Il 25 aprile, da settantotto anni, si celebra la Liberazione dell'Italia dalla dittatura nazifascista: una data importante che ha segnato la fine di anni di guerriglia e di sofferenza per il popolo italiano. Nel lungo cammino verso la liberazione, uno dei momenti più importanti fu sicuramente l'Armistizio dell'8 settembre del 1943, quando il nostro Paese firmò la fine della propria alleanza con le Potenze dell'Asse, dando inizio a una delle fasi più difficili della storia italiana.
La fine del conflitto non significò la fine della lotta armata in Italia: molti militari del Regio Esercito si unirono alla Resistenza antifascista, spinti dal dalla voglia di ribellarsi agli oppressori, dalla forza della speranza e, soprattutto, dal sogno della libertà.
I Carabinieri Partigiani
Tra i molti militari che disertarono per unirsi alla Resistenza, vi era un nutrito numero di Carabinieri e molti di questi erano originari dell’Appennino reggiano. Utilizzando i volumi Fiamme Verdi (2002) di Giuseppe Giovannelli e Carabinieri nella Resistenza a Reggio Emilia 1943 – 1945 (1981) di Otello Montanari, lo storico locale Marco Montipò, insieme allo scrivente nel volume La Benemerita. I Carabinieri a Scandiano, Casalgrande e Viano (2022), ha ricostruito un albo abbastanza esaustivo.
In particolare, solo tra i nati in Appennino, vi erano:
- Agostinelli Giulio, classe 1903, di Villa Minozzo
- Annigoni Nando, classe 1913, di Castelnovo ne’ Monti
- Balestrazzi Pietro, classe 1921, di Carpineti
- Baroni Giuseppe, classe 1923, di Villa Minozzo
- Baroni Romeo, classe 1915, di Villa Minozzo
- Berti Renzo, classe 1915, di Villa Minozzo
- Bianchi Francesco, classe 1920, di Ramiseto
- Bizzarri Vittorio, classe 1913, di Ramiseto
- Bondi Domenico, classe 1908, di Castelnovo ne’ Monti
- Bonini Pietro, classe 1921, di Castelnovo ne’ Monti
- Casoni Pierino, classe 1920, di Carpineti
- Castagnoli Geremia, classe 1921, di Toano
- Castellini Natale, classe 1920, Villa Minozzo
- Castiglioni Ennio, classe 1916, di Casina
- Catozzi Giuseppe, classe 1906, di Baiso
- Ceretti Fioravante, classe 1908, di Castelnovo ne’ Monti
- Coli Gino, classe 1924, di Busana
- Coli Nello, classe 1915, di Busana
- Costi Attilio, classe 1900, di Villa Minozzo
- Costi Domenico, classe 1904, di Ligonchio
- Diambri Italo, classe 1906, di Villa Minozzo
- Donini Primo, classe 1921, di Castelnovo ne’ Monti
- Ferrari Natale, classe 1892, di Toano
- Ferrari Vincenzo, classe 1923, di Toano
- Ferri Dino, classe 1918, di Castelnovo ne’ Monti
- Filippi Fermo, classe 1915, di Villa Minozzo
- Filippi Paolo, classe 1902, di Casina
- Fontana Alfeo, classe 1920, di Villa Minozzo
- Fontanesi Albertino, classe 1923, di Carpineti
- Fontanili Giuseppe, classe 1923, di Casina
- Gatti Giuseppe, classe 1902, di Carpineti
- Giudici Settimo, classe 1924, di Casina
- Giudici Tommaso, classe 1914, di Ciano d'Enza
- Gregori Ido, classe 1911 di Casina
- Grimelli Brenno, classe 1918, di Vetto d'Enza
- Grisanti Tienno, classe 1917, di Ciano d'Enza
- Gualtieri Domenico, classe 1923, di Toano
- Guazzetti Delfino, classe 1923, di Vetto d'Enza
- Guidetti Mario, classe 1911, di Carpineti
- Incerti Peppino, classe 1924, di Viano
- Incerti Rinaldo, classe 1919, di Baiso
- Lamecchi Luigi, classe 1924, di Toano
- Malvolti Nindo, classe 1896, di Villa Minozzo
- Manfredi Giorgio, classe 1920, di Castelnovo ne’ Monti
- Masini Ennio, classe 1907, di Villa Minozzo
- Mazzoni Luigi, classe 1919, di Baiso
- Moncigoli Guerrino, classe 1917, di Ramiseto
- Morelli Giuseppe, classe 1916, di Castelnovo ne’ Monti
- Nicoli Angelo, classe 1919, di Carpineti
- Pallai Vincenzo, classe 1906, di Collagna
- Parisoli Nino, classe 1924, di Villa Minozzo
- Reglioni Giuseppe, classe 1898, di Villa Minozzo
- Rosa Bruno, classe 1924, di Villa Minozzo
- Rossi Giuseppe, classe 1920, di Castelnovo ne’ Monti
- Ruffini Nandino, classe 1922, di Vetto d'Enza
- Salvatori Natale, classe 1925, di Villa Minozzo
- Scalabrini Paolo, classe 1909, di Toano
- Sironi Alfredo, classe 1904 di Castelnovo ne’ Monti
- Togninelli Giuseppe, classe 1916, di Villa Minozzo
- Valcavi Rino, classe 1907, di Viano
- Vittori Giuseppe, classe 1909, di Castelnovo ne’ Monti
- Zambonini Sesto, classe 1908, di Villa Minozzo
- Zanni Attilio, classe 1921 di Castelnovo ne’ Monti
- Zobbi Giovanni, classe 1904, di Villa Minozzo
I Carabinieri d’Appennino decorati
Non solo. Alcuni di questi militari ricevettero importanti decorazioni, come reperibile sul sito (http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org) dell’Istituto del Nastro Azzurro, ente che propone iniziative di carattere patriottico e culturale per ricordare le gesta dei Decorati al Valor Militare.
