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Atletic Progetto Montagna, Ferretti: “Davvero impossibile immaginare un finale così”

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Dopo sette giorni dal triplice fischio, che ha di fatto sancito la salvezza diretta Atletic Progetto Montagna, e smaltito i festeggiamenti per questo traguardo, abbiamo incontrato mister Mattia Ferretti che ha guidato la squadra durante l’intero campionato di Promozione.

Mattia parliamo dalla fine: la salvezza diretta, senza dover quindi giocare i play out, conquistata all’ultimo secondo con un finale al cardiopalma!

Era davvero impossibile immaginare un finale così, sia per il risultato sportivo che per le emozioni vissute. Vorrei sottolineare come solo il calcio possa far vivere esperienze di questo tipo; siamo stati bravi e fortunati nel raggiungere l’obiettivo, certamente quei cinque minuti finali resteranno per sempre impressi nella storia di questa società.

Ecco, a proposito di società, com’è andata il primo anno dopo la fusione?

Direi benissimo! Si è lavorato in sinergia tra prima squadra, juniores e intero settore giovanile; sembravano due società insieme da tanto tempo, questa coesione ha fatto sicuramente bene a tutto l’ambiente. Per la montagna e per tutto il movimento del settore giovanile era importante mantenere la categoria, i nostri giovani avranno così un importante vetrina per continuare a giocare in montagna.

Ritorniamo al calcio giocato ed al finale di campionato, ti aspettavi una salvezza diretta?

Sinceramente ci credevo, ed abbiamo lavorato duramente per ottenerla, ma il risultato non era per nulla scontato, sia per come siamo partiti (1 punto nelle prime 4 giornate n.d.r), sia per il fatto che pochissimi giocatori avevano esperienza in questo campionato, che si è confermato essere di livello alto. Eravamo pronti a tutto per mantenere la categoria, anche eventualmente ad affrontare i playout, diciamo però che ora ci sentiamo più sollevati. L’ultima partita rispecchia perfettamente l'intera annata; sempre condannati a soffrire ma alla fine siamo usciti vincitori, a conferma del fatto che il gruppo squadra ha sempre creduto in questo traguardo.

Quali sono stati i passaggi più importanti di quest’annata?

Senza ombra di dubbio le due vittorie casalinghe con Fabbrico e Vianese, entrambe ottenute oltre al 90’ tra le mura amiche, contro due corazzate molto distanti dalla nostra realtà. Se la vittoria contro il Fabbrico ci ha fatto capire che potevamo fare punto con chiunque, contro la Vianese abbiamo preso consapevolezza che la salvezza diretta non era irraggiungibile.

Staff e giocatori, anche da fuori il gruppo è sempre sembrato molto coeso, era davvero così?

Senza dubbio, senza le possibilità economiche di altre società, la coesione, il lavoro di gruppo e la condivisione di un’idea comune ha fatto la differenza. Per questo devo ringraziare tutto lo staff di lavoro, Sergio Iattici, Mattia, Berro e Bazzo ma anche Cillo, Mauro e Ettore che rappresentano tutta la società. Siamo stati una grande famiglia, con diverse discussioni all’interno ma sempre uniti nell’ottenimento del nostro obiettivo. Lo stesso vale per i nostri giocatori, hanno dimostrato sempre grande senso di appartenenza.

Dei tuoi giocatori vuoi fare qualche nome?

Tutti andrebbero citati per il loro fondamentale contributo ma sicuramente Mattia Serra, capitano d’esperienza, ha sempre tirato la carretta, Mattia Briselli (13 gol senza rigori al primo anno di Promozione) ha dimostrato di essere un giocatore importante per la categoria con ampi margini di miglioramento. Javier Messori ha guidato la difesa ed è per noi un giocatore dall’elevato peso specifico.” Parlaci anche dei giovani, un fattore importantissimo della stagione appena conclusa in Promozione “Sono stati determinanti! Inizialmente hanno avuto un impatto importante Charaf, Damiano Sorbi e Giacomo Bucci, ma permettetemi di citare Alessandro Franchi e Federico Favali; due ragazzi del 2005 cresciuti nel nostro settore giovanile e che nelle ultime partite sono stati tra i più positivi in senso assoluto. Abbiamo fatto esordire un 2006 (Bertolani), insomma abbiamo dimostrato che se i giovani meritano, li facciamo giocare.

Ci hai parlato di grande sinergia con tutto il settore giovanile, che tipo di lavoro avete svolto?

“Questa società crede nei giovani della montagna e che crescono nel settore giovanile; ho assistito personalmente a tantissimi allenamento della Juniores e ho diretto, insieme ai tecnici, diversi allenamento delle categorie allievi. Lavoriamo in sinergia, condividendo metodologia, principi ed idee; crediamo nei nostri ragazzi che sono bravi e richiesti, e quando li riteniamo pronti li facciamo esordire in prima squadra.

Cosa ne pensi della regola, appena uscita, che ha bloccato le annate e che ha tolto un giovane?

Credo che sia una ottima scelta; i giovani devono giocare, ma non perché obbliga, ma perché lo meritano; se una società ha idee precise e crede nei giovani li farà giocare lo stesso. Noi a riguardo abbiamo le idee molto chiare.

Un’ultima domanda, quali sono i programmi per il prossimo anno?

Ci incontreremo a breve intorno ad un tavolo e decideremo il percorso da fare, se l’obiettivo è quello di consolidare la categoria e piano piano alzare l’asticella sotto tutti i punti di vista, questo può essere il posto giusto per lavorare.