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Il sindaco Bini tra i sostenitori

“Un osservatorio per la legalità per rilanciare il lavoro della Consulta“

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“Un osservatorio per la legalità per rilanciare il lavoro di una commissione della legalità ormai immobile, mai veramente utilizzata e segnata da tanti addii dolorosi”.

A lanciare la proposta sono i consiglieri comunali di opposizione Dario De Lucia, Fabrizio Aguzzoli (Coalizione Civica), Paola Soragni, Gianni Bertucci (M5s) e Filippo Ferrarini (Alleanza Civica), sostenuti anche dall’europarlamentare pentastellata Sabrina Pignedoli e dal sindaco di Castelnovo ne’ Monti Enrico Bini: i quattro amministratori pubblici hanno incontrato la stampa per presentare l’idea e chiarire i dettagli della mozione depositata nel consiglio comunale di Reggio Emilia.

Quello che doveva essere uno dei principali strumenti di attenzione, la consulta permanente per la legalità di Reggio Emilia, sino ad ora non ha prodotto praticamente alcun esito concreto: questo ha spinto lo scorso gennaio il movimento “Agende Rosse” contro le mafie ha deciso di lasciare la Consulta, così come il sindaco Bini. Qualche giorno fa la stessa decisione è stata presa da Stefania Pellegrini, professore associato di Sociologia del diritto all’università di Bologna e membro del comitato scientifico. Il motivo: alla sua costituzione, la Consulta si è riunita meno di dieci volte nonostante i solleciti arrivati da più parti. Il 7 novembre del 2022 in consiglio comunale tutti i gruppi politici hanno votato la richiesta di convocazione della Consulta, ma a questa precisa domanda non è seguita alcuna convocazione.

I “Comuni- spiega il sindaco Bini- hanno bisogno di supporto reale, che non può limitarsi ai festival della legalità”. I promotori della mozione ne sottolineano lo spirito “costruttivo”, constatando però che “nei due incontri avuti con l’assessore alla legalità Nicola Tria non abbiamo avuto riscontri di presa in carico delle nostre istanze”.
"L’osservatorio per la legalità è una forma operativa già presente in altre città emiliane, Bologna, Forlì e Parma, ed è pensato come uno stimolo per la consulta: l’obiettivo - hanno ribadito i promotori - non è smantellarla, ma darle nuova energia, appoggiandosi appunto a uno strumento più leggero come l’osservatorio, una realtà composta da un numero ridotto di componenti e nessun costo ulteriore”.

Cosa dovrebbe fare l’Osservatorio? “Curare attività di ricerca e divulgazione  - sostengono - sui temi antimafia, diventando un braccio operativo della Consulta stessa, in grado di fornire dati e statistiche, e di potenziare un servizio prezioso, quello della mappatura dei beni confiscati e a cascata dei controlli”.

Con l’osservatorio sulla legalità, precisa però l’eurodeputata del M5s Sabrina Pignedoli, “non vogliamo smontare la Consulta, ma far sì che funzioni al pieno delle sue potenzialità”. L’osservatorio, aggiunge il capogruppo di Coalizione civica Dario De Lucia “è uno strumento previsto dalla legge regionale 18 del 2016, esiste già in altre città (Bologna, Forlì e Parma, ndr), sarebbe praticamente a costo zero per l’amministrazione e riteniamo possa invertire la rotta di una inattività latente sui temi della legalità che ci preoccupa”.

Molto più snello della Consulta, due o tre membri al massimo,  l’osservatorio curerebbe in concreto “attività di ricerca, archivio e convegnistica sui temi dell’antimafia”, diventando “il braccio operativo della Consulta e fornendo dati importanti agli stessi enti pubblici”, aggiunge Fabrizio Aguzzoli di Coalizione civica, primo firmatario della mozione.

A Reggio, è stato ricordat, la commissione prefettizia inviata a Casina e le recentissime polemiche tra ordine degli avvocati, magistratura e Comune lo ricordano. Così come lo sottolineano i numeri: tra le province del centro-nord Italia con imprese “potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata” Reggio Emilia è quarta in Italia dopo Roma, Milano e Brescia, come ribadito dal rapporto curato dal servizio di intelligence della Uif (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia) per la Banca d’Italia.

La Consulta permanente per la legalità di Reggio Emilia è stata costituita nel 2018 e promosso da Comune e Provincia di Reggio come sede permanente di confronto sui temi del contrasto alla criminalità organizzata e della promozione alla cultura della legalità; ne fanno parte le Unioni dei Comuni Bassa Reggiana, Colline matildiche, Terre di mezzo, Tresinaro Secchia, Val d’Enza, Pianura reggiana e Unione montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano, Camera di Commercio di Reggio Emilia, le associazioni di categoria, i sindacati e il Forum del terzo settore.