Unindustria Reggio Emilia, Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano e Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano hanno siglato il protocollo per la realizzazione della green community “La montagna del latte”: la firma oggi 27 giugno, al Teatro Cinema Bismantova di Castelnovo ne’ Monti, dove si è tenuta l’assemblea generale 2023 di Unindustria Reggio Emilia con il titolo “sostenibilità 2023 - Montagna & Industria”.
Per la prima volta il massimo evento associativo si è spostato dal comune capoluogo, segno della maggiore attenzione dell’Associazione al territorio provinciale, inaugurando così una maggiore focalizzazione degli imprenditori reggiani al tema della sostenibilità.
Il progetto – che vuole porre in relazione tra loro le imprese, il territorio, la sostenibilità intesa come il principale agente di innovazione e sviluppo - è stato illustrato nei giorni scorsi da Roberta Anceschi, presidente di Unindustria Reggio Emilia, Enrico Bini, sindaco di Castelnovo ne’ Monti e Fausto Giovanelli, presidente Parco Appennino Tosco Emiliano.
Questi punti salienti dell’intesa.
Crediti di sostenibilità. Unindustria promuoverà presso i propri associati l’iniziativa volta al riconoscimento dei crediti di sostenibilità generati dalla gestione forestale, integrata e certificata e la conseguente commercializzazione degli stessi crediti, acquistabili dalle imprese per compensare le emissioni di sostanze climaltalteranti generate dalle rispettive attività. Il Parco presterà la propria assistenza tecnica alle operazioni per la misura della impronta di carbonio delle diverse attività delle aziende associate a Unindustria come requisito preliminare alla acquisizione dei crediti di sostenibilità.
Produzione energia da fonti rinnovabili. Verranno promosse attività di ricerca e sviluppo nel campo della utilizzazione di tecnologie industriali nella realizzazione di impiantistica per la produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico, micro-idroelettico, solare e biomasse).
Comunità energetiche rinnovabili. Verranno esplorate congiuntamente iniziative concrete che interessino il territorio della green community e coinvolgano le imprese associate a Unindustria, sia come produttori che utilizzatori dell’energia e i Comuni associati nell’Unione montana. Infine, l’Unione Montana e Unindustria costituiranno un gruppo di lavoro paritetico per l’approfondimento del tema.
Il pomeriggio è stato coordinato dal giornalista Andrea Cabrini, Direttore Class-Cnbc. Il programma ha visto la relazione di Roberta Anceschi, Presidente di Unindustria Reggio Emilia e il saluto inziale del vicesindaco Emanule Ferrari.
L’introduzione è stata curata da Paolo Verri, manager culturale, ed è stata seguita da conversazioni tra Marco Bussone, presidente nazionale Unione Comuni, Comunità e Enti montani; Sergio De la Vega, CEO Citizen companies, Boston Massachusetts, QiOn, Castelnovo Monti; Fausto Giovanelli, presidente Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano e Daria Illy, Executive Consultant Gruppo Illy.
Le conclusioni sono state espresse da Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e green economy, Lavoro, Formazione della Regione Emilia-Romagna.
“Se oggi siamo qui - spiega la presidente di Unindustria Reggio Emilia Roberta Anceschi - è perché nel corso di questi anni la comunità dell’Appennino reggiano ha saputo dare vita a un’importante esperienza politico-amministrativa della cui originalità oggi parleremo. In questi giorni, imprenditori e amici si sono interrogati sul significato di un incontro assembleare organizzato “fuori dal mondo”, ovvero qui a Castelnovo ne’ Monti. Molta curiosità, qualche perplessità e anche il timore che una sede “lontana” potesse in una qualche misura compromettere l’affluenza tanto degli imprenditori, quanto del pubblico.Le adesioni raccolte e la straordinaria partecipazione confermano l’attenzione dell’imprenditoria reggiana nei confronti di due elementi oggi imprescindibili: la sostenibilità e il territorio con il suo ambiente”.
“Dunque – aggiunge - oggi siamo a Castelnovo ne’ Monti perché sappiamo quanto sia importante uscire dagli schemi che ci hanno accompagnato negli ultimi decenni. Come ho detto, le evidenze del cambiamento climatico e dell’insostenibilità del modello di sviluppo che ha caratterizzato il secolo scorso, sono evidenti a tutti. Lo sono ancor più delle innovazioni tecnologiche, degli interventi dei regolatori, delle riforme normative e degli sviluppi socioculturali”.
