Percorrendo il sentiero 675, domenica 26 marzo, che dal Passo dell’Ospedalaccio sale alle sorgenti del Secchia si sono riscontrate delle evenienze preoccupanti riguardo allo stato di siccità in cui versa l’Appennino reggiano. Nelle foto allegate si notano infatti i chiari segnali di una situazione critica riguardo alla capacità idrica del fiume Secchia.
Già alla sorgente e pur essendo l’inizio della primavera il periodo in cui dovrebbe essere massima la portata in seguito al progressivo scioglimento dei depositi nivali, si registra infatti una allarmante scarsità di acqua. Salendo man mano di quota, come illustrano le fotografie, gli abituali canali in cui naturalmente l’acqua scende a valle sono per lo più all’asciutto e la parte boschiva, come si vede soprattutto in prossimità di un bosco relitto di abete bianco, rivela le tracce evidenti del protrarsi di un periodo in assenza di precipitazioni, anche a seguito di uno scarso accumulo di neve invernale. Alla sorgente si nota inoltre che i rigagnoli che scendono nella piana verso il declivio possiedono una scarsa quantità d’acqua tipica piuttosto di una stagione più inoltrata come il pieno dell’estate.
Se questa è la situazione alla fine di marzo e se non ci sono comunque depositi d’acqua nel manto nevoso che è già per lo più sciolto, appare urgente porre l’attenzione a questo stato di cose che non può far altro che acuirsi con l’approssimarsi della stagione secca. Auspicando un’inversione di tendenza nella quantità prevista di precipitazioni, risulta tuttavia evidente che il mutamento climatico abbia colpito anche la zona appenninica con segnali preoccupanti e che la discussione in merito a possibili rimedi sia quanto mai urgente e vitale.
(Maria Chiara Baldini)