancanza di norme nazionali. Tutto il resto è attendismo".
Donini ha replicato che un decreto del marzo 2023 "stabilisce procedure per l'identificazione e la registrazione e definisce come devono essere i ricoveri per cani e gatti. Ma i prossimi passaggi sono del legislatore nazionale. In commissione salute nazionale, l'Emilia-Romagna ha presentato emendamenti al decreto legislativo. Per le istruzioni operative di identificazione, il termine è marzo 2024. Con la nuova norma anche le strutture amatoriali diventeranno stabilimenti con regole e non più definiti come semplici privati."
Giulia Gibertoni si è detta insoddisfatta in quanto, a suo dire, si continua a rimandare ciò che non mette d'accordo chi vede i cani come uno strumento, come un oggetto.