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Il festival primaverile termina con il dialogo tra Emanuele Ferrari e Giulio Ferroni

Si è concluso con la quarta tappa cittadina “La montagna del latte scende in città”

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Emanuele Ferrari e Giulio Ferroni (foto di Laura Sassi)

E’ con la "signora Pietra di Bismantova" che il 25 maggio si è concluso il Festival primaverile “La montagna del latte scende in città” che ha animato  i locali della Polveriera di Reggio Emilia i sabato mattina di maggio.

Il dottor Lupatelli ha introdotto il dialogo tra l’assessore e vice sindaco di Castelnovo ne’ Monti Emanuele Ferrari e il professor Giulio Ferroni.

Oltre al essere assessore e vice sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Emanuele Ferrari è un insegnante e uno scrittore. Ha all’attivo diverse esperienze in ambito musicale e teatrale. Ha recentemente fondato con lo scrittore Giuseppe de Santis, la casa editrice Abao Aqu con la quale tentano di tracciare un cammino di narrazioni e immagini che collega l’Appennino al Po.

Il professor Giulio Ferroni ha insegnato all’Università della Calabria e alla Sapienza di Roma. E’ un profondo conoscitore della letteratura italiana e dai suoi approfondimenti ne sono nate numerose pubblicazioni.

Emanuele Ferrari ha indirizzato il dibattito con Giulio Ferroni ponendogli quesiti interessanti che hanno ottenuto risposte più che esaustive. Usando come registro la letteratura, e  in special modo quella legata al Sommo Poeta, si è cercato di capire come dare concretezza ai luoghi, come definire il rapporto tra “i territori del contado” e l’anima urbana e come i giovani d’Appennino potranno sentirsi a casa propria ma comunque anche aperti al mondo.

Franco Ferrari

Una platea davvero numerosa ha assistito all’incontro attenta e coinvolta anche grazie alla lettura di Franco Ferrari un brano del libro del professor Ferroni dal titolo “L’Italia di Dante – Viaggio nel paese della Commedia. Il soggetto dell’interpretazione artistica è stato la Pietra di Bismantova, la  descrizione delle tappe che hanno condotto l’autore ad essa – dando un realistico spaccato dell’Appennino – e come questa sia stata capace di emozionarlo al punto che ora la cita spesso come uno dei luoghi che più gli sono rimasti impressi del giro dell’Italia che ha compiuto per scrivere il libro.

A sottolineare l'importanza che le scuole hanno nel progetto, anche nell'incontro del 26 maggio ha partecipato una classe dell'Istituto Chierici accompagnato dalla professoressa Silvia La Ferrara.

La musica degli Ustmamo’ ha preceduto l’assaggio di Parmigiano Reggiano e le bollicine che hanno concluso l’iniziativa.

(Si riporta la video – intervista fatta ai protagonisti).

Di seguito si propone quanto espresso da Giampiero Lupatelli relativamente all’iniziativa “La montagna del latte scende in città”. Oltre ai ringraziamenti si percepisce l’idea, sebben ancora embrionale, che il cammino sin qui percorso dal progetto possa proseguire con altre iniziative.

“Sotto i rami di roverella e con la imponente presenza di Epopeia, la sala civica di Polveriera ha ospitato l’ultima tappa del Festival di Primavera “La montagna del latte scende in città”. Chiusura in pompa magna con la Pietra di Bismantova, la Commedia di Dante e l’interpretazione colta di Giulio Ferroni, intervistato da Emanuele Ferrari. Tanti presenti, tanti volti sorridenti tra i giovani, giovanissimi e meno giovani.

Grazie a Polveriera, al Consorzio Oscar Romero e alle sue cooperative sociali per averci ospitato negli spazi suggestivi di un luogo topico della città rigenerata. Grazie ai ragazzi e agli insegnanti del Chierici che ci hanno accompagnato in questi sabati di maggio. Grazie ai conferenzieri che hanno declinato con i loro saperi il messaggio della relazione (che ora vorremmo sperare un poco più stretta) tra la città e la sua montagna. Grazie Patrizio Bianchi, Paolo Verri, Fabio Renzi, Giulio Ferroni. Grazie a Fausto Giovanelli, Walter Baricchi, Emanuele Ferrari che con me hanno interrogato gli ospiti e circostanziato la cornice reggiana delle loro riflessioni. Grazie a Elisa Pellacani, Silvia La Ferrara, Simone Beneventi ed Emanuele Ferrari che hanno condiviso il gioco della direzione artistica di questo piccolissimo festival neonato. Grazie a Carlo Losi per gli allestimenti del Cardo che hanno resa viva la presenza della montagna in sala. Grazie al Consorzio del Parmigiano Reggiano per la presenza in tavola del Re dei Formaggi e alla latteria sociale San Giorgio di Cortogno per averlo prodotto. Grazie ai gestori del bar ristorante per l’accoglienza e l’organizzazione del buffet. Grazie a Consulta librieprogetti per aver assicurato (in molte forme) la presenza dei libri ad accompagnare le conversazioni e per avere accolto la mia folle proposta di ripubblicare il testo di Meuccio Ruini “La montagna in guerra e dopo la guerra”, arrivato oggi nella sua livrea lilla a segnare là radici antiche e le ambizioni inconfessate del festival. Grazie a Faustino Stigliani, Monica Incerti Pregreffi e Franco Ferrari, splendide voci recitanti.

Grazie a Natascia Zambonini, Paolo Simonazzi, Alice Felisi, Roberto Fontanella, Lucia Furlotti e Giuseppe Leonarda (Akesios percussion Quartet) a Paolo Simonazzi, Emanuele Reverberi e Filippo Chieri (D’Esperanto trio), a Luca Rossi, Simone Filippi e Ezio Bonicelli (Ustmamo), protagonisti di performance musicali apprezzatissime. Grazie  Telereggio e a Redacon per la attenzione mediatica. Grazie alla Fondazione Manodori, al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, al Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, al Consorzio stabile Caire e al Consorzio Oscar Romero per il generoso sostegno. Grazie per la collaborazione alla Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano  all’Istituto Cervi, Biblioteca Archivio Emilio Sereni. Grazie agli ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dei dottori Agronomi e dottori Forestali di Reggio Emilia, ai club per l’Unesco di Reggio Emilia e Carpineti, al Consorzio del Parmigiano Reggiano, all’Ente Parchi dell’Emilia Centrale. Grazie alla Città di Reggio Emilia, alla Regione Emilia Romagna e all’Unione dei Comuni, Comunità ed Enti Montani per l’autorevole patrocinio della iniziativa. Grazie agli amici dell’Archivio che hanno contribuito con il loro impegno e la loro intelligenza alla buona riuscita del Festival, oltre ogni aspettativa.

Grazie, grazie, grazie!!!!

Grazie e (forse) Arrivederci!”