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Ruffini (Pd): “Bombe d’acqua, ripensare la manutenzione di fiumi e boschi”

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Riceviamo e pubblichiamo

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Paolo Ruffini

Rientro dalla visita in alcune zone del nostro appennino colpite in questi giorni da bombe d' acqua impressionanti: la frana di Cà Lita, con il cantiere a due passi dalla statale 586: un girone dell' inferno dantesco, ruspe, camion, protezione civile, forze dell' ordine, volontari, cittadini, amministratori, tutti impegnati in una vera corsa contro il tempo.

Gatta con lo Spirola che ha fatto e fa ancora paura, tanto lavoro fatto e tanto da fare, come al Fornacione con la latteria che ha subìto danni non indifferenti, e poi Cà Perizzi e al Cigarello di Carpineti. Quante persone sono davvero da ringraziare sapendo che la partita non è certo ancora chiusa.

Sono solo alcune delle emergenze del nostro del nostro Appennino causate dalle conseguenze del cambiamento climatico in corso, l’impegno è che tutte vengano ricomprese nei provvedimenti che governo, regione e provincia stanno adottando per fronteggiare questa difficile situazione.

Certo si impone una nuova strategia per fronteggiare questo cambiamento così veloce e con conseguenze così drammatiche.

Va ripensata la manutenzione dei fiumi piccoli e grandi che diventare attività ordinaria non straordinaria È paradossale che gli enti si trovino in difficoltà nel reperire le risorse per queste attività, ad esempio sagomarne il corso e rimuovere gli imbuti che creano seri problemi, e poi sono costretti a impegnare risorse ingenti a danno avvenuto.

Anche le manutenzioni dei boschi e dei terreni agricoli devono concorrere a ridurre gli effetti delle piogge intense e aiutarne l’assorbimento. La stessa attenzione quotidiana deve essere dedicata alla fragilità geomorfologica di tutto il nostro appennino, consapevoli che eventi così improvvisi e violenti si ripeteranno, ma gli effetti si possono non certo azzerare ma mitigare in modo significativo.

Paolo Ruffini, segretario partito democratico della montagna

7 COMMENTS

  1. Se un giorno si riconoscerà a chi lavora i campi in montagna un incentivo, come lo si dovrebbe riconoscere a tutti i proprietari di boschi per il contributo che danno ad abbattere la CO2, forse il montanaro tornerà su queste terre e avrà tutto l’interesse a regimentare le acque e prevenire i danni, come succedeva un tempo. Prevenire dovrebbe essere la strada maestra, ma sappiamo bene che intervenire sui danni forse porta maggiori “benefici” che prevenirli. Da tempo sto osservando grandi lavori di trivellazioni e pozzi drenanti in vari paesi, ben vengano, ma non vedo realizzare piccoli interventi di regimentazione delle acque lungo i canali o i torrenti. Recentemente ho fatto il percorso del greto dell’Enza da Selvanizza a Vetto, è stata dura e in alcuni punti anche pericolosa (Stretta delle Gazze), ma ho potuto osservare la marea di trochi presenti che arriveranno sotto il ponte di Vetto, di Codogno, di Bazzano e di San Polo alla prossima piena.

    Franzini Lino

    • Firma - Franzini Lino
  2. I buoni propositi sono sempre lodevoli, e ben venga dunque “il ripensare la manutenzione dei fiumi piccoli e grandi, facendola diventare attività ordinaria e non straordinaria”, come qui troviamo scritto, ma mentre si guarda alle cose da fare, ossia al futuro, ci si dovrebbe calare intanto nel presente, soprattutto da parte della politica governante, per cercar di dare le risposte più appropriate alle questioni correnti (più o meno complesse che siano).

    E giacché proprio nell’odierna giornata, su un quotidiano locale si parla di pulizia dei fiumi, a fronte di un presunto accumulo di tronchi, mi torna alla mente che dieci anni orsono un esponente locale dell’allora PdL segnalò su queste pagine – con articolo del 15.01.2013 – il problema delle piante divelte e depositate sul greto dei nostri corsi d’acqua, quanto ad autorizzazione per l’eventuale raccolta da parte di chi volesse ricavarne legna da ardere.

    A detta segnalazione rispose prontamente, sempre su queste pagine, il Servizio Tecnico preposto, col precisare che “la sola raccolta di legna secca e fluitata all’interno dei corsi d’acqua è attività non assoggettata a nessuna autorizzazione purché non venga alterato con mezzi meccanici l’assetto del corso d’acqua; pertanto è consentita liberamente”, mentre se ora si va sul sito riportato in calce compare un’informazione non sovrapponibile.

