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Un podcast di resistenza/ L'intervista

In Appennino sono sbarcati gli alieni

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“Qui è il sergente dei cani rabbiosi che trasmette. Appennino nord occidentale. A tutti coloro in ascolto, risalite le chine, raggiungete gli accessi scavati sui fianchi dei monti. Attendete gli anuri alla luce di fuochi e fatene strage. È il momento di essere uomini. Perché non c'è niente di più inetto del ristagnare.”

Lui è il Sergente, si aggira in Appennino a risvegliare gli animi, l’invasore alieno è arrivato e bisogna fermarlo.

Locandina Cani Rabbiosi

Questo, invece, è l’ultimo lavoro di Silvano Scaruffi, scrittore ligonchiese e autore di “Cani rabbiosi”, un podcast di 40 minuti ambientato in Appennino. Con lui il castelnovese Enrico Salimbeni alla voce, Alessio Vanni per musiche e rumori, Maico Morellini per le immagini e Luca Guerri come supervisore.

Il progetto nasce da un racconto di Scaruffi riadattato in chiave fantascientifica ma che altro non è che una metafora. L’invasore qui è un alieno, ma tante volte è stato un umano, molto spesso è un pensiero.

È lo stesso Scaruffi a raccontarcelo.

Come è nata l'idea di scrivere "Cani Rabbiosi"? C'è una particolare ispirazione o esperienza personale che ti ha motivato?

Il podcast "Cani Rabbiosi" è una rielaborazione di una storia scritta in passato e pubblicata in un'antologia chiamata "La Fossa del Contagio", che comprendeva quattro o cinque racconti, uno dei quali era ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il podcast è una versione fantascientifica di quel racconto, e la sua trama può essere considerata come un viaggio raccontato da una persona sotto assedio.

Che significato ha per te l'ambientazione in Appennino?

L'ambientazione in Appennino è data dal fatto che io vivo in Appennino e quindi tendo a scrivere di cose che vedo tutti i giorni. L’Appennino è la giusta cornice per le storie che scrivo e la storia stessa, secondo me, è perfettamente calata nell'Appennino, in quanto è una terra di colonizzazione, frontiera e deriva, e questi sono un po’ i fragili cardini che lo supportano. Nello stesso tempo supportano la storia che ho scritto.

Come hai scelto il cast di artisti e creativi che hanno collaborato al podcast? Qual è stato il processo di lavorazione?

Le persone che hanno collaborato con me al podcast sono state fondamentali per il suo successo. Innanzitutto, c'è stato Alessio Vanni, l'autore di tutti i suoni e gli effetti, che si è dimostrato molto interessato a provare a fare un podcast insieme. Lavora a Reykjavik in uno studio di registrazione, e se hanno chiamato lui a lavorare in uno studio del genere è proprio per la sua bravura. Enrico Salimbeni è stato scelto come voce narrante in quanto ho pensato che la sua voce potesse dare un'impronta profonda alla storia. Chicco, infatti, è un bravissimo attore e la sua voce ha dato un tocco di grande qualità al prodotto finale. Luca Guerri, invece, è stato un ottimo supervisore e grafico, il cui contributo è stato fondamentale per la riuscita del progetto. Infine, ma non per importanza, c'è stato Maico Morellini, uno scrittore di fantascienza che ha lavorato alla realizzazione dei disegni attraverso il programma di intelligenza artificiale Midjourney. Le immagini che ha creato sono state di grande impatto ed hanno reso il podcast ancora più coinvolgente. In sintesi, è stato grazie al contributo di tutte queste persone che il podcast è riuscito ad avere un grande successo.

Come descriveresti "Cani Rabbiosi" a qualcuno che non l'ha ancora ascoltato?

Cani rabbiosi è un racconto che parla di un'insurrezione della popolazione dell'Appennino contro un invasore alieno. Ma in realtà, l'ambientazione aliena è solo una sorta di sfondo, perché la storia è una metafora della vita in Appennino. La terra dell'Appennino è sempre stata una terra di frontiera, sempre in bilico tra colonizzazione e deriva. La storia è incentrata su un sergente che fa parte di una pattuglia irregolare, che con ripetute trasmissioni radio incita la popolazione del crinale a rivoltarsi contro l'invasore alieno. Questi sono i punti salienti della storia, niente di più.

Pensi che i podcast possano essere un'alternativa valida ai media tradizionali come mezzo di narrazione e comunicazione?

Il podcast è sicuramente un mezzo come un altro per fare girare le storie, il nostro è uscito su tutte le piattaforme, lo si può trovare da Spotify a Youtube e altre piattaforme, dappertutto insomma. Sicuramente hanno una grandissima diffusione, ma io di podcast ne so praticamente niente perché non ne ho mai ascoltato uno nella mia vita. Quando mi hanno chiesto di scriverlo, la prima idea è stata quella di ascoltarne uno per capire come funziona, ma in realtà ho scritto una cosa ed è diventato un podcast. Credo che sia un bel mezzo perché l'ascolto ha tutti i vantaggi rispetto alla lettura, come il fatto di potersi muovere tranquillamente in casa mentre una storia va avanti, e questo è già qualcosa di nuovo e bello. Gli audiolibri esistevano da tempo, ma la strada che abbiamo preso noi con gli effetti, le musiche e i disegni rende il podcast ancora più interessante. È una bella cosa che secondo me ha ancora molte possibilità di ulteriori sviluppi. Le parole, la voce, le immagini e gli effetti insieme aiutano a creare un'esperienza più immersiva e coinvolgente per l'ascoltatore.

Quali sono i tuoi progetti futuri riguardo alla scrittura e alla produzione di podcast?

Riguardo alla scrittura, non credo che scriverò altro. Forse usciranno altre cose, ma sono cose che ho già scritto e non ho grandi idee davanti. Credo ci sia un punto in cui uno smette di scrivere per poter poi dare un senso a quello che ha scritto altrimenti, continuando a scrivere, si rischia di diventare un mestierante. Questo mi rende anche felice, perché smettere di scrivere mi permette di vedere oltre il bordo. Riguardo ai podcast, ci sono altre cose che ho scritto tempo fa e qualcuno mi ha detto che si potrebbe pensare di farle diventare un podcast. Non sarebbe una brutta idea, e penso potrebbe essere una cosa che farò con una buona squadra, perché per fare una cosa di questo livello ci vogliono molte componenti al di là dello scritto. Insomma, potrebbe essere una strada futura.

Cani rabbiosi si può ascoltare gratuitamente su Youtube