Un calabrese, residente a Bibbiano, è stato arrestato dai carabinieri di San Polo d’Enza in quanto colto in flagranza del reato di atti persecutori commessi ai danni della sua ex compagna.
Ieri mattina, 15 marzo, la donna tornata a casa dopo essere stata da un amico proprio per evitare di imbattersi nell’ ex compagno, se lo è ritrovata seduto in cucina. Dopo le urla per lo spavento, ha provato a scappare ma è stata raggiunta e picchiata. L’amico che era fuori dall'abitazione è riuscito a chiamare i carabinieri di San Polo.
I due sono stati condotti in caserma dove la donna ha formalizzato la denuncia raccontando mesi di violenze subite mentre è stato arrestato. Inoltre, prima dell’arrivo della donna, il 38enne ha bruciato una lettera in cui la vittima manifestava tutta la sua sofferenza e i cui resti sono stati rinvenuti dai carabinieri sampolesi all’atto dell’intervento.
La 39enne dopo essere stata sottoposta per mesi a violenze fisiche e morali, aveva deciso di porre fine alla relazione sentimentale con l'uomo che, non accettando tale decisione, ha iniziato a perseguitarla. La loro relazione, iniziata nel dicembre del 2020, è sempre stata costellata di violenze che per mesi la donna ha subito passivamente stando in silenzio nonostante la paura e il terrore che viveva. Alla base delle violenze l’ossessiva gelosia dell’uomo che le impediva di parlare con persone di sesso maschile pretendendo di conoscere ogni suo spostamento. Le conseguenze in caso di “trasgressioni” erano costituite da schiaffi, calci e in una circostanza anche l’utilizzo di una sedia di ferro scagliata dall’uomo che ha colpito la testa della vittima. Ricorsa alle cure mediche la donna non aveva mai dichiarato le vere origini delle lesioni ma, con il passare del tempo, ha maturato la decisione che quella relazione malata doveva finire. Ha incominciato ad aprirsi parlando con amici e familiari ma quando esternava tali intenzioni al compagno questi la riempiva di botte minacciandola di morte con frasi del tipo “se non stai con me ti ammazzo”, “ti brucio”, “ti getto su un canale” “ti spacco la testa”. Una situazione insostenibile per la vittima che oltre ad essere stata costretta a cambiare le abitudini di vita e convivere in un perenne stato d’ansia aveva maturato anche la decisione di farla finita pur di non vivere tale incubo.
Il 38enne al termine delle formalità di rito è stato ristretto a disposizione della Procura di Reggio Emilia, diretta dal Procuratore Capo Calogero Gaetano Paci. Il procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine di consentire al Giudice di verificare l'eventuale piena responsabilità dell'indagato.