Tutti pronti a puntare il dito sugli autisti ma in montagna esistono diverse problematiche legate al reclutamento del personale. La denuncia arriva da Fabrizio Bedeschi, delegato Uil trasporti e Canovi Alessandro, delegato Filt Cgil. Non ci stanno ad essere sempre nell’occhio del ciclone: all’origine di disservizi e criticità ci sarebbe, tra le tante cause, una cattiva formazione e una scarsa qualità dei pneumatici che si montano agli autobus.
Li abbiamo intervistati.
In che senso la formazione non è più di qualità? Cosa intendete?
Un fatto che riteniamo molto grave è che l’azienda Seta negli ultimi anni non ne istruisce bene il personale.
Gli autisti devono e fanno dei corsi di ‘formazione’ a cui poi segue un periodo di affiancamento. Il punto è che negli ultimi anni la formazione ha perso, potremmo dire, ‘qualità’ e l’affiancamento in certi casi è minimo o non viene fatto. Il nuovo autista non ha il tempo di imparare le tratte che dovrà percorrere; i nuovi assunti vengono da tutta Italia e molti non sanno neanche cosa significhi ‘guidare su strade innevate’. In altre parole si prende un giovane inesperto o li si mette lì.
Certo ma non sono obbligatori. E’ vero che fanno corsi anche per montare le catene ma capita che il collega non li segua proprio perché non obbligatori e questo è un altro errore.
Il punto è che sono pochi gli autisti che da Reggio salgono in montagna e quindi non c’è molta ‘attenzione’ a formarli. Sulla qualità della formazione comunque è discorso generale, non vale solo per la montagna.
Noi abbiano trovato autisti nuovi che sono stati messi in turno per salire in montagna senza conoscere le linee da percorrere.
Come è possibile questo?
Nasce l’emergenza di coprire un turno e spesso capita che chi entra in servizio non conosce la linea, perché magari non ha avuto tempo di impararla. Li assumono ed è fatta. La formazione, ripetiamo, è scadente e non è mai completa. C’è un ‘via vai’ di autisti continuo e questo è ormai un problema, gravissimo. Questo si riscontra più a Reggio ma finisce con ricadere sulla montagna.
Spiega quello che è successo in montagna qualche giorno fa: un autobus senza catene montate è rimasto bloccato
Probabile ci fosse alla guida proprio uno inesperto ma non è tutto. E’ scadente anche la qualità dei pneumatici. Non è la prima volta che si verificano incidenti, anche senza neve. Su questo abbiamo fatto anche una vertenza sindacale. Da quando hanno cambiato la ditta che li fornisce stiamo riscontrando diverse criticità. Ma ci faccia aggiungere, che spesso anche le strade non sono come dovrebbero essere. E quando ha nevicato erano indecenti, impercorribili.
Insomma, dite che non è colpa degli autisti?
Non diciamo questo, ma non accettiamo di essere sempre sotto accusa; non è sempre colpa dell'autista E quando ‘denunciamo’ non siamo ascoltati. . I problemi sono tanti.
Ad esempio?
Sono tutte questione legate alla sicurezza: nostra, dei passeggeri e degli automobilisti. Riteniamo che un problema grave, e più volte denunciato, sia quello legato al terminal della Coop, a Castelnovo. Abbiamo chiesto tante volte un incontro, un confronto con il sindaco Bini. Abbiamo più volte segnalato la pericolosità della fermata e perché siamo costretti ad effettuare quotidianamente, per ogni corsa in partenza ed in arrivo, una pericolosa svolta verso sinistra, rischiando ogni volta incidenti o pericolose manovre, che mettono in pericolo sia l’integrità dei mezzi, che la sicurezza stradale e la patente degli autisti". Abbiamo chiesto di montare un semaforo ma ci hanno detto che non è possibile sostenere il costo. La partenza dal polo scolastico è pericolosa. Ci vorrebbe un vigile a controllare. Abbiamo problemi nel passaggio di autobus nel Comune di Collagna e in quello di Busana. Va tutto bene…finchè non capiterà qualcosa.
