La proposta della municipalità di Ramiseto di ripartire dal progetto Marcello è stata respinta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha evidenziato la necessità di avviare una nuova progettazione dell'opera e di rinnovare i procedimenti autorizzativi. Ciò è dovuto alle disposizioni normative tecniche emesse successivamente alla redazione del progetto originale, come le norme tecniche sulle costruzioni Ntc 2018, le norme tecniche in materia di dighe Ntd 2014 e le norme ambientali del Decreto legislativo 152/2006.
Di conseguenza, sarà necessario avviare un nuovo processo di progettazione per la diga di Vetto. A tal fine, il 12 aprile scorso è stato emesso il Decreto 10083 della Direzione generale per l'edilizia stradale, le politiche abitative, la riqualificazione urbana e gli interventi speciali del ministero delle Infrastrutture. Questo decreto ha previsto un finanziamento di 3,2 milioni di euro per la realizzazione del progetto di fattibilità della diga sull'Enza, con l'Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po come beneficiaria.
Il progetto originale, concepito dall'ingegnere Marcello, prevedeva la costruzione di uno sbarramento in terra alto ben 83 metri, con un volume di invaso di 130 milioni di metri cubi. In quel periodo, fu realizzato il "taglione", uno zoccolo trasversale in cemento, in previsione del sostegno della diga sull'Enza ma, a causa di problemi finanziari, il completamento dell'invaso venne abbandonato.
"Nonostante la logica e il buonsenso dicessero altro, si è voluto insistere su questa strada polarizzando la discussione e di fatto impedendo al dibattito di focalizzare sulle priorità e le soluzioni fattibili in tempi rapidi. In questo purtroppo certa politica e il modo agricolo non sono esenti da responsabilità." - commenta amareggiato Duilio Cangiari, Europa Verde Reggio Emilia.
"Quindi è tutto da rifare - continua - e i 3,5 milioni di euro di cui si parla e che forse arriveranno, dovranno servire per “avviare una analisi tecnico economica comparativa tra le migliori scelte progettuali” fermo restando l’ampio ventaglio di proposte indicate nei documenti di programmazione pubblica. Rimane tuttavia a oggi inevaso il tema della urgenza degli interventi utili ad affrontare la scarsità idrica che ciclicamente si ripresenterà, ma per farlo dobbiamo essere chiari e onesti rispetto agli obiettivi e alle reali necessità, sgombrando il campo da strumentalizzazioni e forzature perché in questo preciso momento storico abbiamo bisogno più che mai della buona politica, della buona amministrazione e della corretta gestione del territorio."
Evviva !!! Ci rimangono ancora quattro anni per sentire baggianate sulla diga e poi speriamo di non sentirne più parlare per almeno altri cinque anni … E nel ramisetano … Tutti muti
http://Antonio ceccardi
Ma che bella notizia! Finalmente cominciano a rivelarsi le bufale dette fino adesso sulla diga. E non lo dicono gli ambientalisti, il ministro dell’ambiente o soros. Lo dice il Ministero delle infrastrutture a guida leghista.
AG
È necessario intervenire velocemente alla costruzione della diga di vetto,per evitare altri disastri idrogeologici come l’alluvione del 2017 di lentigione.molto importante deve essere la manutenzione del letto del fiume Enza e il funzionamento delle
classe di espansione.
Arcola’Antonino Francesco
Attendo con ansia,i commenti “super partes” dei soliti noti ,pronti a fustigare in nome del’ obiettività assoluta,chi pone attenzioni umanamente molto più affrontabili( Casa della Carita) da chi ha coraggio e umanità, dopo questo ennesimo “coupe de teatre”o (ennesima propaganda con retromarcia????),dell impeccabile governo nazionale centrale………..la realtà supera la fantasia !!!!!!
Cordialmente Seregni Gianluca
Seregni Gianluca Giuseppe
Viviamo in un mondo dove onestà. serietà e correttezza, sono optional, un mondo in cui il sottoscritto non si riconosce più. Si scrive che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha evidenziato la necessità di avviare una nuova progettazione della diga di Vetto, ma si tralascia di dire che una nuova progettazione è dovuta a seguito della richiesta della Regione Emilia Romagna e dell’Autorità di Bacino del Po al MIT per realizzare un invaso in Val d’Enza di dimensioni inferiori a quelle originariamente previste; tale richiesta è stata confermata in data 06 12 2022 tra Ministero e Autorità di Bacino.
