Nella nota stampa rilasciata, la consigliera comunale di minoranza di Castelnovo ne' Cuori, Nadia Vassallo, prende atto della risposta dell'Ausl e ribadisce le preoccupazioni espresse nella sua precedente lettera ai giornali. Vassallo si riferisce alla conferma da parte dell'Ausl della morte di un bambino durante il trasporto da un ospedale all'altro e mette in evidenza la mancanza di adeguate strutture ospedaliere per le emergenze ostetriche in montagna: "L’Ausl conferma l’inadeguatezza attuale dell’ospedale di Castelnovo ne’ Monti - scrive la consigliera - per gestire le emergenze ostetriche che possono portare alla morte del bambino e anche della madre. Ne risulta che la popolazione di donne gravide della montagna non sono coperte da nessun tipo di assistenza al parto ed anche all’emergenza perché il punto nascita che espletava egregiamente questo compito è stato cancellato per decreto regionale nel 2017".
Secondo Vassallo, la nota stampa dell'Ausl sembra essere stata formulata per evitare di assumersi le proprie responsabilità. "Dispiace che la nota stampa dell'Ausl sia congegnata per evitare le proprie responsabilità" - continua la consigliera - "Anzitutto perché se è vero che non è in suo potere impedire che 'dette evenienze accadano' è comunque suo dovere prevedere come affrontarle per eliminare l’handicap della distanza che le donne di montagna hanno rispetto a quelle di pianura".
Sottolinea, anche, l'importanza di fornire a Castelnovo ne' Monti sale operatorie, chirurghi, ginecologi e un reparto di ostetricia e ginecologia adeguati per affrontare immediatamente le emergenze, senza doverle rimandare nel tempo. "Le emergenze non possono essere differite nel tempo, in balia del traffico, del meteo, delle disponibilità dei mezzi. Fino al 2017 queste emergenze venivano affrontate con competenza ed esiti positivi in loco, mentre oggi l’Ausl si nasconde dietro frasi inquietanti come: 'l’intervento chirurgico da effettuare in queste situazioni è un’emergenza che richiede competenze specialistiche di prim’ordine oltre che di una larga esperienza'".
"Noi qui in montagna non possiamo rassegnarci ad essere considerati dall’Ausl reggiana e dalla Regione Emilia Romagna una riserva indiana, il sud del mondo, un sottosviluppo civile che non merita attenzione, e che proprio le statistiche che voi sciorinate dicono avere tassi di natimortalità nel mondo (Stillbirth 2019 - Istituto Superiore della Sanità) doppi o tripli rispetto alle zone urbane e ai paesi civilizzati. Per quanto abbiate cercato di far intendere che quella morte era inevitabile e frutto di un destino cinico e baro non è il destino ad aver tolto il punto nascita di Castelnovo e tante sono le mamme e i figli che possono ringraziare di esserci grazie a quel servizio che voi avete osteggiato e che la Regione ha cancellato", conclude la consigliera.
Ha ragione Madia. In un momento come questo, almeno il buonsenso di tacere ci sarebbe voluto. Pretendere autocritica sarebbe stato troppo ma almeno il silenzio si. Questo vale anche per tanti rappresentanti politici ed amministratori locali che a suo tempo non ebbero il coraggio di schierarsi apertamente contro la decisione di chiudere il punto nascite, spero che almeno qualche piccolo senso di colpa lo abbiano. Giustificarsi con la gente è complicato ma giustificarsi con la propria coscienza è impossibile.
Antonio D. Manini
La mancata riapertura del punto nascite dell’Ospedale di Castelnovo nè Monti (che denota evidente incoscienza!), promessa e sbandierata nel periodo preelettorale dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, è portata all’attenzione dell’opinione pubblica, con opportuni e puntuali interventi da Nadia Vassallo. Al contrario non sono riscontrabili interventi, in questi anni, dei vari Sindaci dell’Unione Comuni Montani che, IN QUANTO RESPONSABILI DELLA SALUTE DEI LORO CITTADINI, dovrebbero sollecitare la Regione Emilia Romagna alla riapertura del punto nascite. Ora, alla luce del gravissimo fatto accaduto, relativo alla morte del bambino durante il trasporto, auspico che le Autorità competenti intervengano per ripristinare, tempestivamente, il Reparto nascite dell’Ospedale di Castelnovo nè Monti e per individuare eventuali responsabilità.
Ivaldo Casali
Tristissima per quella povera vita….indignata…ci sono posti in Africa dove con niente si è in grado di gestire emergenze di ogni tipo sopratutto quelle dove le vite da salvare sono due… non poter offrire un servizio così indispensabile e passatemi il termine “banale”come fare un cesareo quando la medicina ha raggiunto dei livelli che vanno ben oltre è veramente un insulto alla vita…in un ospedale oltretutto munito di pronto soccorso con diagnostica…rianimazione,sala operatoria con
personale medico e infermieristico reperibile o in servizio…il grosso problema è che tutto funziona a metà….perché? Perché continuiamo a mettere vite in pericolo e a spendere soldi se non si vuol far funzionare quello che fino a 15 anni fa era un grande gioiellò???? La risposta c’è L ho ma mi fermo qui….
Il mio parere, è che di fronte alla tragedia, l’Ausl poteva risparmiarsi un comunicato stampa vergognoso, con inclusi grafici di casistica di morte in casi simili. In poche parole potevano semplicemente scrivere: “sono cose che succedono.” Per me un comunicato triste, triste come la direzione presa dalla nostra sanità. Direi da avere paura.
Condoglianze alla famiglia.
Davide M.
Alla famiglia che ha perso il neonato va tutta la mia vicinanza e condoglianze.
A tutti i vari politicanti che in questi giorni hanno parlato e dette le solite ca….ate, riempiendosi la bocca di paroie, sapendo benissimo di non aver fatto in questi anni praticamente nulla se non parlare per apparire, dico NO COMMENT. Mi sono ripromesso di non scendere più nelle volgarità ma la tentazione sarebbe grande.
Solo un ricordo: Io mi dimisi dal Consiglio Comunale invitando tutti a fare così. Mi risposero che erano altri i mezzi di lotta. Beh; in questi anni si sono visti i risultati. Parlare e sparare sentenze come se ne sono sentite tante in questi ultimi anni (Bonacini, Bini, Boni, Vassallo, Ruffini, adesso questo nuovo rampollo della Sinistra Italiana, che dice che continuerà a lottare; ma ha mai iniziato?) non ha portato a nulla. L’unica cosa sicura che questi sono ancorati saldamente alle poltrone e quando si prospetta la necessità di abbandonarle pur di dare una dimostrazione forte delle proprie intenzioni, se ne guardano bene e tirano fuori “altri metodi di lotta”.
P.S. Ma la Sinistra Italiana esiste ancora? Se c’è batta un colpo. Al nuovo rampollo della SI: per continuare a lottare, bisogna aver iniziato!!!!
Un saluto a tutti e soprattutto un forte abbraccio alla famiglia del neonato. “Dopo la tempesta viene sempre il sereno” e sono sicuro che avrete la possibilità di recuperare questa disgrazia, perchè c’è un Dio che non lascia l’Uomo da solo.
“Ogni fiore che spunta, ogni bimbo che nasce reca il mondo il messaggio che Dio non è stanco del’Uomo” (Tagore)
Dott.Cavana, nonchè Roberto
Dott.Cavana
Dott.Cavana