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Riceviamo e pubblichiamo

Dubbi sul nuovo palazzetto dello sport

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Riceviamo e pubblichiamo

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Nel quartiere Peep si manifestano dubbi e perplessità circa la costruzione del nuovo palazzetto dello sport. Si è appreso dall'amministrazione comunale la notizia dell'assegnazione dell'appalto per la  prossima edificazione della struttura che amplierà e completerà il polo sportivo preesistente. Gli abitanti hanno sollevato dubbi in merito innanzitutto alla zona prescelta per il nuovo cantiere edile nonché per il concomitante protrarsi dei lavori di scavo e di edificazione del Polo Scolastico. L'area individuata per la costruzione del nuovo palazzetto sportivo infatti è adiacente alla scuola elementare pur trovandosi in posizione sopraelevata presso un pianoro costituito da materiale riportato. I dubbi circa la stabilità della zona prescelta sono acuiti anche dal fatto che nei pressi ci sia un rio che convoglia le acque reflue dalla pietra di Bismantova. La poca stabilità geologica dell'area risulta evidente, anche considerando la presenza di materiale riportato che aggrava la naturale poca compattezza dei sedimenti. Le acque reflue dal pendio soprastante, come illustrato in foto, fluiscono in un canale adiacente al luogo che sarà adibito al palazzetto e si possono identificare nelle immagini anche varie opere di convogliamento dell'acqua con canali in cemento che garantiscono il percolare verso i tombini dell'acqua in eccesso.  In passato si sono verificati episodi spiacevoli in eseguito alle precipitazioni di deflusso nella strada a valle, adiacente al piazzale del Centro Coni, di abbondante acqua e fango, causando anche interventi in urgenza e chiusura momentanea della circolazione stradale. Si segnala inoltre la presenza di un movimento franoso di tipo rotazionale, soprastante la Variante, in prossimità di via Fanti d'Italia, come mostrato in foto, di ampiezza di circa 30 metri verso il basso, larghezza 17 metri e spessore del fronte di accumulo di quasi 3 metri, che induce a pensare ancora di più che la zona in esame sia davvero poco stabile dal punto di vista geologico e ricca in falde acquifere superficiali. La roccia sedimentaria di tipo marnoso infatti risulta impermeabile all'acqua per la sua composizione argilloso-calcarea e forma strati che non lasciano defluire le precipitazioni in profondità ma accumulano falde acquifere piuttosto superficiali che rendono il terreno instabile.

Sul lato occidentale del pianoro invece, in posizione sopraelevata, vi è la Pieve di Santa Maria Assunta che attesta in tempi storici documentati (C. Giansoldati, 2016) la presenza di ecclesiastici, monaci e mezzadri, per cui si può facilmente ipotizzare l'esistenza di acqua sorgiva nei pressi della canonica per l'utilizzo antropico nonché irrigativo del frutteto e dell'orto presenti. Tutto intorno vi era una fitta area boschiva, fin verso il secolo scorso, che garantiva la stabilità del declivio, altrimenti naturalmente incline a smottamenti e frane a causa dei sedimenti argillosi e marnosi poco coesi e dalla ricchezza di acqua nel sottosuolo. Nelle analisi geologiche dell'Università di Parma (Note illustrative al foglio 218 della Carta Geologica d'Italia, G. Papani e al., 2004) di cui si fa menzione in  www.isprambiente.gov.it/Media/carg/note_illustrative/218_Castelnovo_ne_Monti.pdf

si attesta infatti che proprio a ridosso della chiesa vi fosse la testata di un rio, un affluente del rio Maillo. Questi piccoli corsi d'acqua trasformano spesso il loro corso in un deflusso sotterraneo in  presenza documentata in Appennino di fenomeni carsici. Le acque che in passato scorrevano in superficie ora scorrono in profondità, al di sotto degli strati calcarenitici relativi alla formazione di Bismantova. Nelle zone boschive a valle del quartiere sono presenti corsi d'acqua che ritornano in superficie dal suolo e incidono il pendio per confluire nel sottostante rio Maillo, costituendo una rete idrografica molto complessa in continua evoluzione. La zona non è soltanto instabile geologicamente per una sua connaturale conformazione marnosa derivante da sedimenti fangosi, con elevata porosità e impermeabilità, ricca di strati poco compattati, ma anche abbondante di acque reflue che naturalmente scorrono verso il basso.

Fra i residenti ci si chiede allora se una nuova imponente struttura edilizia che vada ulteriormente a compromettere con carichi statici e ingombri in cemento la preesistente situazione di fragilità geologica e dissesto idro-geologico già messa in evidenza dal precedente crollo franoso in una zona poco distante, sia una cosa saggia e ponderata e non si potrebbe invece preferire e adibire ad un progetto così ambizioso un'area differente, meno compromessa e più stabile. Inoltre, ci si chiede se vi sia lo spazio sufficiente per garantire un afflusso scorrevole al luogo di svago, con annessi i parcheggi adatti all'accoglienza del pubblico, senza ostacolare le attività quotidiane della zona residenziale. Il Palazzetto, inseme con il recente Polo Scolastico, la piscina dell'Onda della Pietra e l'impianto di calcio e atletica leggera del Centro Coni comporterebbero inevitabilmente un'abbondante affluenza di visitatori e la popolazione si domanda allora quali spazi nel quartiere siano adatti per le necessarie infrastrutture di accoglienza durante le manifestazioni sportive. Non sembrano esserci ulteriori zone adeguate per realizzare parcheggi idonei a completare la messa in opera di un progetto così ambizioso, senza causare inevitabili disagi ai residenti. Generalmente un Palazzetto dello Sport è dislocato in zone periferiche, così come succede in città, per garantire il minimo disturbo alle zone residenziali e un deflusso scorrevole dei fruitori delle strutture sportive e ricreative. La zona Peep invece è un imbuto dal punto di vista della circolazione stradale perché, essendo sospesa in altimetria entro più versanti, offre al contrario uno scorrimento del traffico unicamente dalla direzione di provenienza, per cui un eccesso di veicoli sarebbe la naturale conseguenza in concomitanza degli importanti eventi sportivi di cui si preannuncia la messa in opera. Consapevoli della grande opportunità offerta con questo nuovo e importante investimento per il futuro della montagna e dei suoi eventi sportivi nonché culturali, ci si interroga se questa ubicazione sia opportuna e  sicura per la popolazione.

(Maria Chiara Baldini)