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racconto di Alberto Bottazzi

Desiderio di te

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La via “pianeggia”, poi sale lievemente, infilando due gallerie sfavillanti al cospetto di altre cupe, tristi, illuminate da luce fioca di candela.

Ho smania di vederti! La via sale moderatamente e i filari di vigna di lambrusco sfilano accanto al finestrino annunciandomi che sei ancora distante. Ho smania di vederti e di abbracciarti!

Sale decisamente la via e in lontananza la divina Pietra rischiara la metà del mio viaggio.

Il desiderio di arrivare è grande e prepotentemente la mente si accende quando la via si contorce verso il fiume in curve e contro curve e il maestoso Cusna appare all'orizzonte.

Ho smania di vederti, di abbracciarti e di sentire la tua voce!

La via si restringe, le buche sull’asfalto si allargano, come si allarga il mio cuore che batte sempre più forte e tra pietre, panorami familiari e fiori di campo la mente accende la contentezza di arrivare, ma non è il traguardo.

Ho voglia di raccontarti le mie felicità, le mie pene davanti a un buon bicchiere di vino di un altro vigneto, un succo più rosso, più ricco di gusto, più sincero di quello della vigna che “pianeggia”, perché assaporato tra le tue braccia. Le ultime curve mi separano dal cartello che scrive il tuo nome... eccomi arrivato finalmente a destinazione.

Ancora un piccolo brandello di strada e il desiderio di te sarà appagato.

Manca l'ultima curva in salita, dove finisce la strada e cominciano i ricordi, quella che dischiude il sipario sul palcoscenico della giovinezza, quella che ha sullo sfondo la piccola piazzetta senza nome, con la maestà della Madonna di Montenero che veglia e sorveglia la sua gente, quella che fa chiudere la portiera dell’auto alle spalle ed aprire la serratura ansiosa dell'uscio di casa, l’ultima curva che mi fa dire: “Ti voglio bene Vaglie, dolce e amaro paese natio!”.

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