Il Presidente della Municipalità di Ramiseto, avendo avuto il sentore che qualcosa non quadrava in fatto di entità dell’invaso di Vetto, ha scritto al MIT, il quale correttamente ha risposto e leggendo la sua risposta si sono scoperti gli “altarini”, si è scoperto che Regione E.R. e l’Autorità di Bacino hanno chiesto al MIT un progetto di fattibilità per un invaso più piccolo; cosa che a nessuno di noi era dato a sapersi.
A questo punto mi viene spontaneo pensare che senso ha chiedere milioni di Euro al MIT per un progetto di fattibilità se viene già definito che serve un invaso più piccolo?.
Tengo a precisare che lo stesso MIT, prima delle richieste da parte della Regione di un invaso più piccolo, aveva già scritto al Sindaco di Palanzano, allora Lino Franzini, che la ripresa dei lavori della diga di Vetto necessitava di “intera rivisitazione” alla luce delle emanate nuove norme tecniche di settore; diceva esattamente ciò che abbiamo sempre detto noi, che il progetto andava adeguato, come normale che sia.
Chiunque comprende che un progetto di 40 anni fa non è più attuabile; ma può diventarlo se viene adeguato a tutte le normative citate proprio dal MIT, diventa un nuovo progetto, ma adeguare un progetto già approvato dai vari Ministeri e dall’Ufficio Dighe Nazionale a ripartire da uno Studio di fattibilità mi sembra che di acqua sotto i ponti ne passi, lontre e lontristi permettendo; è naturale che se si chiede un invaso più piccolo il progetto Marcello viene cestinato.
Auguri per chi vivrà; dovendo ripartire da uno Studio di Fattibilità, Progetto di Massima, Progetto Definitivo, Progetto Esecutivo, pareri Ministeriali e dell’Ufficio Dighe Nazionale, è probabile che di danni da esondazioni a Lentigione o Sorbolo ne vedrete ancora tanti, in compenso da questi danni qualcuno potrebbe trarne benefici, in emergenza i controlli a volte scarseggiano e le “lontre” potrebbero sguazzarci dentro, giudicate Voi lettori.
Mi fermo, ho scritto troppo, buona notte.
Franzini Lino
A quanto pare, risulta evidente che quando si passa dalle chiacchiere ai fatti, il governo di centrodestra, che dispone di una maggioranza parlamentare che gli permette di decidere quello che vuole, ha risposto dicendo quello che andavano dicendo da tempo gli amministratori regionali di centrosinistra. Risulta altresì evidente che i referenti locali del centrodestra contano tanto come il due di bastoni quando la briscola è a denari.
Roberto Pastorelli
Da un bel po’ di tempo sono convinto che il “SOMARO VIENE LEGATO DOVE IL PADRONE VUOLE” molti sono convinti che i tecnici (quasi sempre nominati dai politici) facciano scelte e diano indicazioni come da richiesta.
Il dimensionamento della diga dovrebbe essere una cosa semplicissima basta fare una sommatoria delle necessità che si hanno, assodato che deve essere un invaso per plurimi scopi, e quindi quanto serve per produrre elettricità pulita quanto serve per la produzione agricola quanto serve per necessità industriali e per eventuale necessità di abitazioni forse è troppo semplice e qualcuno maliziosamente dice che così non gira la pecunia. Io non voglio pensare in negativo e spero sempre che i politici siano con la P maiuscola e pensino al bene della gente e visto che i soldi sono Nostri vengano spesi bene e non per una pozzanghera che dopo alcuni anni no servirà neanche allo scopo di preservare il deflusso vitale del fiume e men che meno a risparmiare danno in pianura, occorre che qualcuno abbia uno scatto di reni e di orgoglio e fare le scelte giuste che non sono quelle delle lo tre e lontrini come qualcuno ha orgogliosamente ri endicato poco tempo fa.
