Nel racconto The Garden Party (1922), ‘La festa in Giardino’, Katherine Mansfield (1888-1923) ci dà il ritratto di una giovane ragazza che, nel giorno della festa in giardino organizzata dalla sua benestante famiglia, ha la realizzazione che la vita è molto più complessa, difficile e anche ingiusta di quanto avesse mai compreso. La breve storia è l'ingresso di una giovane donna nel mondo degli adulti, un mondo che le riesce difficile capire.
Anche Katherine Mansfield aveva voluto abbandonare la nativa e magnifica, ma provinciale, Nuova Zelanda e una famiglia agiata per trasferirsi a Londra ed entrare nell’ambiente degli intellettuali londinesi di inizio Novecento. In Inghilterra, poi in Francia, Italia e Germania, dove si recherà per la tubercolosi di cui soffriva, Mansfield scriverà
moltissimi racconti brevi, con uno stile molto personale, ma che ricorda anche Virginia Woolf, facendo di questo tipo di genere uno strumento nuovo e divenendone l’incontestata maestra.
La protagonista del racconto è ritratta in uno splendido mattino d’estate, che si appresta a diventare giornata memorabile per la festa che si terrà di lì a poco:
“And after all the weather was ideal. They could not have had a more perfect day for a garden-party if they had ordered it. Windless, warm, the sky without a cloud. Only the blue was veiled with a haze of light gold, as it is sometimes in early summer…… As for the roses, you could not help feeling they understood that roses are the only flowers that impress people at garden-parties; the only flowers that everybody is certain of knowing. Hundreds, yes, literally hundreds, had come out in a single night; the green bushes bowed down as though they had been visited by archangels.”
“E dopo tutto il tempo era ideale. Non avrebbero potuto avere un giorno più perfetto per una festa in giardino se l’avessero ordinato. Senza vento, caldo, il cielo senza una nuvola. Solo il blu era velato da una nebbiolina di oro leggero, com’è a volte nella prima estate….. Le rose, poi, non potevi fare a meno di pensare che avevano capito che le rose sono i soli fiori che impressionano gli ospiti alle feste in giardino; i soli fiori che tutti sono certi di conoscere. Centinaia, sì, letteralmente centinaia, erano fiorite in una notte sola, i cespugli verdi piegati come se fossero stati visitati dagli arcangeli”.
In questo giorno perfetto e ricco di promesse, Laura, la protagonista, ha il suo primo vero approccio con la classe sociale inferiore alla sua. Prima gli operai che vengono a montare il grande tendone, poi i poveri veri, incredibilmente vicini di casa, che hanno subito un lutto. Alla notizia della morte del padre di una famiglia di poveretti che vive vicino alla loro villa, la prima reazione di Laura è che bisogna rimandare la festa, ed è stupita dalla sorpresa, e anche dalla lieve irritazione, dei familiari a cui si rivolge. Il dialogo tra Laura e la madre è rivelatorio sia dell’ingenuità, ma anche dell’innata empatia, della giovane che del cinismo e dei pregiudizi della madre:
"Mother, a man's been killed," began Laura.
“Madre, un uomo è stato ucciso,” iniziò Laura
"Not in the garden?" interrupted her mother.
“Non in giardino?” interruppe sua madre.
"No, no!"
"No, no!"
"Oh, what a fright you gave me!" Mrs. Sheridan sighed with relief, and took off the big hat and held it on her knees.
“Oh che paura mi hai fatto!” La Signora Sheridan sospirò di sollievo, e si tolse il grande cappello e lo tenne sulle ginocchia.
……..
"But listen, mother," said Laura. Breathless, half-choking, she told the dreadful story. "Of course, we can't have our party, can we?" ……
“Ma ascoltate, madre,” disse Laura. Senza fiato, quasi soffocando, disse la terribile storia. “Ovviamente, non possiamo fare la nostra festa, vero?”
"But, my dear child, use your common sense. It's only by accident we've heard of it. If some one had died there normally - and I can't understand how they keep alive in those poky little holes - we should still be having our party, shouldn't we?"
“Ma mia cara bambina, usa il buon senso. E’ solo per caso che lo abbiamo saputo. Se qualcuno fosse morto là normalmente - e non so proprio come possano vivere in quegli angusti piccoli buchi - faremmo comunque la nostra festa, giusto?”
….
This time Mrs. Sheridan lost patience just as Jose had done.
Questa volta la Signora Sheridan perse la pazienza proprio come aveva fatto Jose.
"You are being very absurd, Laura," she said coldly. "People like that don't expect sacrifices from us. And it's not very sympathetic to spoil everybody's enjoyment as you're doing now."
“Sei proprio assurda, Laura,” disse freddamente. “Persone come quelle non si aspettano sacrifici da noi. E non è davvero carino rovinare il divertimento di tutti come stai facendo ora.”
Laura non convincerà la sua famiglia a rinunciare alla festa, ma si renderà anche conto, pur nella sua confusione di adolescente, di essere diversa, di avere il coraggio di rompere gli schemi e guardare le cose e le persone negli occhi.
Un tema simile, quello del coraggio di affrontare la vita, si ritrova in una poesia, The Candle, ‘La Candela’, che Mansfield aveva scritto anni prima:
The Candle (1916)
La candela
By my bed, on a little round table
Vicino al mio letto, su un piccolo tavolo rotondo
The Grandmother placed a candle.
La Nonna ha messo una candela.