Uno di questi fu Bondi Domenico, classe 1908 e nativo di Villa Minozzo. Guadagnò una Medaglia d’oro al valor militare: «Dopo l’armistizio, scelta la via dell’onore e del dovere, si distinse per redditizia ed indefessa attività organizzativa ed informativa e per doti di combattente, sicuramente provate in difficili e numerose circostanze. Caduto in mano al nemico rivendicò a viso aperto la sua qualifica di carabiniere e di partigiano. Sottoposto a stringenti e tormentosi interrogatori e lungamente torturato, fu fedele al segreto ed incrollabile nella fierezza della sua fede. Portato davanti al plotone di esecuzione, morì gridando: «Viva l’Italia!».
Altro carabiniere degno di decorazione fu il vicebrigadiere Morelli Giuseppe, nato a Castelnovo ne’ Monti nel 1916. Egli fu tra i fondatori delle Fiamme Verdi nel reggiano: con il nome di battaglia di “Burocchi”, era al comando di un gruppo di trentadue partigiani. Alla fine del conflitto gli venne conferita una Medaglia d'argento al valor militare, con tale motivazione: «Già distintosi nelle file partigiane per capacità organizzativa e per ardimento, con pronta decisione contrattaccava, alla testa del suo reparto, una forte colonna tedesca. Seriamente ferito, rimaneva al suo posto animando il combattimento sino a quando il nemico, dopo ore di lotta, era costretto a ritirarsi. Non ancora ben guarito, ritornava in formazione e continuava a distinguersi in numerose azioni di guerra».
Ancora, Vittori Giuseppe, classe 1909 e nativo di Castelnuovo ne’ Monti, che fu insignito della Medaglia di bronzo al valor militare per gli scontri avvenuti a Ligonchio nel 1945: «Dopo l'Armistizio intraprendeva con decisione la lotta di liberazione arruolandosi nelle formazioni partigiane sorte nell'appennino emiliano. Nello assolvimento di incarichi di responsabilità e fiducia ed alla testa di un distaccamento dava belle prove di capacità e di coraggio particolarmente distinguendosi in duri scontri favorevolmente sostenuti nella zona di Ligonchio contro forze tedesche».
Un’ulteriore ricerca di Marco Montipò ha riportato alla luce i nominativi di altri partigiani. Ceretti Fioravante, classe 1908 e nativo di Castelnovo ne’ Monti, ricevette la Medaglia di bronzo al valor militare per aver attaccato «decisamente con pochi uomini un reparto di S.S. tedesche, portando a termine brillantemente, benché ferito, il compito che si era prefisso». Dello stesso paese, e insignito della stessa decorazione, fu Ferri Dino, classe 1918: «Comandante di un distaccamento partigiano, alla testa dei suoi uomini attaccava reparti nemici. Con il suo contegno coraggioso dava esempio di profondo attaccamento al dovere e di belle qualità militari».
Ancora, è stato valorizzato il nome di Giudici Settimo, nato a Casina nel 1924, anch’egli Medaglia di bronzo: «Verifica, dopo strenua difesa, catturato dal nemico. Affrontava con cosciente coraggio ed indomita fierezza il plotone di esecuzione, suggellando con la vita l’Amore per la Patria». Ultimo, ma non per importanza, Ferrari Vincenzo, classe 1923 di Toano, insignito della Croce al valor militare, per aver organizzato una banda di quaranta uomini, della quale era al comando: «Con la sua formazione partecipava a numerose azioni a fuoco contro i nazifascisti distinguendosi sempre per capacità, coraggio e sprezzo del pericolo».
E se fossero miei parenti?
E se qualche lettore dovesse riconoscere in questi nominativi un parente? Trovare un ruolo matricolare, ovvero il primo documento di identificazione di un soldato che riporta le notizie essenziali, non è complesso ma può richiedere qualche ora presso l’Archivio di Stato di Modena, che custodisce i documenti dei soldati modenesi e reggiani. Fortunatamente a Reggio Emilia opera ISTORECO, che ha digitalizzato la quasi totalità dei questi documenti. L’ente, come si legge sul loro sito, con la pubblicazione degli Albi della Memoria, si è posto l’obiettivo di dare vita a «un "Libro della Memoria", "aperto" a ricevere testimonianze, fotografie, lettere e documenti relativi ai caduti o decorati, al fine di perpetuarli come patrimonio della memoria collettiva».
Navigando su questo (https://www.albimemoria-istoreco.re.it/) sito web, è possibile reperire gratuitamente alcuni ruoli matricolari e altri importanti documenti di tutti i militari, non solo Carabinieri, che hanno combattuto, sono caduti o sono stati deportati durante le guerre del Novecento.