E' trascorso un mese da quando a soli 52 anni, Fidel Cavecchia ci ha lasciato. A salutarlo nella chiesa parrocchiale di San Marco, c'erano moltissime persone dei paesi dove Fidel ha vissuto, Gazzano e Fontanaluccia, ma anche tanta altra gente dei comuni di Villaminozzo e Frassinoro, colleghi di lavoro, amici di Genova, tutti pronti a stringersi intorno alla moglie Serena, la mamma Marisa, la sorella Sonia e agli altri familiari. La partecipazione così straordinaria all'ultimo saluto è dovuta al fatto che Fidel era conosciuto e apprezzato dovunque. La sua capacità di socializzare e stringere amicizia con la gente era pari solo alla grande disponibilità che ha sempre dimostrato in qualsiasi attività fosse richiesto il suo aiuto o la sua capacità artistica. Dopo il suo arrivo a Fontanaluccia da Genova, nel 1964, Fidel si era subito ben integrato, facendosi presto numerosi amici e in seguito, i tanti comitati o gruppi che hanno organizzato negli anni manifestazioni, sagre, eventi di qualsiasi genere, hanno sempre potuto contare sul suo aiuto, a volte accompagnato da suggerimenti, a volte da critiche, ma sempre generoso e competente. Dopo il matrimonio con Serena celebrato nel 2006 anche a Gazzano la Proloco, la Compagnia della Befana e quella dialettale, hanno potuto avvalersi delle sue competenze professionali e artistiche. E non è mancato neppure il suo impegno nel volontariato sia nell'Avap Alta Val Dolo e Dragone che, successivamente nella Croce Verde di Villaminozzo. Fin dai primi tempi, con la sua voce potente e caratteristica, Fidel era stato il cantante di diversi gruppi musicali della zona e attualmente si esibiva con il gruppo locale de "I Pixar". Fra gli interpreti del musical "Con un saio me ne andrò" allestito a Fontanaluccia nel 2011, da alcuni anni recitava anche nella Compagnia dialettale di Gazzano. Innamorato della sua Genova ogni tanto tornava a trovare i tanti amici che aveva lasciato nella città della lanterna. Fisico possente e cuore d'oro ha interpretato spesso la figura di Babbo Natale incantando i bambini che riusciva ad affascinare con grande dolcezza e sensibilità. Nella sua omelia don Luigi Gibellini ha ribadito come Fidel: "..abbia saputo relazionarsi, con la sua esuberanza e franchezza, ma sempre con grande disponibilità, con le tante persone che ha incontrato. Disponibile ma con le sue idee, i suoi modi di affrontare le cose e il suo carattere genovese, che l’ha portato ad essere un tifoso verace del Genoa, non certamente con il braccio corto, ma decisamente aperto e generoso. Dopo aver ricordato il suo amore per la famiglia, la passione per la buona musica e la buona cucina, don Luigi ha terminato dicendo: "Da lassù continua ad accompagnarci e a riconoscerci sempre come parte della tua famiglia allargata."
Al termine della cerimonia, all'uscita dalla chiesa, è stata grande la commozione quando sono risuonate le note della canzone "Crêuza de mä" di Fabrizio de André, che tante volte Fidel aveva magistralmente interpretato. Nel cuore di chi l'ha conosciuto rimarrà un grande vuoto e il ricordo del suo sorriso dolce e sornione dietro al quale, a volte, cercava di nascondere pensieri, emozioni e una buona dose di bontà.
Remo Secchi