QUESTA LA NOTA UFFICIALE DIRAMATA DAI SINDACATI DI CATEGORIA OGGI
I sindacati: “Autobus fuoristrada in montagna con la neve: Seta ha fatto scelte discutibili”
“Nei giorni scorsi sulle linee montane percorse dagli autobus si sono registrati, a seguito della nevicata che ha interessato le montagne reggiane, alcuni casi, almeno tre segnalati ai sindacati, di autobus usciti fuori dall’alveo stradale, alcuni dei quali hanno riportato danni, con inevitabili ritardi e soppressioni – come la linea di Quara – con conseguente aumento dei rischi per gli operatori di esercizio e per i passeggeri”. Così Filt Cgil Fit Cisl Uilt Uil Ugl e Faisa Cisal in merito alla situazione dei mezzi e delle tratte montane in questo periodo in cui le condizioni climatiche si riverberano direttamente sulla qualità dei trasporti.
“Per il ruolo che ci compete ci teniamo ad evidenziare, come già segnalato, che alcune scelte aziendali compiute da Seta, e da noi già giudicate quantomeno discutibili, stanno producendo purtroppo effetti non sperati ma facilmente prevedibili. – aggiungono i Sindacati – E’ inoltre evidente che la mancata accurata formazione dei giovani autisti sulle linee montane si aggiunge ai problemi dettati dal contesto: guidare un autobus in montagna con il manto stradale innevato è infatti diverso che guidarlo in città”.
“Chiediamo all’Azienda di cambiare rapidamente strategia e di adottare misure di contenimento del rischio che siano efficaci” concludono Filt Cgil Fit Cisl Uilt Uil Ugl e Faisa Cisal.
Ma cosa c’è che va bene nel nostro territorio.?
Le strade fanno schifo, la neve non si spala più, per una visita specialistica ci vogliono mesi e gli ambulatori presso gli ospedali sono vuoti. Gli ospedali che servono una zona già in difficoltà si chiudono o comunque si riducono i servizi.
Se uno va in Comune a chiedere un servizio, la risposta è.. non ci sono soldi e non possiamo assumere personale….
guarda caso negli uffici il personale è aumentato per guardare i cellulari e fare chiacchere.
Il Covid è servito per evitare qualche fila e ovunque ci vuole l’appuntamento e poi quando arrivi non c’è mai nessuno e l’impiegato si riposa.
Sinceramente non ci capisco più niente e trovo che il detto “Si stava meglio quando si stava peggio” sia molto valido.
Savi
Liliana Montermini
Io non so quanti di noi si riconoscano nel quadro impietoso che ci consegna Liliana Montermini, ma di certo qualcosa è cambiato, e non poco, nel corso di questi anni, e per stare al tema, ossia quello degli autobus, il leggere qui del continuo “viavai di autisti” mi fa tornare alla mente i tempi in cui le turnazioni di detto personale erano piuttosto rare, tanto da ricordare conducenti di “corriere” – secondo il termine allora usato per indicare gli autobus di linea – divenuti figure di rifermento per chi utilizzava questo servizio, il che “la dice lunga” (io non so se fossero poi tenuti a frequentare corsi di aggiornamento, ma erano comunque all’altezza del delicato e impegnativo lavoro che si trovavano a svolgere, ovviamente senza nulla togliere alla perizia degli odierni conduttori).
P.B. 27.01.2023
P.B.
Le strade non fanno schifo , sono strade costruite secoli fa e altre non ce ne sono .Basterebbe guardare indietro nel tempo. Molto saggiamente , durante le grandi nevicate negli anni 80 e 90 , il servizio veniva temporaneamente sospeso , non se ne faceva una tragedia. I corsi di formazione per gli autisti sono certamente cosa buona , autorizzare i TIR a percorrere la 63 durante una bufera di neve è follia pura . Cosa dovrebbe fare un autista formato , quando incrocia un tir di 12 metri nel mezzo di un tornante tra il Bocco e le gallerie, sfogliare il manuale ? Nessuna colpa agli autisti e tutto il mio sostegno a chi tutti i giorni affronta le strade facendo il proprio dovere. lamentarsi e vivere in un posto servito e bello come Castelnovo , vuol dire vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto
Giubba
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