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Dopo le parole di Ignazio La Russa

La nostra Costituzione è antifascista?

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Ignazio La Russa

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha recentemente affermato che nella Costituzione italiana non esiste alcun riferimento all'antifascismo. Secondo La Russa, infatti, “Nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo. Perché? Io credo semplicemente che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all’Urss questa mancanza di riferimenti all'antifascismo nella Costituzione è stata il risultato della pressione dei partiti moderati dell'epoca, che non volevano concedere al Partito Comunista Italiano (PCI) e all'Unione Sovietica un tale regalo.” In seguito La Russa ha dichiarato di essere stato frainteso e che si riferiva alla parola “antifascismo” non presente non ai suoi valori nei quali si riconosce.

Le dichiarazioni hanno scatenato diverse reazioni da parte di esponenti della società civile e anche in Appennino si è prestata molta attenzione alle parole dell’onorevole.

Wassili Orlandi

Wassili Orlandi (Anpi di Castelnovo Monti), ha affermato che la nostra Costituzione è antifascista nella sua anima: "La nostra Costituzione è antifascista nell'anima, perché proclama una serie di diritti fondamentali inviolabili, come la libertà di voto, il pluralismo dei partiti, un sistema di divisione e bilanciamento dei poteri dello Stato, tutti elementi che contrastano con l'idea che era stata del fascismo di partito unico."

Paolo Ruffini

Della stessa opinione Paolo Ruffini (Partito Democratico della montagna): "La Costituzione è chiaramente antifascista. È vero che non cita espressamente nel capitolo primo nel capitolo secondo la parola antifascismo, è altrettanto vero che alla fine, nello statuto della Costituzione è citato espressamente il divieto di costituzione del partito fascista, ma tutta la Costituzione, tutti gli articoli, sono permeati dallo spirito antifascista. D’altronde la costituente, i padri fondatori della nostra Repubblica, uscivano dalla dittatura fascista e tutto quello che la guerra di liberazione aveva portato a una profonda riflessione su questi temi. Devo dire che è una carta bellissima, modernissima tuttora, e chiaramente antifascista, nel senso che è contro quel tipo di idea che fa sì che l'avversario diventi un nemico e per poterlo combattere bisogni togliere tutti i diritti fondamentali di parola, di pensiero e di espressione e quindi credo che sia assolutamente antifascista. La nostra Costituzione è diventata teatro a volte dispute ideologiche perdiamo di vista quello che invece è il significato vero che è di avere ridato a questo paese una dignità dopo la guerra ma anche una profonda consapevolezza del significato di questa libertà che ci si era guadagnati così con fatica."

Patrick Fogli

Patrick Fogli (Carpineti civica) ha sottolineato come sia fuori dal tempo discutere nel 2023 di fascismo e antifascismo: "Mi sembra davvero fuori dal tempo che si debba discutere nel 2023, a quasi ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, di fascismo e antifascismo. Rispondere alla domanda è banale. La Costituzione è antifascista nella forma e nella sostanza. Nella forma perché la XII disposizione transitoria vieta la ricostituzione del partito fascista (c’è qualcosa di più antifascista?) e nella sostanza perché fin dal suo articolo 1 è la Costituzione di un Paese democratico, di una repubblica democratica. E il fascismo di certo era una dittatura. Si parla tanto di unità nazionale, ma non accadrà con la deformazione dei fatti e le strizzate d’occhio a un momento tragico della nostra Storia e ai suoi nostalgici, ma dicendo con chiarezza pubblicamente che l’antifascismo è la natura fondante della nostra democrazia e che la Resistenza non è un fenomeno di parte. I partigiani non erano tutti comunisti. Dovrebbe ricordarselo per primo chi ha deciso di intitolare il suo piano per l’Africa a Enrico Mattei. Partigiano, ma non di certo comunista."

7 COMMENTS

  1. La tragica e dolorosa “guerra civile” che ha segnato il nostro Paese dopo l’8 settembre 1943 continua verosimilmente ad alimentare le odierne divisioni, e contrapposizioni, rendendo così impervia la strada verso un sentimento nazionale unitario, al quale tese il discorso tenuto dal Cavaliere ad Onna, nel celebrare il 25 aprile 2009, e che in questi giorni più d’uno ha ricordato, sottolineandone anche il forte valore simbolico, mentre sappiamo bene a quali ostilità egli è poi andato incontro.

