Riceviamo e pubblichiamo
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Serata interessante ieri sera, 17 aprile, al parco Tegge, anche partecipata seppure in larga misura da addetti ai lavori.
L'azienda sanitaria ha presentato i futuri investimenti in opere murarie nel distretto montano per quasi 16 milioni di euro.
Con il plauso e la soddisfazione per il rinnovato interesse per la zona sud della provincia non è mancata l'espressione della preoccupazione quasi unanime per la mancanza di personale sanitario che potrebbe rendere queste strutture delle scatole vuote, trasformandole in un ennesimo spreco di pubblico denaro
Cosi la mancanza di professionisti e specialisti ha fatto emergere le difficoltà in cui versa il nostro sistema sanitario.
Liste di attesa chiuse alle prestazioni di visite specialistiche, tempi biblici per gli esami, difficoltà a mantenere l'assistenza sul territorio, insomma un sistema che pare prossimo al crollo.
Io credo che nessuno con un minimo di onestà intellettuale possa ascrivere alla Ausl reggiana e ai suoi dirigenti una qualche responsabilità rispetto ad una situazione che è comune non solo a tutta Italia, ma ai principali sistemi europei: Uk in primis e non molto meglio stanno Francia e Spagna.
L'Europa, ormai nobile decaduta, da tempo non rappresenta più la parte maggiore della ricchezza mondiale e da anni ha smesso di investire nel welfare e in sanità specialmente.
Tagli continui per mantenere quel benessere che è divenuto ormai privilegio di pochi.
I governi tutti hanno da tempo voltato le spalle ad una politica solidale che guarda alle fasce più deboli.
Siamo al si salvi chi può e potrà solo chi avrà i mezzi in proprio per curarsi.
Dunque la speranza e il futuro sono in mano dei nostri giovani che dovranno recuperare i valori di solidarietà e di universalità del Ssn, recuperando alla politica quei valori che sembrano ora del tutto dimenticati.
La soluzione è solo politica è fatta di scelte precise e coraggiose.
Grazie perciò a quei colleghi che dirigono la nostra azienda arrabattandosi ogni giorno per mettere toppe in un sistema che rischia di crollare definitivamente da un momento all'altro, ma corre la necessità di chiedere anche a loro maggior coraggio nel porre una discussione forte anche nei confronti dei decisori politici ad ogni livello.
Una riflessione che faccio da amministratore, da cittadino, da professionista sanitario che ormai con molti anni di lavoro alle spalle vede un mondo che si disgrega, lasciando ai nostri figli e nipoti soprattutto insicurezza e timore per il futuro.
Ribadisco: chi può giochi con coraggio e generosità le sue carte, agisca con determinazione perchè la politica cambi direzione.
Non importa se da destra o da sinistra, perchè a questo punto siamo giunti per responsabilità comuni a molti governi dai colori più vari e sgargianti.
Carlo Boni
Chi può? La cassa è desolatamente vuota e, allo stato attuale funziona solo la promessa di futuri investimenti. Sopratutto per la futura campagna elettorale e, per i montanari
Conte da Palude
E’ abbastanza inspiegabile il fatto che, da un lato, mancherebbe il personale sanitario, come da tempo ci siamo sentiti ripetutamente dire, e ciononostante si investa in altre “opere murarie nel distretto montano”, che richiederanno personale, anziché vederlo impiegato presso il nostro Ospedale come logica vorrebbe, e in ogni caso la segnalata carenza di personale “potrebbe rendere queste strutture delle scatole vuote, trasformandole in un ennesimo spreco di pubblico denaro”, come anche qui leggiamo.
Di fronte a questo interrogativo, si potrebbe anche pensare che la scelta di detti investimenti risponda all’intenzione di rimodulare in qualche modo l’organizzazione sanitaria della montagna, vi sia cioè dietro una strategia ben precisa, che andrebbe allora esposta e resa pubblica nella sua interezza, anche perché i montanari meritano di esserne portati a conoscenza, vista l’importanza della materia (non voglio pensare che al riguardo manchi una strategia, perché in tal caso verrebbe da preoccuparsi, io credo, e non poco).
Circa il vedere “un mondo che si disgrega”, lasciando in eredità alle nuove generazioni insicurezza e timore per il futuro, trovo che sia un’apprensione più che legittima e giustificata, visto che riguarda tantissimi settori della nostra società, ma dovremmo anche chiederci perché e come siamo giunti a questo punto, il che non è avvenuto da un giorno all’altro, bensì attraverso molteplici e progressivi segnali che abbiamo verosimilmente ignorato o sottovalutato, ed è forse giunto il momento di un qualche “bilancio” in proposito.
P.B. 19.04.2023
P.B.