La Giornata della memoria ricorre ogni anno il 27 gennaio per ricordare le vittime dell’Olocausto da parte della Germania nazista e dei paesi suoi alleati. Quest'anno, dopo lo stop forzato a causa della pandemia, riprendono per gli studenti i viaggi della memoria perché "se comprendere è impossibile, conoscere è necessario", scriveva Primo Levi.
Ne condivide il ricordo l'assessore castelnovese Daniele Valentini.
Lei ha partecipato a uno di questi viaggi può raccontare un po’ che esperienza è stata?
Ho partecipato a un viaggio della memoria nel 2012 come studente di scuola superiore, eravamo a Cracovia e abbiamo visitato Auschwitz e Birkenau. Un'immagine che io racconto sempre è questa che noi arriviamo là di sera, perché è un viaggio lunghissimo, e andiamo a letto. La mattina ci alziamo, ci sono 30 cm di neve e una nebbia impressionante, un gelo che mangiava le ossa; effettuiamo la visita in queste condizioni ed è stata comunque un'esperienza indelebile che ci ha fatto capire questa povera gente in che condizioni si venivano a trovare. Noi, dopo aver passato una notte confortevole al caldo, abbiamo passiamo una mezza giornata in queste condizioni e la sera eravamo devastati; al solo pensiero di chi è stato lì rinchiuso per anni in quelle condizioni dovendo anche lavorare è stato qualcosa di scioccante. Credo che per un adolescente sia veramente uno shock che, però, deve vivere per comprendere appieno cosa ha significato.
Invece l'altra immagine indelebile è lì a Birkenau, in fondo al campo dove c'è un'area di ricordo dei caduti. Si vede questo campo di concentramento con le baracche, questo luogo infernale, e intorno c'è un boschetto di betulle; è una cosa incredibile, ci fa capire come tante volte il male si insidia anche dove sembra non esserci. Se invece di entrare dalla porta principale di Birkenau si arriva da dietro sembra impossibile che ci sia un campo di concentramento.
Quando non ci saranno più sopravvissuti saranno i ragazzi i custodi della memoria?
Saremo noi e saranno loro. Sicuramente un rischio che si corre è quello che ha accennato l'altro giorno in un intervento la senatrice Segre dove dice che stiamo rischiando che fra qualche anno della Shoah ci sia solo una riga nei libri di storia. Credo che il grande compito della nostra generazione e delle generazioni future sia quello di conservare questa memoria, i sopravvissuti hanno avuto il grande compito di mostrare al mondo cosa è successo e di accendere un fuoco e adesso il nostro compito è quello di tenere viva la fiamma in modo tale che la memoria si conservi e che non diventi semplicemente un fatto che è successo e che ogni tanto ricordiamo ma una che sia una memoria vera in modo tale che non si ritorni a verificare questa situazione disastrosa che il nostro mondo ha vissuto. Sì, credo che i custodi saranno loro e noi dobbiamo fare in modo di dargli tutti gli strumenti e le capacità per esserlo.