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La lettera

Felina, “Spazio EffeBi19: un posto speciale”

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Riceviamo e pubblichiamo

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C'è un posto speciale a Felina. E' lo “spazio EffeBi19” di Francesca Bianchi.

Francesca è un'attrice e un'insegnante di recitazione che vive del suo amore sconfinato per il teatro e che da quell'amore si lascia divorare. Fa fatica a mandare avanti il suo spazio, soprattutto la preoccupa riuscire a tenerlo in piedi da un punto di vista economico, dall'impegno costante e dalla fatica fisica Francesca non si lascia spaventare.

E' piccola, un folletto in movimento perpetuo, ti accoglie nella sua piccola arena come farebbe un'amica che ti ha invitato a casa sua per una serata in compagnia, sorride, prima con gli occhi che con la bocca, e il suo entusiasmo ti acchiappa subito. Qui lo spazio è un concetto, non una dimensione, e questo luogo è difficile da raccontare: va vissuto, come tutto quello che è fatto soprattutto di emozione e di passione. Dopo gli anni di fermo a causa dell'epidemia Covid, questo posto ha ripreso vita. Francesca ha intitolato la sua stagione teatrale “Dentro lo spazio un palco”.

Quel poco che sapevo di quel posto e quel titolo sono bastati ad accendere la mia curiosità e a farmi immediatamente sottoscrivere l'abbonamento. Così un giovane lustrascarpe col naso da clown mi ha coinvolto e trascinato in scena con gesti da mimo e un improbabile francese maccheronico. Due viaggiatori surreali e grotteschi mi hanno fatto riflettere sul rischio del revisionismo storico e della perdita della memoria in questo nostro tempo veloce e superficiale come l'informazione a cui ci siamo abituati. Ero lì, venerdì sera, a sentire Scaruffi leggere le sue geniali lettere mai spedite e di nuovo ero lì ieri pomeriggio a rincorrere con due clown chiavi, maniglie e porte aperte e chiuse per indovinare il futuro o forse solo per capire il presente.

Certo, si tratta di rappresentazioni teatrali, ma tutto è diverso da quello che ho frequentato nei miei decenni di abbonamenti ai teatri di una grande città. L'allestimento comincia già fuori dalla piccola sala, così capita di trovare sotto il portico antistante lo “spazio” decine di scarpe usate o nel piccolo ingresso una serie di vecchie valigie o tanti biglietti che citano porte stravolgendo proverbi e modi di dire e già così inizia il percorso verso il tema della storia che sta per dipanarsi sul palco.

Qui il confine fra chi recita e chi assiste è azzerato, a una spanna dalla scena ci sono già le prime seggiole e i primi spettatori, pubblico e attori si contaminano e si crea una corrente speciale, la sensazione di fare qualcosa tutti assieme dentro a questo guscio magico e avvolgente. Qui si viene a prendere fiato e fermarsi, spegnere lo smartphone e cadere dentro a una storia come si cade dentro un bel libro o una bella musica.

E anche quando l'argomento è tutt'altro che lieve, l'approccio non è troppo cupo o carico di sussiego: quel che conta è seminare tracce che non facciano smettere il vizio di pensare. Quando la rappresentazione finisce si resta tutti lì, attori e pubblico, a conoscersi meglio, a complimentarsi e commentare, a darsi appuntamento per la prossima volta. Sappiamo che sarà di nuovo speciale.

(Orietta Ferrari)

2 COMMENTS

  1. Un posto speciale di una persona speciale che ci segue ormai da più di dieci anni con risultati meravigliosi e sorprendenti mettendosi sempre in gioco per trovare e far conoscere le “abilità” dei nostri ragazzi con tutto il suo bagaglio di professionalità, esperienza, ma soprattutto con un cuore immenso.
    Grazie Franci.
    Alma Associazione Fa.Ce.