    Vi si legge infatti che “il privato cittadino che, riscontrata la presenza di legna nel tratto di un corso d’acqua, intende rimuoverla per utilizzo personale, contribuendo così alla sicurezza idraulica del territorio, deve comunicarlo all’Ufficio territoriale competente, e per conoscenza al Comune”, .e vi si trova altresì il modulo per la comunicazione relativa alla raccolta di legname in alveo, con l’Ufficio cui indirizzarlo per ciascun territorio provinciale.

    Io non so se nel frattempo le disposizioni siano cambiate, o se io abbia frainteso qualcosa nell’interpretare tali due indicazioni, ma se così non fosse penso che la raccolta libera è cosa diversa dalla preventiva comunicazione, e la politica governante, di cui qui il PD è da lungo tempo espressione, dovrebbe forse fornire un qualche chiarimento onde evitare a chi va a far legna sul greto dei nostri torrenti di poter cadere in involontarie inosservanze

    P.B. 13.06.2023

    Comunicazione raccolta legname — Agenzia per la sicurezza …
    regione.emilia-romagna.it
    https://protezionecivile.regione.emilia-romagna.it › co…
    23 mar 2023 — A chi rivolgersi/ Moduli • Modulo per la comunicazione relativa alla raccolta di legna in alveo ( pdf 141.8 KB) • Informativa per il trattamento …

    P.B.

    • Firma - P.B.
  3. Bisogna ripensare… bisogna fare… bisogna programmare… bisogna bisogna bisogna. Le solite parole al vento del solito esponente politico di passaggio che anziché agire si mette in mostra sui media.
    Classe politica inutile, “bisogna” sbarazzarsene.

    Giovanni

    • Firma - Giovanni
  4. Va sicuramente compresa la delusione di Giovanni di fronte alle “solite parole al vento”, cui non seguono fatti ed azioni, ma la conclusione delle sue righe, ovvero “classe politica inutile, bisogna sbarazzarsene”, gronda di antipolitica, la quale non credo abbia portato granché fortuna al Belpaese, a cominciare dall’aver segnato la fine della Prima Repubblica, con quanto ne è seguito.

    Inoltre, dal momento che un Paese va comunque governato, ai suoi vari livelli, dal nazionale fino al comunale, sarebbe interessante capire quale alternativa propone Giovanni, ossia una tecnocrazia o irrealistiche forme di autogestione, o altro che sia, perché lo smantellare è facile ma non altrettanto costruire sulle restanti macerie (e gli esempi in merito non mancano di certo).

    Mi sento di dirlo ancorché nei miei pensieri mi venga abbastanza spesso spontaneo il mettere a confronto la politica dei tempi andati con quella degli anni più recenti, sull’una o altra questione, e il bilancio che ne traggo non è a favore della seconda, ma credo anche che la politica sia espressione della società, la quale, di riflesso, dovrebbe forse cominciare a porsi una qualche domanda..

    P.B. 15.06.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  5. Sempre un plauso a chi si muove…osserva….propone….analizza……!!!…..
    Ruffini c’è!!!!………gli altri dove sono??????
    Avanti con coraggio e a testa alta….!!!!
    Complimenti…..!!!!
    Seregni Gianluca

    Seregni Gianluca

    • Firma - Seregni Gianluca
  6. Niente da eccepire sulle doti e i buoni propositi che ciascuno di noi può intravvedere in chi semmai conosciamo più di altri (vedi il dire, come fa Seregni, che si muove … osserva … propone … analizza ….), ma ciò appartiene alla sfera personale, mentre ad un politico si richiede qualcosa in più, e non bastano a mio avviso parole come “anche la manutenzione dei boschi e dei terreni agricoli devono concorrere a ridurre gli effetti delle piogge intense e aiutarne l’assorbimento”, parole abbastanza generiche che io non riesco francamente a ritenere una proposta.

    A tutti è infatti ormai noto che con la “fuga dalla terra” dei decenni scorsi è venuta a mancare l’opera di manutenzione nei terreni incolti e abbandonati, ma oltre al ripetercelo in continuazione dovremmo anche capire come potervi ovviare, posto che il ripeterlo non porta all’automatico ritorno all’attività agricola, o a configurare soluzioni alternative e praticabili rispetto alla manutenzione di un tempo, compito che a mio vedere spetterebbe giusto alla politica (diversamente il solo parlarne diventa una sorta di luogo comune, o un “girare a vuoto” destinato a rimanere tale).

    P.B. 17.06.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  7. ………..a tutti!!!…… politici e non!!!! o pseudo tali !!!! …….si richiede qualcosa in più……!!!!.
    Che piaccia o non piaccia,elogiare l intraprendenza di chi si apprezza e si muove fattivamente , può solo portare benefici!!!!!
    Che piaccia o non piaccia…….!!!
    Seregni Gianluca

    Seregni Gianluca

    • Firma - Seregni Gianluca