Per la presidente di Unindustria “dopo un secolo nel quale era normale che la ‘montagna’ e i suoi ‘montanari’ scendessero in pianura, finalmente, è la ‘città’, quella delle fabbriche e dello sviluppo, che decide di salire in ‘montagna’. L’Appennino reggiano ha sviluppato qualche cosa di assolutamente originale. Mi riferisco al successo conseguito con la Strategia Nazionale delle Aree Interne avviata nell’ormai lontano 2014. Un percorso partecipato capace di produrre una visione prima e una prassi poi, nelle quali la sostenibilità e la centralità della persona sono diventate il nuovo e condiviso paradigma di riferimento. Conciliare attività millenarie, come l’allevamento del bestiame e la produzione casearia, con la modernità globale e connessa non è stato certamente un esercizio facile. Qui, strada facendo, si sono create le premesse per mantenere quel radicamento umano indispensabile per dare un futuro a qualsiasi comunità”.
“E' nata così una visione ecosostenibile – afferma - che ha investito non solo i caseifici, ma anche le aziende, comprese quelle della meccatronica celebrata due mesi fa dal presidente Mattarella, nonché le realtà scolastiche locali diventate l’asse portante di una strategia di sviluppo che crede e investe nel capitale umano e, dunque, nei giovani e nell’occupazione femminile. In una prospettiva come questa lo status di Green Community, da poco acquisito, rappresenta l’esito non solo di una oggettiva condizione ambientale, ma anche e soprattutto, di una vocazione costruita pazientemente e intenzionalmente nel corso degli anni. Unindustria Reggio Emilia ha seguito con attenzione l’impegno e l’evoluzione della sua montagna”.
Nel corso del suo intervento Anceschi menziona la diga di Vetto. “Proprio perché ci troviamo in montagna – sostiene - credo sia giusto ricordare che l’ormai irrinunciabile diga di Vetto dovrà essere una realizzazione pensata non per soddisfare le esigenze attuali, bensì quelle delle generazioni future. Unindustria Reggio Emilia, attraverso il vicepresidente Vicario, Savino Gazza, è impegnata, insieme ad altre associazioni di categoria, a promuovere la migliore soluzione possibile. Mi riferisco a quella capace di garantire – nei prossimi decenni di incertezza climatica – adeguate risorse idriche a una miriade di comunità di ogni dimensione, a un territorio agricolo tra i più pregiati del mondo e ai nostri distretti industriali di classe mondiale. Vetto non deve diventare il sinonimo di una inutile polemica, bensì una moderna infrastruttura pensata e costruita con oculatezza e lungimiranza a vantaggio di tutti”.
E conclude: “La questione, infatti, non è far diventare la propria azienda più o meno sostenibile, bensì lavorare convintamente per concorrere alla creazione di un mondo sostenibile. È attraverso questo approccio che si possono sviluppare nuove attività, produzioni a maggiore valore aggiunto, competenze distintive e autentici vantaggi competitivi. Solo ponendosi in questa prospettiva si possono scorgere spazi infiniti nei quali dare vita a quelle mille “rivoluzioni discrete” di cui siamo maestri. Trovarci qui, oggi, in questa bellissima dorsale appenninica a ragionare di un futuro che sta iniziando è già parte di questa nostra rivoluzione discreta. Nella consapevolezza di ciò non ho difficoltà a ricordare a tutti che il futuro della sostenibilità si chiama industria”.
Video intervista di Gabriele Arlotti a Emanuele Ferrari, vicesindaco del Comune di Castelnovo ne' Monti
Video intervista di Gabriele Arlotti a Fausto Giovanelli, presidente Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano
Buongiorno, nel progetto “un mondo di sostenibilità ” sarebbe opportuno ricordare che nei territori del Parco ci sono dei piccoli proprietari di boschi e terreni.
Detti proprietari sono conosciuti dalle Istituzioni solo per versare i tributi e L’IMU su abitazioni INSERVIBILI.
Pierina Zobbi