Amore per il calcio. Questo il sentimento che ha guidato organizzatori e giocatori della Fossil Cup nella decisione di disputare la partita in una Castelnovo ne’ Monti ancora coperta di neve. Consapevoli degli ostacoli che potevano sorgere al momento di prendere quella decisione, causa le avversità del meteo che si sono presentate nei giorni scorsi, freddo e neve soprattutto, i manager della competizione sportiva hanno voluto ringraziare la montagna e le due équipe per non essersi tirate mai indietro, e lo hanno fatto attraverso una lettera pubblica, che rendiamo nota nei suoi passaggi salienti.
?ossil Cup, la montagna che insegna.
“Scrivamo queste poche righe dopo essere stati a Castelnovo né Monti per la gara di Fossil Cup, Atletic Progetto Montagna - Granamica.
Riflessioni, pensieri che vorremmo condividere con i tanti amanti del nostro torneo, perché questa serata ci ha insegnato tanto, l'Atletic Progetto Montagna ci ha insegnato tanto, e forse potrebbe servire a tutti noi per essere ancora migliori nel nostro ruolo di dirigenti ed educatori verso i ragazzi.
Come organizzatori, abbiamo provato la sera prima a convincere la società a spostare in città la partita. C’era freddo, era caduta un po’ di neve e queste cose estremamente normali un tempo, ora sono diventate nuove (la neve?), terribilmente pericolose (il freddo?) e volevamo proteggere la gara e i ragazzi (…).
Abbiamo contattato più volte i dirigenti dell'Atletic Progetto Montagna, ma loro quasi sbigottiti e increduli alle nostre preoccupazioni, sono stati irremovibili, decisi e determinati a voler giocare presso il proprio impianto.
Perché? Perché ci tenevano ad ospitare una fase finale del torneo in casa, erano orgogliosi di aver meritato sul campo la partita casalinga, e per loro non c’era nessuna condizione per privarli di questo diritto”.
E qui arriva la spiegazione di una decisione che nella mente di calciatori e organizzatori dell’evento calcistico non ha mai previsto alternative.
“Loro la montagna la conoscono, la vivono, fa parte di loro, ne conoscono perfettamente tutti i rischi e tutti i pericoli e sapevano che si poteva giocare. E avevano ragione. Chiamatelo ‘orgoglio montanaro’, chiamatelo senso di appartenenza, chiamatelo come volete, ma sicuramente non è da tutti i giorni sentire dirigenti che difendono con così tanta passione l’identità del proprio club. Altro che incoscienza, in realtà c’era tantissima conoscenza oltre che passione sportiva allo stato puro.
La mattina della partita, si sono alzati all’alba e hanno spalato completamente il campo dalla neve caduta nella notte. Verificata la completa e assoluta agibilità delle strade, si è deciso di dare l’ok a una gara che come organizzazione avremmo spostato già lunedì scorso dopo aver visto i primi fiocchi di neve.
C’era freddo, c’era neve, meglio togliersi il problema e annullare tutto. Ma annullando tutto avremmo probabilmente tolto non solo una partita ai ragazzi ma molto di più. Avremmo tolto quei sorrisi per quelle due immancabili pallate di neve non appena arrivati al campo. Avremmo tolto quella paura di scivolare sulla neve che era così bella e così normale fino a pochi anni fa. Avremmo tolto dai loro telefonini le foto suggestive di un paesaggio completamente innevato con un campo verde al centro, poi postate e inviate con orgoglio ad amici e famigliari neanche fossero sul Monte Bianco.
“Avremmo tolto dalle loro mani quella neve che purtroppo ora è diventata una rarissima novità. Ma non tutte le novità sono pericolose, anche se tendiamo a rifugiarci spesso in una normalità più comoda. La partita ‘assurda’, era in realtà una bellissima festa per l'Atletic Progetto Montagna, che ha accolto l’evento con il rispetto e la professionalità che si deve alle grandi competizioni. Non solo il campo era spalato a regola d’arte ma anche le tribune erano completamente pulite e inoltre avevano tracciato sulla neve un pittoresco passaggio per i tifosi e i genitori al seguito. Che dire. Chapeau”.
E la partita c’è stata, bella e corretta, rilevano i dirigenti:
“Una tribuna piena di gente accorsa per vedere la gara che grazie a quella neve è diventata un evento da ricordare nel tempo, non un pericolo da scampare a tutti i costi. Dopo lo 0-0 ai tempi regolamentari vince ai rigori il Granamica. Beffa del destino per il coriaceo Atletic Progetto Montagna. Per ciò che ci ha insegnato avrebbe meritato di più. Come del resto i rigori hanno premiato il lungo viaggio dei bolognesi, pieno di quelle mille paure figlie del nostro tempo. (...) E dopo aver accarezzato il sogno, dopo un giorno passato a spalare e sistemare il campo, l’uscita beffarda dal torneo ai calci di rigore è stata commentata dai dirigenti dell'Atletic Progetto Montagna con un semplice "ci riproveremo l’anno prossimo, ora andiamo a cena".
Nessuna polemica, nessuno screzio, nessuna agitazione. Chiamatelo anche qui orgoglio montanaro, ma sicuramente questo incontro è stato un bellissimo esempio di sport. Un bellissimo esempio di vita. Grazie Progetto Montagna. Un onore avervi avuto nel nostro viaggio!”.
Firmato, Atletic Progetto Montagna Granamica ASD
Ho letto questa lettera con tanto tanto piacere.
Luca Fioroni