Diviso tra la montagna e la pianura Paolo Casoni ha costruito una realtà solida nel settore dell’automazione dei magazzini di stagionatura dei formaggi. Autodop, fondata nel 2015 con sede a Basilicagoiano (Parma), è un’impresa che dà lavoro a una ventina di persone e continua a crescere. Da gennaio 2023, infatti, ha integrato il ramo lattiero caseario di Clevertech, società attiva nell’ambito dei macchinari e delle soluzioni per la logistica fine linea.
Paolo, la scelta di avere la sede a Basilicagoiano di Montechiarugolo da che cosa è dipesa?
Dal fatto che già da un po’ di anni abito in pianura, a Montecchio Emilia. Inizialmente le prime ricerche le avevo fatte appunto a Montecchio senza trovare nulla di idoneo, poi qui a Basilicagoiano avevo invece trovato questo capannone dove abbiamo iniziato l'attività.
Conosciamo meglio l’azienda, che cos'è e di che cosa vi occupate?
Lo dice il nome stesso che le ho dato: un connubio tra automazione e Dop, cioè i formaggi Dop, quindi Autodop è un'azienda specializzata nell'automazione dei magazzini di stagionatura dei formaggi tipo Parmigiano Reggiano e Grana Padano.
Come ti sei formato?
Mi sono formato in tanti paesi, un po’ della montagna e un po’ della pianura. Sono originario di Villa Minozzo e ho fatto i primi anni di scuola lì fino alla seconda media, poi la mia famiglia si è trasferita a Castelnovo ne’ Monti e quindi tutte le superiori le ho fatte a Castelnovo. Dopo il liceo scientifico mi sono iscritto a ingegneria meccanica e l'ho frequentata a Parma, dopo ho iniziato il mio percorso di lavoro prima con la Ferrari a Maranello e poi in un'azienda di Quattro Castella che faceva automazioni e scaffalature proprio per i magazzini di stagionatura.
Quali sono in concreto i vostri prodotti e servizi?
Autodop è specializzata in tutto quello che è la fornitura di un magazzino di stagionatura, proprio chiavi in mano. Dalle strutture all'impianto di climatizzazione e soprattutto tutti i sistemi automatici, i robot che lavorano all'interno del magazzino quindi macchine per il carico e lo scarico delle forme, spazzolatrici, rivoltatrici. Questo è il nostro core business ed è quello su cui siamo specializzati.
A gennaio 2023 c'è stata la novità dell'unione con Cheesetech che è un ramo del gruppo Clevertech, quali sono i motivi che hanno portato a questo incontro?
È un incontro nato da uno scontro con un’azienda che era nostra concorrente e con cui, negli ultimi anni, avevamo avuto una bella competizione sul mercato. Siamo le aziende che più hanno portato in alto il livello tecnologico dei macchinari e delle soluzioni automatiche. Però Clevertech aveva e ha tuttora un'attività prevalente che è diversa e, parlando con la famiglia Reggiani (titolare di Clevertech), abbiamo deciso che era più strategico per entrambi lavorare insieme in un’azienda unica che fosse focalizzata solo sul settore lattiero caseario. Così dal primo di gennaio abbiamo in società Clevertech che ci ha conferito tutto il ramo lattiero caseario: quindi siamo noi a portare avanti, con il suo aiuto e la sua partecipazione, tutte le soluzioni automatiche per questo settore.
Quanti sono i tuoi dipendenti e quali competenze lavorative hanno?
Oggi i dipendenti di Autodop sono 12 persone. In realtà oltre ai nostri dipendenti c’è tutta una serie di professionisti esterni ma che sono poi impegnati praticamente al 100% per noi e complessivamente arriviamo ad avere una ventina di persone. Principalmente sono tecnici, chi specializzato nella progettazione meccanica, chi è specializzato nella progettazione di sistemi elettronici e software di automazione. Poi abbiamo tutta una serie di meccanici, elettricisti, manutentori che seguono i nostri prodotti e che accompagnano le nostre forniture dalla fase iniziale in cui le progettiamo internamente (perché quasi sempre sono soluzioni speciali costruite ad hoc per ogni impianto) fino a quando poi le testiamo in azienda. Facciamo il collaudo interno di tutte le macchine che consegniamo ai nostri clienti, ci occupiamo anche dell’installazione e della formazione agli operatori.
Torniamo indietro a qualche anno fa, al 2012 del terremoto in Emilia, un momento terribile ma anche determinante perché ha portato innovazione nel vostro settore. Puoi dirci di più?
È stato un evento chiaramente traumatico ed è stato un evento che ha messo in luce anche tante lacune che c'erano nel nostro settore. È stato un motivo di grande riflessione di tutti quelli che erano gli aspetti legati alla lavorazione all'interno di un magazzino di stagionatura, quindi con tutto quello che concerneva la sicurezza delle strutture impiegate e anche dei macchinari. Da lì si è messo in moto un grosso motore di ripensamento delle soluzioni che venivano adottate: con la richiesta da parte dei clienti di sistemi più performanti, più sicuri e anche integrati in una logica maggiore a livello di controllo elettronico e software di questi magazzini che, comunque, devono gestire numeri molto elevati di un prodotto pregiato.
Nei mesi scorsi Redacon ha portato avanti un grande progetto di rinnovamento, perché ci avete sostenuto?
Vi ho sostenuto perché mi sembrava importante che una testata della nostra montagna, che mi permette di essere sempre collegato quotidianamente con quello che avviene in Appennino, avesse un aiuto. Perché comunque io abito e sto portando avanti la mia attività in pianura, però rimango sempre fortemente legato alla montagna. Mi piace essere aggiornato e partecipare al sostegno e allo sviluppo della montagna reggiana.
(Ornella Coli e Gabriele Arlotti)