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Solo il 2% delle strade intitolate a donne

La mappa dimenticata delle donne dell’Appennino Reggiano

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Nelle montagne reggiane solo il 2% delle strade portano il nome di una donna. Un dato sconfortante, che testimonia l'immagine patriarcale della società italiana e il persistere delle disuguaglianze di genere.

Su 2.006 strade che attraversano l'Appennino reggiano, solo 28 sono dedicate alle donne, la maggior parte delle quali sono figure religiose come Sante e Madonne. È il triste bilancio della nostra indagine, che ha esaminato la toponomastica di diverse località di montagna della provincia di Reggio Emilia.

In particolare, a Baiso, su un totale di 197 strade, vie e piazze, solo 2 sono dedicate alle donne, Santa Cristina e Nilde Iotti.

A Canossa, su 122 vie, solo 3 sono intitolate a donne, tra cui la Contessa Matilde di Canossa e Beatrice di Lorena.

A Carpineti, su 210 strade, solo 5 portano il nome di donne, tra cui Matilde di Canossa e il sentiero del Passo della Regina.

A Casina, su 111 vie, solo 2 sono intitolate a donne, la scienziata Maria del Rio e Zuna Magnani.

A Castelnovo solo la Contessa Matilde di Canossa ha una strada a lei dedicata.

A Toano, su 205 strade, 6 sono intitolate a donne, tra cui la Contessa Matilde di Canossa e Santa Anna.

A Ventasso, su 314 vie, solo 4 portano il nome di donne, tra cui Suor Albina Nazzarena Menozzi e Iolanda Gentiloni.

A Vezzano, su 103 vie, solo 1 porta il nome di donne, via Matildica.

A Viano, su 147 strade sono 2 quelle intitolate a donne, Madonnina e Ca' dell'Ernesta.

A Villa Minozzo delle 208 strade 2 hanno il nome di una donna, la Contessa Matilde e Ca' dell'Onesta.

Infine, a Vetto, su 187 strade, non c'è nemmeno una strada intitolata a una donna.

È importante sottolineare che la maggior parte delle figure femminili a cui sono intitolate le strade sono sante o figure religiose, questo dato conferma l'idea che le donne siano state storicamente escluse dallo spazio pubblico e che la loro visibilità e il loro ruolo siano stati limitati rispetto a quelli degli uomini.

Se a primo impatto può sembrare che si stia discutendo di questioni di lana caprina la toponomastica femminile è importante non solo per rendere giustizia alle donne che hanno contribuito alla storia e alla cultura del nostro paese, ma anche per stimolare una maggiore consapevolezza sull'uguaglianza di genere. La parità tra uomini e donne non è solo un valore fondamentale, ma anche un diritto sancito dalla Costituzione italiana. In questo senso, l'intitolazione di strade a figure femminili illustri e alla vita quotidiana delle donne è un segnale importante di un cambiamento culturale che mira a una maggiore rappresentatività e partecipazione delle donne nella vita sociale e pubblica.

In una recente dichiarazione Sara Marsico, referente dell’associazione Toponomastica femminile associazione nata nel 2012 per dare voce e visibilità alle donne che hanno contribuito a migliorare la società, dice: "Se non veniamo nominate, non esistiamo. La toponomastica ha una forte valenza sociale, è un serbatoio di storia e memoria.” Sarebbe opportuno che le amministrazioni locali facessero un ulteriore sforzo per valorizzare il ruolo delle donne nella storia e nella cultura locale e se cambiare nome alle strade può innescare diversi disservizi per i cittadini che vengano intitolate scuole, edifici e monumenti.