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presidente del comparto edilizia

Boccaletti (Lapam): “Il Governo tolga lo stop introdotto per i bonus edilizi”

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Claudio Boccaletti, presidente Lapam, comparto edilizia

«Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati, invece non solo non si prospetta nessuna risposta al problema, ma il Governo blocca, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti». Così il presidente Lapam del comparto edilizia, Claudio Boccaletti, riprende e condivide la posizione del presidente Marco Granelli, presidente Confartigianato, sottolineando che il divieto introdotto nel decreto legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura. Con buona pace degli obiettivi green e anche di sicurezza antisismica che la misura avrebbe aiutato a raggiungere. Anche il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici rappresenta un altro incomprensibile ostacolo. Apprezzabile l’intervento per limitare la responsabilità in solido dei cessionari anche se non risolutiva e fuori tempo massimo. Nei prossimi giorni, le associazioni saranno chiamate a un confronto serrato con il governo. Lapam Confartigianato sarà impegnata ad esprimere nel modo più efficace e compiuto le ricadute di questo provvedimento sull’intero comparto costruzioni, in particolare sulle micro e piccole imprese artigiane. «È necessario riattivare un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi per il risparmio e l’efficientamento energetico degli edifici – prosegue Boccaletti -. Inoltre, bisogna ripensare il sistema degli incentivi nel settore, anche in vista degli obiettivi indicati dalla Direttiva europea sulle “case green”, senza più interventi spot ma ipotizzando una strategia strutturale di lungo termine che scandisca l’impiego di risorse pubbliche aggiuntive. In questo modo potremo ottenere un ritorno positivo in termini di crescita del Pil e orientare le scelte dei cittadini sulla qualità e l’efficienza energetica delle abitazioni».

1 COMMENT

  1. Ora che pare essere sulla via di sbloccarsi il problema dei cosiddetti “crediti incagliati”, stando almeno alle notizie odierne, si può ragionare con maggior serenità del Superbonus 110%, e a quanti lo elogiano senza alcuna perplessità ritenendolo uno strumento che ha rilanciato il settore edilizio, mi verrebbe da chiedere se non abbiano per caso considerato un aspetto che non mi sembra di aver sentito fin qui citare, ovvero quello dei proprietari di case unifamiliari, o affini, intenzionati a migliorare il proprio immobile con le più tradizionali detrazioni per ristrutturazione edilizia, sisma bonus ed eco bonus, e che hanno invece trovato le imprese di fiducia indisponibili ad eseguire i lavori perché assorbite dai Superbonus (quando pure l’insieme di detti interventi “tradizionali” avrebbe forse contributo, e neppure poco, a ridar fiato alla nostra economia).

    Come punto di vista personale, e quindi del tutto opinabile, io penso che il Superbonus 110% andasse riservato agli immobili condominiali, molti dei quali risentono in effetti del trascorrere del tempo, perché la “gratuità” dell’opera poteva invogliare e convincere all’ammodernamento anche i condomini più restii e dubbiosi, così da procedere in maniera unanime, e senza contrasti e tensioni, il che è sempre ottima cosa per salvaguardare quanto più possibile un clima di armonia, mentre il procedere a maggioranza può invece generare indesiderabili malumori in chi si trova ad essere in posizioni minoritarie; si aggiunga che la presenza dell’Amministratore, ossia la condizione comune alla stragrande maggioranza degli immobili condominiali, rappresenta un ulteriore ed importante filtro o passaggio quanto ad osservanza dei previsti adempimenti.

    P.B. 21.02.2023

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