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La gente si interroga

“Dove posso trovare un calzolaio in Appennino”? Intervista a Gianluca Tagliamonte

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Viviamo in una società consumistica e siamo abituati ‘all’uso e getta’ e possedere un ‘bene durevole’ sembra che sia diventato una chimera, almeno alcuni casi. Oggi una scarpa rotta non si ripara, si sostituisce. Così come una borsa. A Castelnovo ha chiuso la giovane che aveva intrapreso questa attività; in precedenza aveva cessato l'attività l'ultimo calzolaio del Grattacielo. E ora chi ha bisogno del calzolaio si interroga su Facebook, vetrina anche di annunci. Ed è qui che scopriamo che un calzolaio c’è, vive a Collagna ma il suo laboratorio è in città. E' Gianluca Tagliamonte, reggiano, che ha aperto la bottega 4 anni fa. Prima ha lavorato come camionista per 20 anni, poi come responsabile logistico. Ad un certo punto ho deciso che per lui è arrivato il momento di voltare pagina.

Gianluca perché proprio il calzolaio? 

Mia mamma era sarta, ho vissuto tra le macchine per cucire ma io di quel lavoro lì non sapevo nullo. Quando ho deciso di ‘voltare pagina’, mi sono guardato intorno. In casa di mia madre c’erano ancora delle vecchie macchine da cucire e lì mi è venuta questa idea. Almeno, mi son detto, ci provo perché ero fermamente deciso a fare qualcosa che mi potesse piacere veramente. Ho aperto in una zona dove non c’era un calzolaio, con tutti i rischi annessi. Ma non bastava fare solo il calzolaio, bisognava innovarsi. Quando ho aperto volevo un che fosse un negozio un po’ diverso dal solito, dalla solita immagine del ‘calzolaio’ e ho optato, appunto, per una bottega artigianale.

Infatti, la figura del classico ciabattino non la ritroviamo più. Anche questo è un mestiere che, per non sparire del tutto, si è dovuto ‘innovare’ e ha dovuto farlo anche attraverso i social. E lei segue questa strada…

La vecchia figura del calzolaio, per ovvie ragioni, è tramontata. Io oltre a riparare, modificare o adattare le scarpe, mi sono (re) inventato. A chi ha bisogno riparo, per esempio, un tacco; o rimetto a posto le tomaie, le zip. Ma sono andato oltre. Disegno borse, cinture, e le realizzo così come desidera il cliente. E diffondo il mio lavoro attraverso i social, come ormai fanno tutti. Per esempio, adesso sto completando una borsa che spedirò in Inghilterra. Grazie soprattutto all’utilizzo di Instagram ho raggiunto una vasta clientela.

Tra i suoi clienti ci sono tanti cittadini della montagna?

S’. Molti dei miei clienti sono della montagna: Casina, Felina di Castelnovo, Collagna. Quando hanno bisogno di riparazioni o altri lavori mi chiamano: o passo io a ritirare o vengono loro a casa mia. Quando ho tutto pronto lo riporto al cliente. Un modo semplice che aiuta tutti. Non mi risulta che qui, in Appennino, sia rimasto qualche negozio o laboratorio aperto. E stanno chiudendo anche quei pochi rimasti in città.

Quindi fa il pendolare?

Sì. Abito per la maggior parte dell’anno a Collagna; ogni mattina mi alzo presto e parto per andare ad aprire il laboratorio in città.

E da pendolare quale difficoltà incontra?

Per ovviare al traffico la mattina parto molto presto e arrivare in bottega un po’ prima mi permette di organizzare il lavoro al meglio. La sera impiego più tempo, ci vuole un po’ più di pazienza.

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