She gave me three kisses telling me they were three dreams
Mi ha dato tre baci dicendomi che erano tre sogni
And tucked me in just where I loved being tucked.
E mi ha rimboccato le coperte proprio dove mi piaceva essere rimboccata.
Then she went out of the room and the door was shut.
Poi uscì dalla stanza e la porta si chiuse.
I lay still, waiting for my three dreams to talk
Restai sdraiata immobile, aspettando che i miei tre sogni parlassero
But they were silent.
Ma erano silenziosi.
Suddenly I remember giving her three kisses back.
Improvvisamente mi ricordo di averle dato indietro tre baci.
Perhaps, by mistake, I had given my three little dreams
Forse, per errore, avevo dato i miei tre sogni
I sat up in bed.
Mi misi seduta sul letto
The room grew – big, O bigger far than a church.
La stanza crebbe - grande, O molto più grande di una chiesa.
The wardrobe, quite by itself, as big as a house
L’armadio, da solo, grande come una casa
And the jug on the washstand smiled at me . . .
E la brocca sul portacatino mi sorrise…
It was not a friendly smile.
Non era un sorriso gentile…
I looked at the basket-chair where my clothes lay folded
Guardai la sedia di vimini dove erano piegati i miei vestiti
The chair gave a creak as though it were listening for something.
La sedia scricchiolò come se stesse ascoltando qualcosa.
Perhaps it was coming alive and going to dress in my clothes.
Forse stava prendendo vita e si sarebbe messa i miei vestiti.
But the awful thing was the window
Ma la cosa terribile era la finestra
I could not think what was outside –
Non riuscivo a pensare a cosa ci fosse di fuori –
No tree to be seen, I was sure,
Non si vedevano alberi, ne ero certa,
No nice little plant or friendly pebbly path.
Nessuna piccola pianta carina o un gentile sentiero di ciottoli.
Why did she pull the blind down every night?
Perché tirava la persiana ogni sera?
It was better to know.
Era meglio sapere.
I crunched my teeth and crept out of bed
Strinsi i denti e scivolai fuori dal letto
I peeped through a slit of the blind
Sbirciai attraverso una fessura della persiana
There was nothing at all to be seen
Non c’era proprio niente da vedere
But hundreds of friendly candles all over the sky
Solo centinaia di gentili candele attraverso il cielo
In remembrance of frightened children.
In ricordo dei bambini spaventati.
I went back to bed . . .
Tornai a letto…
The three dreams started singing a little song.
I tre sogni cominciarono a cantare una canzoncina.
La protagonista della poesia in versi liberi è una bambina timorosa di avere restituito i sogni insieme ai baci dati alla nonna nel momento della buonanotte. Senza sogni non arriverà il sonno, ma la paura che gli oggetti noti della camera diventino improvvisamente mostri spaventosi e il terrore per ciò che è fuori dalla stanza e non si conosce. Perché la nonna tira la tenda ogni sera? Non è meglio sapere cosa c’è fuori? La bambina è coraggiosa: non ha paura di guardare; come Laura, la protagonista del racconto, non è spaventata dall'affrontare situazioni nuove, e così sbircia fuori dalla finestra, pur temendo quello che potrà vedere. Ma ciò che vede è solo un magnifico cielo notturno punteggiato di stelle, che quasi si fanno beffe delle paure dei bambini.
Le conclusioni delle storie di Katherine Mansfield lasciano spesso il lettore incerto, ancora più incuriosito o confuso. Lo stesso accade con questa poesia: com’è la ‘canzoncina’ che i sogni ritrovati cantano? Perché non ci dice che il coraggio della bambina avrà come ricompensa note gloriose ad accompagnarla nel sonno? Perché il lettore resta con una nota di incertezza?
Accade lo stesso alla fine del racconto: Laura si recherà nella casa dove è avvenuto il lutto per portare gli avanzi di cibo della festa, un’idea della madre per sbiancare quel poco di empatia rimasta, vi si troverà fuori posto nel suo abbigliamento elegante che contrasta a tinte forti col dolore della famiglia, e, uscendo, dirà al fratello, Laurie, venuto a prenderla:
"Isn't life," she stammered, "isn't life—" But what life was she couldn't explain. No matter. He quite understood.
"Isn't it, darling?", said Laurie.
“La vita non è,” balbettò, “la vita non è—" Ma ciò che la vita era non riuscì a spiegarlo. Non importava. Lui capì.
“Vero, cara?”, disse Laurie.
Com’è la vita? Bella? Terribile? Affascinante? Ingiusta? Incomprensibile? Crudele?
Né Laura né la piccola protagonista della poesia hanno una risposta. Come, d’altronde, non l’abbiamo noi. Mansfield ci lascia nel dubbio di come interpretare le nostre esperienze, ed è giusto così. La malattia che la uccise ancora giovane, la tubercolosi, quando sentiva di non aver ancora raggiunto e sfruttato il proprio potenziale come scrittrice, le diede la percezione che siamo in balia di ciò che non riusciamo né a comprendere davvero né a controllare. Come Mansfield si sforzò di mettere sulla carta tutto quello che poteva prima che il fisico la tradisse, come la bambina della poesia trova il coraggio di aprire una fessura nella persiana per guardare il mondo, come Laura del racconto ha la forza di parlare contro i pregiudizi, anche per noi l’unica scelta è di continuare con decisione, anche se ci manca il respiro e la vita ci pare proprio indecifrabile.