Gianni
Totalmente d accordo con Pastorelli.!!!!dalla prima all ultima parola!!!.è un dato di fatto!!!…..obiettivamente comunque reputo la diga un opera che ha una sua funzione importante per l emergenza idrica e molto altro,detto questo,ancora una volta evidenzio il diffuso integralismo di chi vorrebbe scaricare sulla Regione una non meglio precisata responsabilità, in merito alla bocciatura.
La realtà,è che quotidianamente si assiste ad inaugurazioni…..,pose della prima pietra…..,nastri inaugurali tagliati,…….fondi e denari,….plastici e rendering suggestivi…….ma su quali presupposti poggiano…???……..poteva essere congruo e rispettoso un progetto di 40 anni fa????……..la propaganda elettorale a ciclo continuo porta a questo……un tempo le inaugurazioni erano la celebrazione di un progetto portato a termine e fruibile,……ora si inaugura il plastico dell’opera ( che forse ) verrà!!!!!!………
Seregni Gianluca Giuseppe
Seregni Gianluca Giuseppe
Caro Pastorelli è triste, ma pare evidente che purtroppo sia proprio come ha scritto lei, usando una metafora anche a me cara che riguarda il gioco di carte della briscola.
Sono quasi 70 anni che si parla della diga di Vetto, non vorrei che Salvini ci stupisse con la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, prima della diga di Vetto, che è un’ opera del tutto priva di senso e soprattutto del costo inusitato, che sarebbe realizzato solamente per soddisfare l’ ego spropositato di questo signore senza arte né parte.
Ma che volete, questa evidentemente è l’ Italia che ci meritiamo e che gli italiani hanno votato e voluto, non io sicuramente !!
Aspetto tempi migliori.
Ciao Vittorio
Vittorio
Vorrei porre quattro domande:
1) Sappiamo che l’acqua può RISALIRE il fianco di una montagna anche per 250 metri spazzando via tutto, come successe a Erto e Casso. (https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_del_Vajont ). Nella bella foto qui pubblicata, si vede dove sono Scurano e Vetto rispetto al bacino che avrebbe creato il progetto Marcello?
2) Al Vajont “occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico.” Siamo sicuri che i versanti dell’Enza sono i migliori per fare una “grande diga”, di grandi (o medie) dimensioni? Cioè, c’è nessuna frana e nessuna roccia “debole” (con sopra rocce più massicce) lungo i versanti del futuro bacino?
3) C’è nessuna significativa faglia attiva da quelle parti? Faglia che potrebbe non danneggiare lo sbarramento (si fanno sbarramenti robustissimi, quello vecchio del Vajont è ancora al suo posto), ma che potrebbe innescare frane dei versanti che potrebbero cadere nel bacino?
4) Questa “grande diga” potrebbe diventare un obiettivo strategico, come recentemente successo in Est Europa?
La risposta a queste domande, verosimilmente, dipende molto dal rischio che si vuole/deve accettare.
Salutatemi le lontre se le vedete (ma ci sono sull’Enza?).
Cordiali saluti a tutti,
L.M.
L.M.
Come prevedibile il ministero fa il ministero e boccia il Progetto Marcello, portato vanti solo per motivi politici.
Si tratta di un progetto vecchio, che appartiene ad un’altra era sia sul piano della sensibilità ambientale, sia nell’approccio alla spesa pubblica; quando ogni opera doveva essere il più costoso possibile.
Non mi esprimo chiaramente sul dimensionamento.
Posso dire che mi fido più delle stime dell’autorità di bacino, che di quelle di qualche consigliere o sindaco.
Qualcuno ha osservato giustamente che c’è una forte differenza tar le tesi locali del centrodestra e quanto si decide a Roma.
Non do particolare rilevanza politica all’episodio. Chiaro che mentre gli esponenti locali non si pongono il problema del costo, il governo che deve finanziare l’opera qualche valutazione la fa.
Più che un problema di distonia politica mi sembra un problema di classe dirigente locale a cui piace spararla forte, tanto se i soldi non ci sono la colpa la si dava alla sinistra che governa. Qui gli è andata male perché decide il governo di Destra, ma è chiaro che Salvini non ha voglia di tirare fuori centinaia di milioni inutilmente.
PS: Ma siamo sicuri che Lentigione non sarebbe avvenuta con la diga?
In Romagna Ridracoli non ha evitato la catastrofe, anzi forse ha contribuito ad aggravarla.
Piansano