Il soldato Martin Adler, veterano statunitense della Seconda Guerra Mondiale, è scomparso mercoledì 17 maggio nella sua casa in Florida all'età di 99 anni. La sua storia straordinaria ha catturato l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo, e anche noi a sua tempo l'avevamo raccontata.
Tutto ebbe inizio quando la figlia di Martin, Rachelle, lanciò un appello sui social media per rintracciare tre bambini italiani che suo padre aveva incontrato durante la guerra. Grazie all'aiuto del giornalista Matteo Incerti, l'appello raggiunse i tre protagonisti della foto che Martin aveva scattato nel 1944, poco dopo lo sbarco in Italia per combattere i nazifascisti. I tre bambini, Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, erano sbucati all'improvviso da una cesta, rischiando di essere scambiati per nemici.
Fortunatamente, Martin si fermò appena in tempo per evitare di sparare loro. Negli anni successivi, i tre bambini erano diventati adulti e avevano fondato famiglie, ma l'immagine di quel giovane soldato americano era rimasta per sempre nei loro cuori. Finalmente, nel 2021, dopo 77 anni, Martin ebbe l'opportunità di riabbracciare i tre bambini, ormai ultraottantenni, quando atterrò all'aeroporto Marconi di Bologna.
Per Martin, la fotografia era sempre stata un modo per contrastare la violenza e il terrore della guerra. Durante il suo servizio in Italia, aveva scattato numerose immagini dei luoghi e soprattutto delle persone che aveva incontrato lungo il suo cammino. La foto dei tre bambini italiani era stata scattata da un suo compagno d'armi, John Bronsky, membro del 339º Reggimento di fanteria, che purtroppo era deceduto nel 2011.
La perdita dei fratelli Bruno e Giuliana Naldi, avvenuta nei mesi scorsi, aveva reso l'incontro con Martin ancora più significativo per Mafalda, l'ultima sopravvissuta dei tre "bambini del 1944". Questo viaggio della vita in Italia era stato un momento di gioia e commozione, in cui Martin aveva stretto a sé i tre anziani amici, offrendo loro cioccolato, proprio come aveva fatto durante la guerra, e una rosa come segno di affetto.
Purtroppo, l'estate scorsa, anche il giornalista e scrittore Matteo Incerti, che aveva agito da mediatore per rintracciare i tre bambini, ci ha lasciati. Incerti aveva documentato l'incredibile storia di Martin e dei tre "bambini" nel suo libro intitolato "I bambini del soldato Martin".