Agli ultimi non è concessa parola. Essi vivono sulle ali del silenzio. Rimangono in case traballanti senza proferire minaccia o accusa mentre al primo scossone potrebbero andare in frantumi. I loro occhi sono stanchi ma limpidi, le loro mani sono piagate ma sincere, i loro cuori sono affannati ma puri. Del silenzio fanno tesoro e ne fanno il loro focolare. Nel nido protetto sono i padroni del mondo mentre nel mondo non possiedono nulla. Nelle case degli ultimi ci sono sorrisi e si condivide la pazienza e l’umiltà mentre fuori il mondo schiamazza le sue scemenze. Possiedono macchine sgangherate per andare al lavoro e scarpe logorate di affanni eppure dentro il petto nasce un sottobosco silente di primule e infiorescenze del viola. È un piacere starsene in compagnia del loro silenzio. Ci si sente compresi in un abbraccio.
I primi imperano il mondo. Hanno case lussuose sulle stabili fondamenta. I primi sfrecciano su macchine di lusso, inzaccherando di pozzanghere i malcapitati pedoni. Hanno cani di razza che non disdegnano di abbandonare alla prima uscita fuori porta, case in montagna, villette al mare. Dentro le loro molte dimore stride un frastuono come di lame e le parole cadono in pezzi, sbriciolate in frantumi sui pavimenti di marmo. Conquistano il mondo ma dal loro cuore sembra sgorgare un nero di seppia che sa confondere l’avversario ma disperdere anche i propri più stretti amici e parenti. I primi invidiano tutto. C’è sempre qualcuno più in alto di loro. Le loro parole dettano legge e se sono maligne e menzognere le cospargono di un alone magico di una finta verità. Non ci sono fiori nel loro sottobosco ma una cenere, residuo di incendio. Nulla germina se non il sopruso e l’ingordigia. I primi vogliono ingoiarsi il mondo ma le loro fauci profonde e la loro sete insaziabile li lascia in un cantone arido, come un deserto.
Eppure la notte, quando il mondo si spegne, l’animo si accende nel buio. All’ultimo fa da specchio una coscienza lieta che colora di sogni il suo sonno, mentre al primo solo resta la chimica per farla tacere, per zittirne le grida. Angoscia e paura.
(Maria Chiara Baldini)