    P.B. 25.04.2023

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    • Forse il Berlusconi del 2009 non era ancora in preda ai deliri causati dall’età, al contrario del 2019 quando dichiarò che “Siamo stati noi a far entrare nel governo Lega e fascisti. Li abbiamo legittimati noi, li abbiamo costituzionalizzati noi”. O forse, il discorso del 2009 glielo aveva scritto Gianni Letta?

      Andrea

      • Firma - Andrea
  2. Nel celeberrimo discorso agli studenti milanesi, Piero Calamandrei sostenne che il linguaggio della Costituzione fosse arido, tecnico, difficile, insomma: non particolarmente allettante dal punto di vista letterario. Considerata la decadenza culturale che stiamo vivendo, forse la Costituzione dovrebbe essere rivalutata pure dal punto di vista linguistico, perché comunque è molto ricca di significanti, e di significati, che tutt’ora riescono a tenere in piedi un intero ordinamento.
    Ad ogni modo, quando si vuol parlare di Costituzione, occorre effettuare un passo in avanti, che si chiama “interpretazione delle norme”. Per interpretare le norme basta aprire il testo, leggerlo, studiare la dottrina e consultare la giurisprudenza. Quindi è vero: non è scritto da nessuna parte che la Costituzione è “antifascista”, ma questo è vero sol perché i Padri costituenti non utilizzarono il linguaggio volgare e banale che attualmente è in uso. I Padri costituenti non avevano nulla a che fare con i politicanti attuali (di destra e di sinistra), i Padri costituenti possedevano identità complessissime e diversissime fra loro, ma, soprattutto, i Padri costituenti avevano una dignità, cosa che è venuta a mancare ai pagliaccetti che oggi rappresentano le istituzioni.
    Non avevano bisogno di dirlo, e l’hanno comunque detto.

    Gianmaria Bianchi

    • Firma - Gianmaria Bianchi
  3. Ho sempre pensato che le norme vadano applicate, e non interpretate come leggiamo nel secondo commento, dal momento che la loro interpretazione potrebbe generare ampi, e fors’anche indesiderabili, margini di discrezionalità, e credo faremmo torto ai Padri costituenti nel pensare che non abbiano scritto quanto invece volevano dire (lasciando per così dire dei sottintesi, volta a volta traducibili a seconda delle rispettive “sensibilità”).

    Io ritengo piuttosto che la nostra Carta, approvata nel dicembre 1947, possa essere il frutto di sagge mediazioni tra opinioni non sempre collimanti, se non talora abbastanza differenti e distanti, col lodevole l’intento di superare quanto più possibile le forti e laceranti divisioni e contrapposizioni che avevano contrassegnato gli anni precedenti, e all’epoca non ancora sopite (non a caso si ricorse ad una amnistia nel giugno 1946).

    E’ senz’altro legittimo sostenere che la “nostra Costituzione è antifascista nella sua anima” e che tutti i suoi articoli “sono permeati dallo spirito antifascista”, ovvero che “la Costituzione è antifascista nella forma e nella sostanza”, citando passi dell’articolo, ma sta di fatto che il termine “antifascista” non compare nel testo della nostra Carta, e mi parrebbe forzato l’affermare “non avevano bisogno di dirlo, e l’hanno comunque detto”.

    Che io sappia, null’altro la nostra Costituzione dedica al fascismo al di fuori dell’art XII delle disposizioni transitorie e finali, dove si dice che “è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”.

    P.B. 29.04.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  4. Nelle parole di Andrea riferite a Berlusconi sento l’eco di quella linea di pensiero che lo ha lungamente e duramente avversato, e poi “riabilitato” per opporlo ad altre figure del centrodestra, e poi di nuovo osteggiato, a seconda delle circostanze, in una sorta di altalena da cui poter supporre che una parte politica vorrebbe far parlare “sotto dettatura” chi, al di fuori delle proprie fila, affronta determinate tematiche (la parte politica in questione è portatrice della linea di pensiero che ho sopra menzionato).

    P.B. 30.04.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.