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in due giorni sono caduti in media circa 60-75 mm di pioggia

Il maltempo non dà tregua

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Enza altezza CanossaIl maltempo non dà tregua. In Appennino continua a piovere senza interruzione, ma dovrebbero essere le ultime ore. Aumenta e il livello dei fiumi e sono verificate frane a Canossa, Carpineti, Toano e Villa Minozzo e Baiso.

Tra ieri e oggi sono caduti in media circa 60-75 millimetri; a Civago 100 mm. L’ultimo di una serie di peggioramenti che sono iniziati dal primo maggio: 250 mm di pioggia caduta in Appennino e in collina fino ad oggi.

“Circa il triplo di quello che dovrebbe piovere in questo periodo dell’anno – spiega Andrea Bertolini - pioverà ancora tra venerdì e domenica ma le precipitazioni saranno più moderate - e aggiunge  - a seguire avremo un ritorno alla normalità del periodo, con mattinate spesso soleggiate e qualche locale rovescio o temporale pomeridiano”.

E se la pioggia darà un po’ di tregua ora preoccupa il livello dei fiumi. Il Fiume Secchia preoccupa  di più: tra Sassuolo e Veggia di Casalgrande supera la soglia 2 e minaccia di raggiungere soglia 3: questa mattina è stato chiuso il ponte Veggia, che collega le province di Reggio Emilia e Modena, fino alle 6 di domani mattina, giovedì 18 maggio. Resta aperto invece quello sulla Pedemontana. Il Secchia ha invece raggiunto la soglia 3 a Rubiera, all'altezza della Via Emilia.

In via cautelativa e precauzionale è stata chiusa anche la pista Gatta-Pianello.

Qui i dati in tempo reale dalla rete meteo di ReggioEmiliaMeteo:  https://www.reggioemiliameteo.it/stazioni-meteo-mappa.php

La situazione in Regione

Sono 21 i fiumi esondati anche in più punti e 22 i corsi d’acqua che hanno superato il livello 3, massimo allarme. Aumentano a 35 i Comuni con allagamenti tra la Romagna e il Bolognese e a 48 quelli con frane, anche importanti, tra Reggio Emilia e Rimini.

E purtroppo salgono a 8 i morti: 7 in provincia di Forlì-Cesena e un uomo nel Ravennate, mentre risultano ancora alcune persone disperse e sono migliaia gli evacuati, un dato in aumento costante.

Questa la situazione sull’ondata di maltempo che si sta abbattendo da ieri in regione e che ha fatto registrare punte fino a 70 millimetri di pioggia, con una media si 50 millimetri, sulla montagna e collina romagnola e bolognese e 20 millimetri in media nella montagna e collina emiliana centrale (Parma, Reggio e Modena).

Al lavoro per gestire emergenza e sfollati, più di 1.100 volontari, oltre 600 vigili del fuoco, forze dell’ordine e Croce Rossa.

2 COMMENTS

  1. Questa sera su RAI 2 il Ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, diceva che dobbiamo chiederci “Quando” succederà su altre valli?; questi sono gli effetti dei cambiamenti climatici. Sulla Valle dell’Enza quando risuccederà?; la Regioni e il Governo dovrebbero meditare sulla necessità della ripresa dei lavori della Diga di Vetto, perchè se dovesse succedere penso che la responsabilità sarebbe proprio di loro, visto che il 5 ottobre 1992, Carlo Ripa di Meana, Ministro dell’Ambiente, comunicava alla Regione e ad altri, il suo giudizio positivo relativo al progetto della diga di Vetto e a pag. 9 della stessa lettera, faceva presente che la Diga di Vetto doveva avere capacità confrontabili con quelle definite dal progetto, ma da allora cosa si è fatto?, ai lettori di Redacon la risposta.
    Ma ci tenevo a dire a tutti i lettori che una delle quattro finalità “Ufficiali” della Diga era quella di evitare le esondazioni a Valle, potendo laminare anche la piena millenaria, quantificata in 28 milioni di mc.
    Ma quanto successo in Romagna, a Bettola sul Nure, a Parma con il Baganza e a Lentigione con l’Enza non insegnerà nulla, visto che l’Emilia Romagna è al quart’ultimo posto, a livello Nazionale, come acque invasate, per qualcuno le dighe si fanno in altre Regioni ma non in Emilia Romagna.
    Ma la cosa più assurda e inconcepibile è leggere che a Vetto non si propone la ripresa dei lavori della diga di Vetto (previo adeguamento del progetto) che prevedeva un potere di laminazione pari a 28 milioni di metri cubi per evitare le esondazioni a valle, ma si propone una diga da 27 milioni di metri cubi, con quale potere di laminazione?, a mio avviso siamo alla follia.
    Vorrei dire a tutti, ma lo confermano i Climatologhi, che a cambiare non è la quantità di pioggia che cade in un anno, sono le modalità in cui cade, o cade per giorni e in modo violento o non cade per mesi; proprio per questo le dighe sono ancora più necessarie di prima, per trattenere le acque quando cadono in abbondanza, evitando anche le esondazioni a valle; ma temo che in Emilia se vogliamo evitare i danni da esondazioni o da siccità dobbiamo cambiare alcune cose.

    (Lino Franzini)

    • Firma - Franzini Lino
  2. A me è venuto di fare due conti. Il bacino dell’Enza ha una superficie di 890km2 il cui 64% in ambito montano (Fonte Adbpo.it autorita di bacino). Considerando la metà di questo 64% oltre la ipotetica diga di Vetta arriveremmo a 284 km2. Se ipotizziamo precipitazioni di 200 mm come avvenuto in questi giorni arriviamo a mettere insieme la bellezza di 57 milioni di metri cubi.
    Quindi chiedo sbaglio io i calcoli o anche la diga di Vetto non sarà la panacea di tutti i mali? Anche la famosa diga di Ridracoli in questi gioni non ha contenuto completamente la piena.
    Ricordiamo comunque che gli altri 50 milioni di m3 a valle ci arriverebbero ugualemente

    (AG)

    • Firma - AG