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Vite d’Appennino

L’ architetto Antonio Casotti

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Reggio Emilia è conosciuta a livello nazionale come Città del Tricolore. Infatti la bandiera nazionale, con i suoi tre colori verde, bianco e rosso disposti in strisce orizzontali, venne issata dove per la prima volta il 7 gennaio 1797 sulla torre del Palazzo Municipale di Reggio Emilia. Essa fu adottata come bandiera della Repubblica Cispadana, a seguito della rivoluzione francese e la discesa in Italia di Napoleone.

Tutti i reggiani (e non) sanno che nel capoluogo c’è il Museo del Tricolore, una delle sedi dei Musei Civici, che si trova in Piazza Casotti, nell’omonimo palazzo. Ma chi era Antonio Casotti?

Antonio Casotti fu un importante architetto reggiano, legato all’Appennino, dove nacque nel 1414. Originario di Vezzano sul Crostolo, è indicato come uno dei principali costruttori e progettisti del centro di Reggio Emilia. A lui si deve la costruzione del Palazzo dei Canonici (1445), completata nel 1786 da Francesco Fontanesi.

A lui fu appaltata la costruzione della torre del campanile della chiesa di Sant'Agostino, che iniziò nel 1452. Tra il 1462 e il 1467, fu poi impegnato nella costruzione del convento

di Santa Maria delle Grazie, su commissione dell'abate Filippo Zoboli, della quale oggi rimane solo uno dei due chiostri dell'intero complesso di edifici.

Già gravemente malato dal 1488, gli ultimi anni li passò lavorando al Palazzo del Comune, ma morì dieci anni dopo, senza vedere la fine del progetto che terminò nel 1506. Dei suoi cinque figli maschi, solo Girolamo continuò la professione del padre lavorando alla torre dell'Archivio e alla costruzione delle mura della Cittadella.

A lui, come detto prima, è dedicata l’omonima piazza e l’omonimo palazzo in cui sorge il Museo del Tricolore, già antica sede del Comune, che fu da lui sopraelevato nel 1467 e ampliato nel 1480.