L’omino della pioggia ha esclamato “Povera me, chissà quanto ho dormito!” (son due anni, noi lo sappiamo…). Guarda in basso e vede la terra secca e fumante, senza una goccia d’acqua. Allora corre in giro per il cielo ad aprire tutti i rubinetti. E va sempre avanti così”
Questa lunga siccità sta finendo. Ed era inevitabile che ciò avvenisse.
Sebbene negli ultimi 60-70 anni si sia registrata una tendenza alla riduzione delle piogge su buona parte della Pianura Padana (leggera ma statisticamente significativa), un crollo verticale della piovosità di tale portata non poteva che essere una forte anomalia che prima o poi sarebbe stata riassorbita.
Così fu anche per il periodo molto nevoso che abbiamo vissuto tra il 2009 e il 2013, anch’esso prontamente compensato da una lunga serie di inverni avari di fiocchi, e tanti altri potrebbero esser gli esempi da ricordare, dato che “va sempre avanti così”.
Gli eventi naturali spesso si manifestano a grappoli (o cluster), in quanto le condizioni favorevoli al loro manifestarsi, a scala planetaria, emisferica o sinottica, tendono a persistere modificando temporaneamente la probabilità di accadimento dei fenomeni, siano essi estesi o localizzati, estremi o meno.
Questa lunga siccità sta finendo, dicevamo, ma come possiamo fare una tale affermazione se a tutt’oggi è ancora grande il deficit idrico accumulato in questi 24 mesi di scarse precipitazioni?
La risposta sta nelle previsioni, sia a breve-medio termine (attese ripetute occasioni per piogge nel corso dei prossimi 7-10gg), che, soprattutto, a lungo termine.
Già dal mese di febbraio 2023, e costantemente sino ad oggi, il modello stagionale americano Climate Forecast System Version 2 (CFSv2) propone, a partire appunto da maggio, un lungo periodo caratterizzato da piogge oltra la media sull’Italia e gran parte delle terre che si affacciano sul Mar Mediterraneo (Fig. 2) con prevalenza di alte pressioni alle latitudini più settentrionali. Pochi giorni fa, inoltre, tale previsione ha trovato conferma nelle indicazioni del modello europeo ECMWF Seasonal Forecast.
Ma attenzione, così come le nevicate eccezionali sono più probabili negli inverni maggiormente nevosi (ricordiamo le grandi nevicate degli inverni 2010, 2012 e 2013), così eventi estremi di matrice convettiva (alluvioni lampo, intensi temporali, grandinate, tornado ecc.) sono più probabili nei semestri caldi caratterizzati da una maggior instabilità e piovosità, come quello previsto.
Prepariamoci quindi alla benedizione dell’acqua ma anche ai problemi che più o meno localmente potrà causare, senza arrabbiarci come fa il peperone “perché la terra è troppo asciutta, perché la pioggia è troppo forte” (Melacanti? Rabbia di peperoni) e diffidando del pifferaio magico che porta via l’ultima generazione (Fig. 3)
Impariamo invece a conoscere l’omino della pioggia che “salta da una nuvola all’altra senza sfondare il pavimento soffice e vaporoso”.
Andrea Bertolini
Grazie Omino della Pioggia, ne avevamo tanto bisogno!
Daniele